Misconosciuta produzione horror Hammer, a mio avviso da riscoprire. Il cacciatore di vampiri Kronos, insieme a una zingara e al suo assistente gobbo, cercano di liberare un paese da un pericoloso vampiro (con sorpresa sull'identità di questi) che succhia la linfa vitale alle sue vittime, trasformandole in scheletri. Il fatto che il vampiro operi di giorno dà fascino alla pellicola; un cast e una confezione perfetta rendono il tutto perfetto.
Hammer ai minimi storici e risultato pessimo. Si parte con una ragazza aggredita da qualcosa che dovrebbe essere simile ad un vampiro (le restrittezze del budget si guardano bene dal farcelo vedere!) e si prosegue con l'arrivo del coraggioso Capitano Kronos, una sorta di paladino della brughiera a caccia di vampiri. Il film si trascina a colpi di spada fino allo scontro finale con le "forze" del male. Tirando le somme ci troviamo di fronte ad uno dei peggiori film della casa inglese con attori scarsi, regia pedestr. e totale assenza di effetti. Anemico.
Biondo, truzzo, eroico, tombeur de femme, è Capitan Kronos! Dimenticata produzione Hammer che affascina e diverte. L'eroe sembra ingenuo, ma se uno ci pensa è genialmente un anticipazione di eroi pop che vanno dall'estremo oriente all'occidente... Onore e spada da samurai, ma tamarraggine quasi yankee; in Kronos vediamo He-Man, Blade, Ash, i wuxia fantastico-vampireschi... e tanti altri. Da riscoprire e forse con il nostro bagaglio pop lo prendiamo ancora meno sul serio e ci divertiamo ancor di più!
Bruttissimo. Il comandante (di non si sa cosa) Kronos imperversa a cavallo tra i boschi e, insieme al suo assistente, va a caccia di vampiri strani che non succhiano il sangue bensì la linfa vitale alle loro vittime, riducendole a scheletri. Paletti nel cuore? Aglio? Luce del sole? Macchè! Un bel duello con la spada e il vampiro verrà distrutto. Una schifezza improponibile, inspiegabilmente targata Hammer.
Capitan Kronos a caccia di vampiri accompagnato dal suo gobbo amico ricorda Don Chisciotte in positivo e diverte per le sue trovate originali. Qui vengono sovvertite le regole classiche attribuite ai succhia-sangue, portando l'inventiva a livelli quanto mai fantasiosi. Il tutto con l'ineguagliabile stile Hammer, fatto di ambientazioni sinistre e desolate. Imperdibile, datemi retta...
MEMORABILE: L'esperimento di far "rivivere" rane morte che prova il passaggio di un vampiro...
Grezza e povera di mezzi ma divertente produzione Hammer; eccentrica, con idee originali, piccole raffinatezze, estro e atmosfera curiosa. Ha una (tutta sua) coerenza narrativa e l'insieme non stona. Anche i personaggi sono curiosi e c'è vivacità di situazioni (alcune quasi da "cappa e spada"); vi si troverà dello humor nero tipicamente inglese (per esempio nell'uccisione del dottore vampirizzato). Intrattenimento per le sere di pioggia.
Tentativo, non indegno, di riattualizzare il mito del vampiro Hammer. Aglio e paletti cedono il posto a un curioso miscuglio di cappa e spada e western (il duello nella locanda). Non mancano nostalgici richiami a un passato glorioso (l'accenno ai Karnstein di "Carmilla"). Il protagonista, a metà fra l'inflessibile Solomon Kane e l'aristocratico in rotta col mondo, se la cavicchia. La sceneggiatura regala poco, ma il buon Clemens gira con discreto piglio e una certa raffinatezza evitando banalità e vistose cadute.
Film in anticipo sui tempi, avrebbe dovuto inaugurare un nuovo e più moderno ciclo dopo quelli di Dracula e Carmilla, ma non fu compreso né apprezzato alla sua uscita. Clemens riscrive le regole del vampirismo immaginando una progenie di non morti con caratteristiche mutevoli, e definisce con tratti salienti il piccolo gruppo di cacciatori capitanato da Horst Janson, tamarro e laconico. Fumettoso, ironico, singolare, rimane coerente all'estetica di casa Hammer pur apportando soluzioni visive ricercate e originali. A sorpresa, il film si connette al ciclo dei Karnstein. Da rivalutare.
Capitan Kronos non ha il fascino di Van Helsing, è più un cavaliere che usa la spada; infatti non mancano combattimenti da film d'avventura più che da horror: questa combinazione di generi precede certe produzioni odierne. Il budget è ridotto e l'ambientazione geografica incerta seppur classicamente Hammer. Caroline Munro indossa un tipico costume rumeno, mentre Lois Daine veste alla moda maschile del Settecento (epoca in cui è ambientata la pellicola) donando all'opera un po' di colore, vista la scarsezza della trama e delle scenografie.
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