Gialletto che pur non essendo un capolavoro si fa vedere. Il tutto ruota attorno a una coppia di amanti primi sospettatti dopo la morte del di lei marito, ufficialmente stroncato da un infarto. Ma le sorprese non tarderanno ad arrivare. Bravo D'Orsi ispettore, ottima come sempre la Rivelli, sufficente la Gastoni. Il colpo di scena finale per i più navigati del genere non sarà una sorpresa, ma il film è decisamente godibile nella sua semplicità.
Bianconero e ultradatato, ma mi è piaciuto da matti! Colpi di scena a raffica, quattro o cinque cambi di direzione... non fa davvero una piega. La scena finale potrebbe aver creato qualche ispirazione ad un'istituzione del thriller italiano e mondiale, ma non vi dico altro perché voglio che lo vediate. Aggiungo solo che forse come scena mi è quasi piaciuta più questa. Bellissimo il brano di Nini Rosso all'inizio del film ed eccellente la parte femminile del film.
Una coppia diabolica, un uomo di troppo, un mostro (in tutti i sensi?) di intralcio ed una perla di film noir. La pellicola inizia con un'improbabile canzone che sorprende lo spettatore, ma che si fa subito dopo incasellare nell'introduzione della storia. Un giallo classico e intrigante, probabilmente ispiratore di Ritratto in nero, viste le attinenze. Una villa isolata, dei morti e...
Il film sarebbe anche abbastanza gradevole, specie per chi ama il genere, ma c'è quel
colpo di scena finale (telefonatissimo) che grida vendetta. Non è necessario avere esperienza per capire tutto dopo nemmeno un terzo di film (basterebbe aver visto, ad esempio, qualche film d'oltralpe): c'è una scena in cui, non si sa se involontariamente o per dabbenaggine di regia e sceneggiatura, si capisce praticamente tutto. Comunque un pò di ritmo c'è e quindi si arriva alla fine senza problemi. Buono il tema musicale. Gustoso il finale.
Bella sopresa. Un thriller in bianco e nero davvero niente male: buon ritmo, qualche scena inquietante (vedi le urla del fratello del proprietario della villa); azzeccata pure l'atmosfera. Non tutto alla fine torna, nella sceneggiatura, ma nel complesso è un discreto prodotto dell'epoca.
Nella sua fase embrionale, il giallo italiano era inevitabilmente debitore di modelli stranieri, ma questo prodotto non è certo da disprezzare. Regista altrove mediocre, Romano Ferrara dirige con spigliato senso del ritmo e la sceneggiatura (al netto di qualche inevitabile debolezza) riserva almeno un paio di buoni colpi di scena. Ottime prove della Rivelli e della Gastoni, mentre sul fronte maschile spicca il commissario di D'Orsi. Epilogo dai due volti: conciliante con i buoni, beffardamente spietato con i cattivi. Giusto così, in fondo.
Ottimo giallo davvero, ricco di interesse e colpi di scena. Man mano che le indagini vanno avanti diventa sempre più appassionante, i momenti lenti sono ridotti praticamente all'osso nonostante si tratti di una pellicola datata. L'intreccio è retto alla perfezione da un cast esemplare, in cui spicca il commissario Umberto D'Orsi, sempre all'altezza. Poco adatte invece le musiche.
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