Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/03/08 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 11/03/08 00:55 - 5550 commenti

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Se finisse dopo un’ora sarebbe un gran bel film, pur con tutte le note difficoltà nel trattare un tema del genere: se si mostra, sembra di voler tirare colpi bassi, se si sottointende, pare di voler negare l’enormità dei fatti. Purtroppo, dopo 60’, con l’arrivo dei prigionieri russi, il film imbocca una strada sorprendente, con un meccanismo erotico-redentore incredibile, talora sfociante nel grottesco (ma che fine hanno fatto i rigidissimi controlli presenti fino ad allora?), chiudendosi con una scena di massa che mi pare ben più criticabile della contestatissima (all’epoca) carrellata sul corpo della Riva (a proposito: grandissima prestazione). Ottima pure Didi Perego. Se non sbaglio, il comandante del lager è Umberto D’Orsi.

Pigro 6/11/09 10:19 - 9702 commenti

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Da generosa ragazzina a spietata kapò, fino alla redenzione grazie all'amore. Il film piomba subito nei gironi infernali del lager per la via crucis della giovane ebrea descritta con crudezza e lucidità. Poi la svolta sentimentale: il film vira sulla canonica storia d'amore contrastata, e la tensione (morale) cala. Grazie alla solita dinamica amorosa lo spettatore può identificarsi con la ragazzina, altrimenti distante, e soffrire per complicità. Ma il film soffre di questa schizofrenia di impostazione. Finale ambiguo e spiazzante.

Luchi78 20/04/10 12:41 - 1521 commenti

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Inizialmente sono rimasto sbalordito dalla crudezza delle immagini dei deportati che scendono dal treno nella più totale confusione, o da quella porta che si spalanca sulla baracca piena di gente che dormiva stipata come se fosse morta: mai visto niente di più realistico su una pellicola cinematografica. Anche la trasformazione di Edith lascia esterrefatti: ma è proprio questo il fulcro del film, l'anima che si piega alla volontà dell'oppressore. Alla fine qualche incoerenza sulla commistione tra deportate e prigionieri russi. Comunque notevole.
MEMORABILE: L'orrore di Edith di fronte alla scoperta delle baracche piene di deportati.

Enzus79 29/06/10 17:36 - 2920 commenti

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Bell'esempio di come si possa girare un film su un tema così importante senza mai stancare. Se poi alla sceneggiatura ci sono Solinas e lo stesso Pontecorvo... Certo in alcune parti è ambiguo. Belle le prove degli attori, dalla Strasberg alla Perego.

Saintgifts 3/11/10 01:09 - 4098 commenti

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La scelta di Susan Strasberg si rivela fondamentale. Credibile all'inizio, nelle vesti di una educata ragazzina ebrea, credibile anche nella repentina trasformazione, indotta dal brutale e crudele cambio di vita che vede distrutta la sua famiglia. L'argomento trattato è degno di tutto il rispetto possibile e qui è visto da una prospettiva diversa dal solito e questo è il punto interessante, l'annullamento di ogni dignità personale pur di sopravvivere. Il film però non convince del tutto perché poco lineare con cambi di tensione spiazzanti.

Pinhead80 1/04/11 10:48 - 4800 commenti

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Quando vengono trattati certi argomenti non si può non rimanere colpiti. Pontecorvo lo sa bene e dimostra di avere una grande vena registica, immortalando momenti di rara intensità e crudezza. Il cambio, o meglio, i cambi di personalità della protagonista rivelano come l'uomo modifichi il proprio essere in base a ciò che vive. La logica del potere che piega anche le menti viene fotografata con un realismo destabilizzante. Un film che merita attenzione e che spinge a diversi tipi di riflessione.

Homesick 2/06/11 09:52 - 5737 commenti

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L’argomento trattato avrebbe potuto stimolare più vaste tesi antropologiche sulla degenerazione e il depauperamento dell’animo umano nella lotta per la sopravvivenza in situazioni di catastrofe, prigionia e miseria; Pontecorvo, invece, dopo un primo tempo di toccante efficacia nel restituire crudeltà e terrore del lager nazista, si rilassa con qualche nota politica di parte (l’attesa dell’Armata rossa) e facili sentimentalismi (patetica la promessa di matrimonio di Terzieff alla Strasberg). Tra le detenute non si scordano i volti della Riva e della Perego.
MEMORABILE: La punizione inflitta a Terzieff: tutta la notte in piedi, immobile davanti ai fili dell’alta tensione, sorvegliato a vista da una sentinella armata.

Addison 10/07/12 22:24 - 90 commenti

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Oggi è quasi un sottogenere, ma all'epoca di film ambientati nei campi di sterminio nazisti se n'erano visti pochissimi e il fatto che questo sia tuttora ricordato come uno dei classici in tema (non in Israele però, forse a causa dell'ambiguità della protagonista) la dice lunga sul suo valore e sulla sua efficacia. Certo la parte finale tende al lacrimevole, ma pur poco realistica ha narrativamente un suo perché. La Strasberg è più convincente come kapò indurita che come ingenua adolescente (aveva già 22 anni). Bravissime Riva e Perego.

Cotola 18/10/13 21:20 - 9082 commenti

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Di colpi bassi non ne tira poi nemmeno così tanti, ma dopo una prima parte interessante e più "tradizionale", ne segue una seconda molto discutibile e che, a tratti, ha francamente dell'incredibile. Se si voleva "essere cattivi" bisognava avere il coraggio di portare fino in fondo certe scelte.Il vituperato carrello sulla Riva oggi fa meno specie di una volta, ma può destare perplessità. Poco felici anche altre scelte (ad esempio: la morte dei genitori dinanzi agli occhi di Edith che li vede dalla finestra della baracca). Bravissima la Riva.

