Amori e ripicche - Film (1999)

Due divi teatrali degli anni 20 (marito e moglie) tornano come fantasmi pettegoli e litigiosi a consigliare (in realtà a tormentare) un giovane d'oggi alle prese con problemi d’amore e di lavoro. Il fantasma in versione brillante è un topos cinematografico che consente molte gag e suggerisce situazioni comiche che possono essere anche molto sfiziose (come accade nel bel Fantasmi a Roma). Qui non c’è una gag decente e tutta la storia è noiosa, arrugginita, scontata. Lo sbadiglio dilaga, nonostante l’impegno degli attori.

Discreta commedia sentimentale che si regge esclusivamente sulle spalle degli attori. A partire da un Caine in un ruolo a lui inusuale ma molto divertente, a Maggie Smith sempre in splendida forma, fino ad arrivare a James Spader a suo agio nel ruolo. Yates è meglio quando dirige polizieschi o avventurosi. Godibile.

Il soggetto dei fantasmi che si rendono visibili solo a chi preferiscono si presta a svariati modi di utilizzo. In questo film è stato scelto quello più dissacrante ma a volte puerile. C'è qualche tratto divertente e un ritmo movimentato nei dialoghi e nelle situazioni, ma la sceneggiatura è troppo superficiale. Si fa notare solo una bella fotografia.

Quando i fantasmi sono più simpatici degli esseri viventi. E' quello che succede nella commedia di Peter Yates, nella quale la coppia di attori ormai divenuti fantasmi (interpretata da due grandi attori come Caine e la Smith) è decisamente più amabile dell'insipido protagonista Spader. Il film poteva essere una gradevole commedia ma la sceneggiatura è troppo banale e spreca le potenzialità della storia e del cast. Bella la fotografia del grande Sven Nykvist. Vedibile ma si dimentica in fretta.