Figlio mio, infinitamente caro... - Film (1985)

Il film racconta la discesa negli inferi della tossicodipendenza di un avvocato integgerimo, interpretato da Ben Gazzara, nel tentativo di salvare dallo stesso male il figlio (Sergio Rubini). La rappresentazione appare abbastanza cruda e asciutta, realistica ed amara. Il cast di buon livello (con una giovanissima Valeria Golino e Mariangela Melato) sorregge bene la storia.

Bel film crudo e realistico scoperto per caso una notte in televisione. Credibile Rubini nel ruolo del tossicodipendente e affascinante la giovane e naif Golino. Ha un'atmosfera sospesa, mitica, uno spaccato dell'Italia viziata degli anni Ottanta. Da vedere assolutamente.

Il dramma dell'eroina, anniottantesco per eccellenza, messo a specchio in una Pisa mestissima. Sorvolando sulle ingenuità nella descrizione del consumo (l'inverosimile "dammi una dose", i pusher stereotipati), il film va alloggiato nel filone italiano, non sempre felice, dei duelli edipici padre-figlio. Notevole è il ribaltamento deciso da Orsini, De Negri e Cerami per cui il peccato per una volta ricade sui padri. Intenso Gazzara, anche se il doppiaggio riesce troppo incollato; non male Rubini-Golino. Insieme ad Amore tossico, il nostro Trainspotting.