Deludente, lento. Ha un certo culto, ma è riuscito, senza difficoltà, ad annoiarmi molto. Eppure l’idea di base è buona: temo che una certa lentezza esecutiva, probabilmente scelta consapevole alla ricerca dell’introspezione del protagonista, gli abbia non poco nuociuto. Peccato.
MEMORABILE: La faccia di Gazzara, perfetta per il ruolo.
Film parzialmente riuscito con un'idea di fondo ottima, buonissime musiche ed un protagonista, Ben Gazzara, in forma, ben doppiato e a suo agio. Bella anche la storia, coinvolgente nonostante il film presenti numerose pecche. Il film paga l'eccessiva prolissità, con dialoghi a volte non compiuti e azzeccati e un finale non all'altezza dello sviluppo della trama del film.
Incursione nel noir di Cassavetes; ben più di Gloria un'opera personalissima e film di una vita per Gazzara, alias Cosmo Vitelli, fascinoso gestore di un bizzarro strip tease i cui spettacoli han molto del teatro off e dell'happening, grazie alla figura di mr. Sophistication. La trama di per sè conta poco. Conta invece il contagio linguistico, fatto di camera che spia o si insinua a forza nei volti alla ricerca di una verità. La storia prende derive esornative, vero sale del film.
MEMORABILE: Il finale; La scena di gelosia (piacerebbe a Sofia Coppola essere Cassavetes).
Bellissimo noir crepuscolare girato da un Cassavetes in forma smagliante, che dopo il capolavoro Una moglie imbastisce un’opera personalissima che sa farsi fulgido percorso morale, interamente plasmato sull’atmosfera immersa nella notte caotica e rumoreggiante, sull’attesa Melvilliana, sull’imprevedibilità del vissuto che fa a pugni con la coscienza. Fare la cosa giusta o sbagliata è il dilemma primario di un Gazzara, che prima di tutto inganna se stesso, spaesato e orgoglioso, dall’animo sensibile ma anche rude quando la situazione lo richiede.
Lo stile è quello tipico del regista e si dimostra perfetto per donare una veste originale a un intreccio noir avvincente e con qualche svolta non prevedibile, a tratti appesantito da lungaggini o parentesi inutili (il che, vista la firma, non stupisce) ma nobilitato da un Ben Gazzara favoloso e abile nel sovvertire le aspettative giocando coi caratteri dei personaggi. Finale forse un po' troppo autoreferenziale, ma utile per cogliere l'impronta autobiografica dell'opera. Niente male neppure la colonna sonora. Buon film, tutto sommato.
Ben Gazzara col suo sorriso serafico è il proprietario di un locale di strip-tease, ma per un debito di gioco dovrà vedersela con la mafia cinese. Film dalla sceneggiatura bislacca, in linea con le inquadrature pseudo-artistiche, non riesce ad avere nessun punto di forza, se non nelle tette svettanti che spuntano qua e là durante gli sghembi numeri da cabaret. Tante pretese per niente: da evitare con accuratezza.
Proprietario di un locale di strip-tease di terz'ordine, Cosmo perde una grossa somma al gioco. "Sono solo pezzi di carta", dice a un'amica, ma si tratta di un debito con la mafia... Cassavetes dirige un film appartenente a un genere molto codificato come il gangster-movie, ma, se la trama ne rispetta i tòpoi, la narrazione ne prescinde sia per il ritmo sincopato che per la grammatica visiva, a vantaggio della prova di Gazzara, qui nei panni di un personaggio che non rinuncia ad abbozzare un sorriso amaramente ironico anche in una situazione disperata. Finale elusivo e anticlimatico.
Categoria "film sbagliati di cui innamorarsi" (come Fedora di Wilder) è una riscrittura del noir classico fatta su un tavolino traballante,con una stilografica rotta e un foglio strappato male. Inquadrature storte, conversazioni che diventano voci off anche se avvengono in presenza di mdp e protagonista, incongruenze varie nella sceneggiatura. Pazienza, perché le ragioni per vedere il film sono altrettante, un grande Gazzara, un sottotesto che (forse) allude alla vita e alla vicenda professionale del regista, un fascino 70es che trae dal disordine una sua forza bizzarra ma autentica.
Cosmo, gestore di un locale off di intrattenimento tra il teatrino e burlesque, è costretto dalla mafia - per estinguere un grosso debito di gioco - a uccidere un boss rivale. In bilico tra gli stilemi del noir e la descrizione psicologica di un personaggio intorno al quale tutto ruota (che avrebbe dovuto costituire la novità narrativa), questo film di Cassavetes rimane impigliato in un doppio registro senza una sintesi credibile, con molti vuoti e facilonerie. Resta l'originalita delle riprese, il personaggio Gazzara col suo sorrisetto indecifrabile e qualche performance nel locale.
Il gestore di un night è costretto a saldare un debito di gioco accettando un incarico da sicario. Lo spunto più risaputo della morale pessimista del noir diventa appassionata e beffarda allegoria poetica del destino dell'autore, che diviene trasparente nella digressione prefinale: quella del capocomico (qui un impresario di striptease) costretto a scendere a compromessi con "il sistema" (la mafia) per salvare sé stesso e la propria compagnia. Ambientato in una San Francisco buia e sudaticcia, affollata dal chiacchiericcio di voci off, stilosamente girato come una spiata. Gran film.
Proprietario di strip club deve compiere un omicidio per saldare un debito di gioco. Cassevetes traspone il suo stile cupo a Los Angeles, più dispersiva e meno caciarona di New York. Ne guadagna il personaggio di Gazzara, perdente ma padre di famiglia delle sue donnine, un po’ fesso nel suo mondo effimero di spogliarelli e gioco d’azzardo. La suspense è asciugata di ogni orpello e il noir segue il suo svolgimento in una risoluzione malinconica, autoreferenziale dello stesso regista.
MEMORABILE: La macchina lasciata in mezzo all’autostrada; Il discorso sul crearsi un personaggio.
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HomevideoColumbo • 5/10/10 10:25 Pulizia ai piani - 1098 interventi
In Italia venne distribuita una versione di 85', tagliata e doppiata arbitrariamente; il dvd Criterion contiene finalmente l'edizione corretta, peraltro già ridotta da Cassavetes rispetto a quella originaria di 135', disponibile solo su dvd Usa.