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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/01/09 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 13/01/09 18:36 - 5737 commenti

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Inchiesta sul mondo del circo in cui l'mpianto oggettivo e documentaristico è comunque attraversato da una vena tutta felliniana: fastosa, immaginifica, allegorica, ironica. Tra grotteschi personaggi legati all'infanzia dell'autore - freaks, pazzi del villaggio, bonaccioni, fascisti esaltati - ed interviste a gloriosi clowns del passato, si avverte un senso di malinconica, dolorosa caducità, evocato sia dalla travolgente parata finale, sia dalla maschera ridicola eppur triste del pagliaccio stesso. Post-, pre-Amarcord.
MEMORABILE: Il testamento e il funerale del clown. L'immagine finale dell'angelico clown che suona la tromba.

B. Legnani 31/01/09 17:05 - 5544 commenti

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Volutamente lugubre. Dopo un quarto d’ora iniziale che preconizza il successivo Amarcord, il film prende una piega fra il documentario e la finzione, con tocchi di commedia. Resta il sapore amaro di una figura d’artista che non ha più, o quasi, ragione di esistere. La derivante tristezza è forse più acuta in chi, come me, non è mai riuscito a ridere coi pagliacci, trovandoli tristi di per sé. Fra i clowns ci sono molti caratteristi ben noti, truccati in maniera che ne rende taluni difficilmente riconoscibili d’impulso. Si vede Victoria Chaplin. Un Fellini minore.

Rebis 15/11/13 13:00 - 2343 commenti

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Prima di Amarcord ci sono i Clowns, la matrice di tutto il cinema felliniano, l'allegoria finzionale che esonda sul reale e lo infesta, lo divora ineluttabile. Pseudo inchiesta in cui documentazione e mistificazione cospirano per restituire la platealità furibonda dello spettacolo, sboccia in un incipit di grande purezza evocativa, trova spazio per un'annotazione prosaica, ma mentre si fa addentro all'esoterismo circense deflagra in una messa in scena funerea, dantesca, un baraccone di dolore in cui i clown sono imbrattati di sangue e trovano requie solo in un lungo struggente epilogo.

Ryo 10/01/14 23:47 - 2169 commenti

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Un lungometraggio-omaggio di Fellini al mondo del circo e in particolar modo all'arte dei clowns. Regia dallo stile documentaristico, che esplora ricordi e aneddoti della vita del regista sino a comporre un vero e proprio spettacolo finale personale. Sconsigliato a chi soffre di coulrofobia; gli altri troveranno divertenti alcuni sketch.

Saintgifts 18/10/14 00:53 - 4098 commenti

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Dopo un incipit autobiografico, dove il regista mostra come è nata la sua passione per il circo e i clowns, affiancando le performance dei veri pagliacci a quelle di personaggi reali della sua infanzia (un preludio ad Amarcord), il film cambia registro e si trasforma in una ricerca inchiesta tra personaggi del circo, attuali e del passato. È il regista stesso, con una sua troupe (tra cui un giovane Alvaro Vitali) a condurre l'inchiesta. È come se Fellini abbia voluto togliere l'aura dai suoi ricordi scoprendo la tristezza della realtà.

Rufus68 23/03/18 19:58 - 3848 commenti

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Al di là del fiato corto della nostalgia, oltre il fascinoso gusto teratologico, Fellini resoconta, da insigne antropologo e domatore di bestie attoriali e freaks, la scomparsa della millenaria tradizione della cultura popolare, qui colta negli ultimi e strazianti spasimi (il tono funebre è conseguente). La scelta dell'eulogia-necrologio si rivela, quindi, giusta: a mancare è la presenza di sequenze davvero memorabili. Brilla, tuttavia, l'esattezza sociologica nel delineare un trapasso che il silente volto di Vitali riassume oggi icasticamente.

Minitina80 7/08/17 10:17 - 2986 commenti

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Poca importanza assume la necessità di inquadrarlo sotto un’unica etichetta di genere; sembra un documentario, eppure in alcuni momenti sconfina in altri lidi. Nel tributare i clown, Fellini lascia trasparire a più riprese una malinconia diffusa per queste figure che apparivano già allora in declino. Piacevole vedere il parterre di caratteristi tutto italiano nell’epilogo che racchiude probabilmente tutte le sensazioni del regista sull’argomento, oltre che mettere una parola definitiva sui clown.

Paulaster 8/02/18 12:04 - 4441 commenti

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Sorta di tributo con inchiesta sui pagliacci circensi. Fellini mostra il suo interesse recondito (e turbato) per questi personaggi a testimoniare la scomparsa di una passata ilarità. Interessante nelle interviste e nelle figure storiche, termina con una specie di requiem da saltimbanchi. Mostrato bene il lato sinistro e tragico nel trucco sbavato di chi muore metaforicamente in una pista tra le tigri e la donna erculea.
MEMORABILE: Il clown che volteggia sopra la pista tra le stelle filanti; Il cannone gigante Martini.

Noodles 5/03/20 20:57 - 2246 commenti

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Federico Fellini si tuffa in un'inchiesta e va a esplorare il mondo dimenticato dei clown. L'operazione riesce, anche se non completamente. Fellini infatti non resiste alla tentazione di autocitarsi a più riprese e in vari modi in un film in cui aveva poco senso farlo. Di contro alcuni capisaldi del suo cinema funzionano al meglio, come la struggente malinconia di base. Un film su figure tristi non poteva che essere triste, come questo, o fintamente allegro. Buono. Ma poteva essere splendido.

Kinodrop 4/03/22 19:25 - 2972 commenti

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Tra il girotondo finale di 8 e mezzo e prima della galleria dei personaggi singolari e bizzarri di Amarcord, questo lavoro felliniano riassume tutta la sua visionarietà nostalgica e insieme la sua adesione sempre curiosa alla realtà e lo fa attraverso una kermesse sul mondo scherzoso e malinconico dei clown circensi. Uno stralunato documentario che vale anche come esercizio e ricognizione della poetica del grande regista, in bilico tra indagine sociologica e memoria di un fenomeno che si è andato spegnendo, lasciandosi dietro solo sparuti ricordi riannodati per l'ultima volta.

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Reeves 24/04/24 12:41 - 2248 commenti

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Il mondo circense, così come quello dell'avanspettacolo, sono le fonti principali di ispirazione per Federico Fellini e sono presenti in tutte le sue opere di grande successo. Siccome si tratta di mondi che la modernità stava cancellando, questo film (che a modo suo li racconta entrambi) è decisamente lugubre, quasi cimiteriale, però sincero e affascinante come solo Fellini sa essere.
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