Nella casa che si affaccia nell'incantevole "piazzetta Maria Teresa" si consumano le vite di tante giovani ragazze costrette a fare "la vita" in attesa che i sogni e il futuro riservi a loro un destino migliore. Ottima interpretazione della Puccini con l'appoggio di una Rocca notevole che non si smentisce negli anni levigando sempre di più lo spessore culturale. Sceneggiatura non perfetta, sopratutto nella parte finale della fiction, ma di gran suggestione. I luoghi (non tutti!) ricordano realmente il periodo raccontato.
Miniserie Rai questa volta incentrata sulle case chiuse e sulle loro allegre donzelle che vi abitavano con tanto di senatrice Merlin che appare e scompare a tempo per dire due battute senza senso (i pugni sul tavolo per far passare la sua legge che ella crede risolutrice). In realtà la sceneggiatura soffre di cali improvvisi che la scarsa verve artistica del cast accentua e la regia la butta troppo in commedia. La prima parte risulta piu godibile e mette a nudo la situazione drammatica del tempo. Nel cast bene la Rocca mentre la Buccellato è troppo macchietta.
Fiction dedicata alle case chiuse molto ben interpretata (su tutti Puccini e Rocca) e impostata senza retorica. Certo in alcuni tratti è romanzata, a volte vi sono improvvise accelerazioni narrative (la bimba cresce in un attimo), piccoli nei che non impediscono al messaggio di giungere diretto e chiaro. E’ un’opera che parla al femminile, nella quale l’uomo è relegato a un ruolo secondario e meschino ma proprio per questo veritiero, ché l’uomo questo era e tale è rimasto. Anche le suore, l’altra faccia del pianeta donne, non ne escono bene.
MEMORABILE: Torino, ormai Il Set delle fiction italiane; Maddalena riceve le prime istruzioni per l’uso; Duchessa-Rocca finge un orgasmo.
Fiction al di sopra del solito standard qualitativo, ben girata e ben ambientata in un periodo storico particolare, quello che precede la legge Merlin. La condizione delle prostitute viene analizzata in tutti i risvolti, sia lavorativi che personali. Vittoria Puccini se la cava egregiamente in un ruolo non facile, compensando con la professionalità il certo disagio che traspare nelle scene più delicate. Ottime pure Stefania Rocca (che imita alla perfezione Meg Ryan nella scena in cui finge un orgasmo) e la talentuosa Valentina Corti.
Non par vero ma anche il dialetto piemontese diventa lingua da fiction (anche con sottotitoli). E lo fa sorreggendo una storia di donne. Donne che si barcamenano per sbarcare il lunario e che troppo spesso finiscono per rassegnarsi alla "vita" come unica via di sopravvivenza. Il cast è discreto ma la Rocca sovrasta tutte per bravura e capacità di immedesimarsi nel personaggio. Meno la Puccini, non del tutto convincente nella sua parte. Il tema è foriero di discussioni e polemiche ancor oggi, ben lungi dalla chiusura delle case chiuse...
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