Death Valley - Una vacanza nell'estremo terrore - Film (1982)
Death Valley - Una vacanza nell'estremo terrore
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Death Valley
Anno: 1982
Genere: thriller (colore)
Regia: Dick Richards
Note: Aka "La valle della morte".
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Ecco un altro thriller (di horror non è il caso di parlare) costruito con poche idee e quattro soldi. Protagonista, per una volta, è un piccolo bimbo di circa sei anni - biondo platino e con un paio di occhiali da cinquantenne - il quale parte con la madre e il nuovo compagno di lei per una vacanza nella Death Valley. Raccoglierà da un camper abbandonato (in realtà da poco teatro di tre orrendi omicidi, anche se a noi ne viene mostrato solo uno) un ciondolo a forma di rana, che ritroverà al collo di un cameriere. Quest'ultimo, accortosi dei sospetti del bimbo, decide di farlo fuori. E qui inizia (ma sarebbe più corretto dire finisce) il film, con i soliti estenuanti inserimenti tra le camere e...Leggi tutto i corridoi di una villetta, con la madre e il suo nuovo compagno che arrivano in soccorso del piccolo (non lo avevano sentito rispondere al telefono) affrontando il pericoloso criminale. DEATH VALLEY c'entra poco col titolo (la suggestiva Valle della Morte compare solo nella prima, già stiracchiata mezz'ora) ed è zeppo di punti morti, momenti in cui non accade assolutamente nulla. Intento del regista sarebbe quello di farci vivere il doppio dramma del bambino, da una parte insoddisfatto del nuovo uomo di mamma, dall'altra perseguitato da un feroce assassino. Purtroppo non basta il mestiere del buon Paul le Mat (il “nuovo” padre) per rendere credibile il primo dramma né la faccia cattiva del killer per dare tensione al secondo. Ci resta solo la discreta idea di fondere realtà e scherzo nel momento in cui il bambino arriva nella tipica città del west in cui sceriffo e banditi dovrebbero sparare a salve. Dovrebbero...
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- Non male, dopotutto:
Mco, Minitina80, Gabigol, Herrkinski - Mediocre, ma con un suo perché:
Corinne - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Galbo - Gravemente insufficiente!:
Marcel MJ Davinotti jr., Pumpkh75
Un filmetto da vedere sotto le coperte in una serata fredda, in uno di quei momenti cioè in cui si vuole assistere a spettacoli di puro intrattenimento, che non alzino troppo la soglia di attenzione dedicata. E qui abbiamo: bambino sballottato tra padre e madre in viaggio con quast'ultima, Valle della Morte come location regina e killer in azione; v'è tutto l'occorrente per rispettare i canoni poc'anzi elencati, in un contesto comunque più che dignitoso. Ad un certo punto fanno anche capolino, sul camper, due tette da urlo: che volete di più?
MEMORABILE: La grassona baby sitter che si ingozza di ogni sorta di porcheria mangereccia prima di finire malissimo!!!
Thriller banale e scarsamente efficace; all’inizio fa temere una specie di Kramer contro Kramer, poi involve in una soporifera parvenza di slasher, senza ritmo e senza azione, con l’esiguo sangue talmente finto da ricordare lo smalto per le unghie. Il twist finale è ripreso da Jeff Lieberman, mentre il piccolo Billy brilla per intelligenza nello spaesato deserto di personaggi creatogli intorno, pur non facendo altro che giocare ai cowboy e vagare in ogni dove senza meta. Pessimo e tedioso.
Ragazzino in vacanza con la mamma e il suo nuovo compagno ruba un ciondolo che lo metterà nei guai. Filmetto senza infamia né lode, dalla trama semplice e ben poco originale, che riesce tuttavia a intrattenere piacevolmente, con una narrazione fluida e un'insolita location "western".
Dinamiche genitoriali mescolate ad atmosfere thriller. Una miscela in partenza originale, ma nel complesso male assemblata dagli autori di Death valley. La location suggestiva del titolo è sfruttata poco e male e nel complesso la pellicola si rivela il solito film su un efferato serial killer che ha preso di mira il piccolo protagonista il quale si è incautamente impadronito di un ciondolo. La "caccia" al bambino che dovrebbe essere il clou della storia, è portata troppo per le lunghe e con ritmi assai blandi.
Un thrillerino all’acqua di rose e in chiave adolescenziale, vista la presenza del piccolo e occhialuto protagonista. Sebbene abbia dalla sua parte una buona struttura narrativa e mantenga nelle fasi chiave un minimo di tensione, in alcuni passaggi è prevedibile e un po’ forzato. Ha dalla sua poco sangue, uno spirito 100 % americano e una durata di poco inferiore alla media che gioca a suo favore. Da guardare senza impegno, consapevoli di passare una serata in leggerezza.
A suo modo gradevole, in particolare per il tenero protagonista inserito nel classico contesto familiare "rimodellato". La pellicola sfrutta un impianto narrativo semplice, ma senza nessun calo di ritmo; la componente thriller si fonde con naturalezza alla sfera intima della famigliola e garantisce intrattenimento senza superare una certa soglia di morbosità o violenza. Chiaro che a film di questo tipo sia davvero difficile, forse ingiusto, chiedere di più.
MEMORABILE: Lo "scontro" nel museo; La carneficina in camper.
Psycho-thriller dalle tinte slasher girato nella Death Valley che vede una famigliola presa di mira da un serial-killer. Si usa l'espediente abbastanza classico del bambino in pericolo contro il pazzo omicida; funziona comunque nelle scene clou, con riusciti momenti di tensione e con qualche buona idea legata agli scenari della location, tra villaggi western per turisti e motel isolati. Discreti i (pochi) omicidi mostrati, nello stile del filone slasher in auge nel periodo, non male il killer e il twist finale; confezione un po' para-televisiva ma nel complesso più che godibile.
Dick Richards HA DIRETTO ANCHE...
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