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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Fantascienza dai chiari intenti metaforici, con un alieno nero che precipita sulla Terra (ad Harlem!) inseguito da due alieni bianchi con cattive intenzioni, che comunque entreranno in scena non da subito e la cui presenza, nel contesto, appare marginale. Perché è chiaro fin dalle prime scene che il protagonista unico, attraverso gli occhi del quale viene vissuta la vicenda, è “il fratello", l'alieno di colore, incapace di parlare la nostra lingua (tutti lo credono muto) ma fisicamente identico a noi (tranne i piedi, che però copre facilmente con le scarpe). Il gioco del regista (nonché sceneggiatore, montatore e perfino attore nel ruolo di uno dei due...Leggi tutto alieni bianchi) è mostrare il nostro mondo così come potrebbe apparire agli occhi di un "esterno" che lo osserva incantato, che fatica a capirlo ma lo accetta per come è limitandosi a prenderne parte e quasi lasciando che siano gli altri a favorirne l'integrazione. Quando si scopre la sua capacità di riparare i videogiochi rotti solo toccandoli lo si comincerà a guardare come un tipo strano ma non troppo (ad Harlem si pensa ad altro). Un'idea originale e simpatica, quella dell'autore John Sayles, ma che in realtà mostra presto la corda. Tanto che sembrano francamente esagerati gli elogi spesi per un film intelligente, d'accordo, ma fiacco e ripetitivo, senza grandi trovate che sostanzino lo spunto di base. Il protagonista Joe Morton ha la faccia giusta, indubbiamente, ma la sceneggiatura poteva essere molto più arguta e divertente. Qui, escluse un paio di buone battute, fanno sorridere soprattutto la situazione in sé e alcuni personaggi. E anche il finale delude.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/08/06 DAL BENEMERITO ILMONCO
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Ilmonco 9/11/10 19:12 - 41 commenti

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Ritenuto un cult da chi lo ritiene un cult. Una bella combinazione tra fantascienza, commedia e denuncia di ogni tipo di razzismo. Chi l'ha detto che gli alieni sono più evoluti di noi? Sul suo pianeta, Brother, è uno schiavo nelle piantagioni dei bianchi che vengono sulla terra per ripenderlo (lo stesso regista e David Strathairn, pazzesco). Geniale la trovata dell'occhio e qualche dialogo nel bar fa abbastanza ridere. Tutti i bianchi del film sono gente che parla molto e spesso da sola, sembrano sentirsi molto soli.

Giùan 27/11/11 14:15 - 4576 commenti

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Tipico film di Sayles: ritmo da incantatore di serpenti e scrittura in punta di penna, con molte idee che quasi a bella posta son lasciate in linea di galleggiamento senza esser sfruttate fino in fondo. Da Corman (della cui factory è stato collaboratore), il regista mutua un'idea di cinema con una semplice idea forte; di personale ci mette una certa libertà nello sviluppo narrativo e un sense of humour di forte understatement. L'utilizzo della sci-fi come metafora dell'ora e adesso ha un che di classico, che l'utilizzo del b/n non fa che ribadire.
MEMORABILE: Il sorriso accennato e fisso d Joe Morton; La bellezza di Dee Dee Bridgewater; I killer che al bar ordinano la birra con ghiaccio.

Daniela 22/07/19 15:22 - 12678 commenti

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Alieno nero in fuga da una coppia di sbirri bianchi vestiti come Johnny Cash atterra a Ellis Island e finisce nel Bronx. . E'muto, ha i piedi con tre dita artigliate ed è in grado di riparare macchinari e tessuti umani con il tocco della mano... Piccolo film indipendente che ha acquisito col tempo una meritata fama come apologo contro il razzismo, reso gradevole dalla colorita galleria di emarginati che proteggono l'alieno. In parte lo stranito Morton, splendida Bridgewater, gustosa la coppia di men in black Sayles-David Strathairn.

Herrkinski 24/07/22 03:42 - 8130 commenti

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Interessante mix tra fantascienza e film d'impegno sociale, decisamente più anni '70 che '80 sia per l'impostazione stilistica che per l'estetica; belle le location di una Harlem degradata, con lo spettro dell'eroina già alle porte, tra criminalità e bar di periferia, ma anche brava gente che offre solidarietà senza secondi fini. Bravo Morton nei panni dello stranito alieno empatico e ben scelti i caratteristi di contorno; una metafora tra humor, momenti più drammatici e qualche scena d'azione, non priva di una sua originalità e intelligenza; certamente meritevole di una riscoperta.
MEMORABILE: L'occhio; L'incontro con il narcotrafficante; Le scene di vita quotidiana nel bar; L'eroina.

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  • Curiosità Buiomega71 • 28/10/15 10:51
    Consigliere - 26050 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (venerdì 12 febbraio 1988) di Fratello di un altro pianeta (notare il "John Saylas"!)

  • Curiosità Daniela • 22/07/19 15:27
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Nel cast David Strathairn e John Sayles costituiscono la coppia di sbirri alieni alla caccia del protagonista in fuga dal proprio pianeta.

    All'inizio del film, uno dei personaggi si riferisce al cantante Johnny Cash per descrivere come sono vestiti i due, ossia interamente di nero.