La damigella d'onore - Film (2004)

I plot dei film di Chabrol appaiono meccanismi ad orologeria, perfetti in tutti i propri ingranaggi/meccanismi, salvo poi i particolari raté (un poliziotto insegue il protagonista e pesta una merda). I film di Claude Chabrol (quasi tutti, sicuramente i migliori) scorrono apparentemente tranquilli, senza vezzi autoriali, montati in maniera quasi invisibile (ahi! ahi! che ne direbbe Bazin?) se non fosse per alcuni movimenti ingannatori (la finta soggettiva finale). La rivoluzione della Nouvelle Vague oggi passa per il recupero del classicismo.

"Delitto per delitto" alla Chabrol, quindi "Il delitto per il delitto", insensato e gratuito, che però acquista, nella mente della triste "dark lady" Senta e del suo triste "amante diabolico" Philippe, il significato di una prova d'amore. Un amore che ha bisogno di diventare folle per sembrare grande, per sembrare vero, per non svelare quanto in realtà sia piccolo, quanto sia falso. Come le vite, represse e grigie, di Senta e di Philippe. La solita provincia francese fa da sfondo ad un dramma più astratto e più allusivo del solito Chabrol.

La pazzia descritta e raccontata in modo spiazzante senza mai dare punti di riferimento ad uno spettatore disorientato, che si troverà coinvolto nel film come il protagonista maschile si trova coinvolto nell'intreccio amoroso che non svelerà il proprio epilogo fino alla fine, quantomeno ambigua. Grande grazia nella messa in scena, con il suo incedere lento ed inesorabile, per un dramma a tinte forti cupo e privo, per una volta, della ironia cui i fan del regista sono abituati.

Centro del film è ancora una volta, come in altri film precedenti del regista francese, una figura femminile deviata, la cui psiche riserverà parecchie sorprese al protagonista. Il plot è ben congegnato e sicuramente intrigante ed interessante, ma a differenza di altre volte non riesce a coinvolgere appieno chi guarda e in fondo manca un vero colpo di scena. Enigmatico il finale. Brava la protagonista principale.

Ottimo lavoro di Claude Chabrol in un giallo "non giallo" di grandissima eleganza ed efficacia. La descrizione della piccola borghesia della provincia francese è accompagnata dal fine lavoro di descrizione dei personaggi, davvero ben caratterizzati e interpretati da attori in stato di grazia. Bravissimo Benoit Magimel e strepitosa Laura Smet. Davvero difficile non innamorarsi della sua misteriosa, fragile e completamente folle Senta. Un film dalla messa in scena classica, vagamente hitchcockiano e terribilmente intrigante.

Lei è bella, sensuale, disinibita. L'introverso Philippe se ne innamora a prima vista, contraccambiato, salvo scoprirne ben presto il lato oscuro: mitomane, esaltata, aspirante assassina... Un'altra indagine su una psiche femminile disturbata, condotta da Chabrol con eleganza non priva di accenti hitchcokiani, che lascia però una sensazione di incompiutezza, e non solo per il finale sospeso. I pochi cenni che dovrebbero in qualche modo spiegare la follia della ragazza sembrano buttati lì a caso, meglio sarebbe stato allora conservare il mistero. Comunque un film intrigante, a tratti suggestivo