Dov'era lei a quell'ora? - Film (1992)

Dov'era lei a quell'ora?
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1992
Genere: drammatico (colore)
Note: Una didascalia inizale spiega che il film è ispirato all'omonimo brano musicale degli Alunni de Sole.

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il film dichiara (fin dal titolo) di ispirarsi allo splendido brano omonimo d'esordio degli Alunni del Sole, nel quale Paolo Morelli raccontava molto fumosamente (ma quella era un canzone, niente di strano quindi) di essere tornato una mattina dal lavoro, di non avere più trovato la sua donna nel letto e di essere stato interrogato non si capiva bene da chi e su cosa. Da quelle poche frasi sibilline si ricava un soggetto minimale che vede per l'appunto il protagonista, Enrico (Fogli), rientrare a casa dal lavoro notturno incrociando di fronte all'ingresso l'ambulanza. Sua moglie è morta, pugnalata, e il commissario (Maestosi) lo ferma per chiedergli dove fosse, all'ora...Leggi tutto del delitto. Ma poi la cinepresa allarga e svela il trucco: è solo un film ed Enrico, oltre ad esserne il personaggio centrale, ne è “in realtà” anche il regista, Andrea Del Bianco. Diversamente rispetto alle tante pellicole imbastite su un tema simile, tuttavia, la maggior parte dell'azione si svolge all'interno del film nel film, con davvero poche parentesi in cui Enrico si ritrova nei panni di Andrea, autore sul set in chiave OTTO E MEZZO (per restare al modello cui il regista questa volta autentico, Antonio Maria Magro, guarda piuttosto smaccatamente). La storia, cioè, continua ad essere quella del marito convocato alla stazione di polizia dove si trova a colloquio col commissario, che gli chiede di compilare un anomalo questionario in cui ricostruire un po' tutta la sua storia. Così, non senza cadere in un caos che si protrarrà per buona parte della durata, ci viene propinato un lungo flashback ambientato in Calabria, dove vediamo Enrico conoscere sua moglie ma anche una misteriosa ragazza che lo affascina e staziona di tanto in tanto in spiaggia, tra gli scogli. Lì Enrico incontra pure Lucia (Di Lazzaro), con cui avrà una breve storia. Poi la decisione di emigrare al Nord, a Riccione, mentre il clima si mantiene surreale, denso di dialoghi inafferrabili, di suggestioni oniriche (non manca il solito sogno col nano), di carrellate sull'orizzonte del mare e di situazioni che si sfarinano col passare dei minuti lasciandosi dietro il nulla. Se si esclude l'improvviso quadretto del Fogli regista invitato a un ricevimento di gran lusso al quale partecipa pure Anita Ekberg (nella parte di se stessa) e in cui si cita apertamente LA DOLCE VITA, il film è costituito da lunghi monologhi del protagonista che si interroga su tutto e su tutti, quasi trascolora nel paesaggio entro cui cammina, si muove, pontifica o ascolta chi come lui azzarda riflessioni perlopiù inconsistenti. Piuttosto inspiegabile la scelta di affidare il ruolo di gran lunga più importante a Fogli dal momento che non ce lo si fa ascoltare mentre parla (è doppiato da Claudio Capone, all'epoca sugli scudi come voce ufficiale del Ridge di BEAUTIFUL) né - a questo punto più grave - mentre canta (l'unico brano vocale è di Mingardi, e dire che quell'anno Fogli presentava a Sanremo "In una notte così"). Scelto unicamente per il volto, il nome e la presenza fisica, l'ex storico performer dei Pooh alla sua unica prova cinematografica non dimostra (né avrebbe potuto) grandi capacità recitative finendo per confondersi nella mediocrità generale, che attraverso due ore e un quarto interminabili portano in scena sequenze che lasciano allibiti per il tentativo di avvicinare - con scarsi risultati - opere alte e ambiziose. Un progetto ben poco premiante, che Antonio Maria Magro dirige (e sceneggia, insieme a Pietro Fraticelli) riservandosi anche un piccolo ruolo nel finale sfilando al commissariato per essere a sua volta interrogato. Maestosi fa quel che può ed è il più professionale del gruppo, ma certi dialoghi e certe sequenze (si pensi alla sodomizzazione della Di Lazzaro in lacrime tra gli scogli ad opera di un Fogli infoiato) rischiano di finire conservate nella bacheca del trashofilo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/21 DAL BENEMERITO REEVES POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/05/21
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Reeves 26/04/21 23:24 - 2280 commenti

I gusti di Reeves

Riccardo Fogli interpreta un regista in crisi che cerca se stesso tra la Calabria e una Riccione invernale e piovosa. Molti echi felliniani (la Ekberg che fa se stessa, il regista in crisi che racconta una storia nella quale non crede più) e molte ambizioni per un film che non riesce mai a decollare veramente, non aiutato da una recitazione di maniera da parte dei professionisti e solo velleitaria da parte di Fogli.

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  • Discussione Bubobubo • 4/05/21 17:30
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Una stagione di rarità ritrovate, a quanto pare! Una vita che ho la curiosità di vedere qualche prova registica di Magro... Anche se il vero feticcio, naturalmente, rimane Decadenza.