Lady 6/05/14 20:23 - 54 commenti

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Bellissimo. Lungometraggio tanto intenso quanto intensi sono il volto e gli immensi occhi di Susan Strasberg, emblema di come il terrore e l'orrore possano ridurre l'Uomo al livello di puro animalesco istinto di sopravvivenza, obnubilandone completamente la sensibilità. Il tema della Shoah ci mostra ancora una volta i tanti risvolti dell'animo umano. Le note di chitarra, archi, clavicembalo, sono il leitmotiv suggestivo e struggente che scandisce, allo stesso tempo, la drammaticità e la dolcezza della vita, insomma la sua poesia. Bellissimo.
MEMORABILE: Il sussurro di Edith: "Non è poi così necessario vivere".

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Daniela 22/10/15 14:15 - 12699 commenti

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Che bel film sarebbe stato questo della storia di Edith, ragazzina ebrea per che sopravvivere si trasforma in Nicole, criminale comune disposta a diventare complice degli aguzzini, se solo Pontecorvo non avesse voluto consolare il pubblico con una storia d'amore posticcia, incongruente con quanto mostrato in precedenza, sfociante in un un epilogo salvifico altrettanto forzato... Un'opera importante ma scissa in due: una prima parte di notevole impatto drammatico, una seconda dominata da toni sentimental/melò che banalizzano il risultato complessivo. Il voto è frutto della media.
MEMORABILE: La sequenza del furto della patata

Nicola81 13/11/16 19:48 - 2871 commenti

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Sempre incline a sollevare argomenti scomodi, Pontecorvo ha il duplice merito di essere uno dei primi a raccontare l'orrore dei campi di concentramento nazisti e di farlo da una prospettiva insolita. Purtroppo, allo spietato realismo della prima parte, segue un'improvvida sterzata melodrammatica che implica anche una notevole perdita di credibilità. Buona prova del cast, con la Strasberg che cresce alla distanza. La morte della Riva all'epoca fece storcere più di un naso, ma le vere pecche risiedono altrove.

Faggi 19/09/18 13:30 - 1550 commenti

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È noto che il film, nelle scelte di stile, soffre di doppia personalità patologica: a una prima parte secca, essenziale ed efficace, che lascia sperare nello scavo psichico, segue una seconda che fa cadere le braccia: un mistero di ascesa e poi rovinosa caduta formale. Ritrovandosi davanti a un altro film ci si chiede "perché?" e si continua la visione per inerzia. Lode a certe sequenze e a certe attrici, lode alla fotografia e a qualche dettaglio sparso ma la delusione dell'insieme è cocente, tanto da far esitare sul mezzo pallino in più.

Alex75 2/10/18 17:14 - 882 commenti

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Tra i primi film a mostrare gli orrori dei lager nazisti (soffermandosi con urtante realismo sull’abbrutimento delle prigioniere), il lavoro di Pontecorvo (pur valido, per le domande che suscita) sconta l’inserimento forzato di una storia d’amore e di riscatto, che, per quanto edificante, poco si intona con il contesto. Opera quasi interamente al femminile, con pregevoli interpretazioni (spicca la Strasberg, per quanto poco credibile come adolescente, ma vanno citate anche la Perego e la Riva).
MEMORABILE: L’angoscioso momento delle selezioni; Le manganellate delle kapò.

Zampanò 20/08/20 10:22 - 382 commenti

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Si dice che Susan Strasberg non sapesse piangere sul set. Poi ci è riuscita ma il gap testimonia che il ruolo, alto e patetico, non poteva essere affidato solo ai suoi grandi occhi neri, che pure le danno il 90% di espressività. Attenta la ricostruzione del campo di lavoro (non di sterminio) e ben cadenzata da Solinas la lenta trasformazione dell'ebrea in kapò. La digressione sentimentale però spacca il film. Ipotesi passabile nel '59 ma troppo inverosimile per noi oggi, abituati alla messa in scena tetragona dei lager. Sdolcinatura che fa velo a un'opera comunque importante.
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  • Curiosità Cotola • 18/10/13 21:09
    Consigliere avanzato - 3848 interventi
    * Pontecorvo rivela che discutendo del film con lo sceneggiatore Solnas, ebbe un litigio feroce poiché si meravigliò che un uomo della sua raffinatezza volesse inserire in un film del genere una storia d'amore. Si insultarono e non si videro per diverse settimane. Successivamente il produttore Cristaldi li costrinse a vedersi (pena cancellare la realizzazione del film): in quell'occasione entrambi dissero di averci ripensato. Alla fine vennero a un accordo e "nanizzarono" la storia d'amore confinandola nella parte finale.

    ** Pontecorvo si difende dalla critica che gli mosse Rivette sui Cahiers du Cinema definendo abietta la carrellata alla Riva ormai morta sui fili della corrente, poiché (a dire del francese) spettacolarizza la morte. Il regista nostrano difende la sua scelta poiché attraverso di essa voleva sottolineare l'assuefazione alla morte, visto
    che sullo sfondo le deportate continuano a camminare.

    Fonte: intervista a Pontecorvo tratta dagli extra del dvd Cristaldi.
  • Musiche Lucius • 9/07/16 00:08
    Scrivano - 9049 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, la musicassetta originale, abbinata a quella di Rosolino Paternò, soldato...:



    Ultima modifica: 9/07/16 07:39 da Zender
  • Musiche Alex75 • 20/12/18 17:57
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Il tema dei titoli di testa, composto da Carlo Rustichelli:

    https://www.youtube.com/watch?v=VqH2y0SBKpc