Cacciatori di squali - Film (1956)

Siamo nella Cuba pre-castrista, quella di Batista. Più precisamente sull'Isola della Gioventù (o Isle of Pines, come la chiamano nel film), a sud di L'Avana. Come ci viene spiegato nell'introduzione abitano lì i Caymaneros, vivendo di quello che dà loro il mare, minacciati dalla presenza costante di squali. E' proprio tale cospicua presenza a spingere il governo degli Stati Uniti a inviare lì alcuni scienziati del Centro Navale di Ricerca col compito di studiare un repellente - da utilizzarsi ovviamente anche in altri frangenti - che possa tenere lontani i pescecani dall'uomo. L'operazione “Shark Chaser” ha il suo inizio nel 1943...Leggi tutto e l'arrivo in loco del colonnello Ben Staves (Mature), salvatosi dagli squali dopo aver visto morire divorati molti suoi compagni d'armi durante una missione nel Pacifico, dovrebbe dare nuovo impulso alla ricerca. Staves conosce bene il pericolo rappresentato dagli squali e s'installa sull'isola entrando in contatto con gli scienziati (Coolidge) e riposandosi quando può insieme alla bella moglie Martha (Steele). Quando un giorno il gruppo di lavoro esce in mare assieme al giovane Carlos (Campos), un ragazzo del luogo da sempre in contatto con i militari, l'imbarcazione avvista gli immancabili squali (l'urlo “Shark! Shark!” lanciato dalla vedetta di turno diventerà una sorta di tormentone, nel corso del film) dando il via alla scena più drammatica in assoluto: un notevole attacco in mare che indubbiamente colpisce per verismo (ah, i bei tempi in cui gli squali erano solo autentici...) e che nel contempo ci fa apprezzare la qualità della fotografia. L'ambientazione esotica è infatti ottimamente ripresa e vedere i pescecani (mai enormi) nuotare a fianco delle barche regala un senso di familiarità col fenomeno piuttosto singolare per il genere, che per certi versi apparenta alcune sequenze al documentario. Anche perché spesso i personaggi si dilungano nel calare l'esca per gli squali, nell'attenderli, nell'osservarli girare attorno alla stessa... E per quanto tocchi aspettare il lungo finale prima di riveder comparire con decisione i pescecani in quella che è la sequenza chiave del film, in cui si opta di sperimentare il repellente usando un'esca “umana”, il clima d'altri tempi associato a una tematica per l'epoca insolita tra palme, spiagge, ville lussuose e ristoranti sul mare (un po' di spazio ce l'ha anche la moglie del protagonista, turbata dai nuovi sviluppi) ci regala sensazioni insolite. A ciò si aggiungano il bel cinemascope e una per l'epoca non comune fotografia a colori: se si chiude un occhio sui pedanti dialoghi scientifici e una rigidità di fondo che coinvolge un po' tutti (regia compresa), ci si può sedere ad ammirare un reperto avventuroso che non anticipa nello stile il classico spielberghiano di quasi vent'anni dopo ma che mette come poche altre pellicole gli squali al centro della storia, con diverse sortite in mare e suggestive sequenze naturalistiche.

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