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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Edoardo Leo torna alla regia dopo un lustro con un film che racconta emozioni e turbamenti di una coppia in crisi dopo dieci anni di convivenza: Tommaso (Leo stesso) è uno scrittore alle prese con il finale del suo ultimo romanzo (non lo vorrebbe “felice” come invece l'editore vuole imporgli), Zoe (Nieto) è alla guida di una casa sviluppatrice di videogiochi e ha accettato di trasferirsi dalla natia Spagna per prendere casa a Roma con lui. I due non litigano mai, sembrano andare d'amore e d'accordo, ma un giorno Tommaso - che arrotonda curando sotto falso nome la posta del cuore di una diffusa rivista - riceve tra le mille mail anche una della compagna la quale,...Leggi tutto dicendosi infelice, cerca conforto per confessare i suoi dubbi. Mantenendo l'incognito sta al gioco e comunica con lei via sms fingendo di volerla aiutare. In realtà sfrutta l'anonimato per sapere quali possano essere i problemi che la affliggono e cerca a sua volta di trovare una spalla nell'amico di sempre, Umberto (Fresi), sposato con la sindaca della Capitale (Gerini) e frustrato per come la moglie trascuri lui e la figlia. Una variante che permette di sdoppiare, pur in modo sbilanciato, la storia: i problemi di Umberto ed Elena (coppia secondaria rispetto a quella protagonista) contribuiscono a dare maggiore respiro al film, altrimenti troppo limitato dalla monotematicità dell'argomento. Sfruttando due eccellenti "spalle" come la Gerini e Fresi, Leo inquadra un bel quartetto affidandosi a una sceneggiatura piuttosto ben scritta, con qualche passaggio banale ma che mostra bella maturità nel condurre un gioco risaputo. Marta Nieto si rivela la partner ideale per rappresentare la donna di successo affascinante ma estremamente rigida, pratica, mai sorridente e visibilmente antipatica, in netto contrasto con la bonaria, malinconica simpatia di Tommaso. Per questo i dialoghi tra i due funzionano e nel loro frenetico avvicinarsi e allontanarsi (compresso però nello spazio di due mesi e non di anni, per una volta) si possono cogliere momenti in cui le emozioni e i sentimenti emergono con piacevole veemenza, lasciando che progressivamente i due protagonisti prendano coscienza non solo dei difetti dell'altro ma anche dei propri. Con ovvia attenzione ai luoghi di Roma, scelti privilegiando il lungotevere e i ponti sul fiume, una valida colonna sonora che avvolge in un clima di complessiva ricercatezza il film, la sensazione è di aver a che fare con un'opera non certo originale ma diretta e interpretata con gusto e delicatezza, condotta seguendo i toni soffusi suggeriti dalle immagini che ci vengono mostrate. Fresi si conferma intanto tra gli attori più capaci di fondere dramma e commedia innestando le necessarie dosi di ironia che alleggeriscono l'approccio fin troppo serioso imposto al film. Perché Leo e la Nieto non hanno quasi mai voglia di scherzare e le battute scarseggiano oltremodo. Ben studiati i faccia a faccia e i confronti a viso aperto, superflue le didascalie con definizioni da dizionario che aprono i diversi ”capitoli”, un po' troppo stiracchiato il finale, che porta la durata oltre l'ora e cinquanta...
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/01/22 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/01/22
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- Quello che si dice un buon film:
Nando, Fabbiu - Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Galbo, Pinhead80, Pigro - Mediocre, ma con un suo perché:
Rambo90, Gabrius79, Capannelle, Silvestro - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Zardoz35, Occhiandre
Leo torna alla regia con un film che nella prima metà ricorda La posta del cuore della coppia Hanks-Ryan, ma con meno verve di quel modello e una brutta predisposizione per la banalità. Ogni tanto la sceneggiatura ha dei guizzi, ma troppe cose sembrano messe lì per caso (compresa la coppia di amici, anch'essa in crisi come quella protagonista). Ci sono un certo finto femminismo, personaggi di contorno inutili, una Roma troppo imbellettata. Leo conserva la sua spontaneità, meno incisiva invece la Nieto in italiano. Mediocre.
Una coppia italo ispanica e una coppia semi istituzionale per una pellicola sentimentale che talvolta regala il sorriso. Leo offre un film nel complesso ben realizzato nonostante qualche passaggio a vuoto. Discrete le analisi familiari, anche se le case in cui vivono i protagonisti non sono proprio da borghesi ma più da veri ricchi. Lo sviluppo narrativo è interessante e il film, quindi, valido.
Pellicola davvero mediocre con protagonisti due donne egoiste e due uomini allocchi spesso imbarazzanti. La Gerini e Leo almeno ci mettono il mestiere, mentre la Nieto sfoggia una rara antipatia e non solo per il personaggio che deve interpretare. Scene come l'irruzione con dichiarazione amorosa di Fresi durante una conferenza stampa istituzionale hanno un effetto ridicolo e anche il bellissimo brano musicale "Tainted love" dei Soft Cell di Marc Almond viene malamente rifatto da Love Alexa. Mezzo pallino in più solo per gli scorci di una bellissima Roma notturna.
MEMORABILE: I dipendenti della tirannica Nieto organizzano una festa in discoteca alla vigilia della sua partenza per Londra e non gliele mandano certo a dire...
Bisogna dare atto ad Edoardo Leo di avere scelto un tema ostico per il suo film, quello della difficoltà a interrompere una relazione. "Lasciarsi un giorno a Roma" è un film ambizioso, non del tutto riuscito. Funzionano la sceneggiatura per quanto attiene alla storia principale e la prova degli attori, con il buon “innesto” di Marta Nieto. Meno efficace la storia della coppia Fresi/Gerini. Piuttosto altalenante il ritmo, con la parte finale un po’ troppo “tirata”. Suggestive le scene girate nella Roma notturna.
Pellicola forse troppo ambiziosa per Leo che realizza un film zoppicante e tirato troppo per le lunghe, come il finale. Se abbiamo dei momenti di respiro è grazie a personaggi secondari come Fresi e la Gerini, che regalano anche qualche momento frizzante. La storia fra Leo e la Nieto appare altalenante e i due sembrano quasi stridenti. Da apprezzare la fotografia di Roma notturna che ammalia sicuramente lo spettatore. Non troppo riuscito.
Un cocco di mamma e pure palestrato romano (anni 50 - dichiarati 40) sta con una wonder woman magrissima e spagnola di nome "Foe" (pronuncia iberica di Zoe) di 40 (dichiarati 35). Alla prova dell'amatriciana, però, l'incanto svanisce. Come cucina mamma, si sa, nessuno mai. La Gerini, in palla, non disdegna un ruolo e tira su il tutto. Si potrebbe proporre un seguito dove lui incontra un'altra lei, questa volta sui 25, e finalmente "rieducabile" a forza di pranzi dalla suocera? Con una tutta Acqua e sapone e soprattutto con impiego nel settore pubblico, l'amore volerebbe, forse.
MEMORABILE: La Gerini "monta sopra" al marito ben nutrito nell'angusto abitacolo; La figlioletta saputella alle cene; L'irruzione del marito di sindaca Gerini.
Nelle intenzioni una commedia dolceamara sui rapporti di coppia, in pratica un film con esiti altalenanti e personaggi secondari che, a parte Fresi, non riescono ad emergere. Alcuni anzi paiono infilati con lo sputo (l'odiosa bambina che parla da grande, la toscanaccia troppo sguaiata) come anche poco credibili sono l'attitudine passiva di Tommaso e l'incrocio tramite la "posta del cuore", anche se è interessante il binomio passato/presente perché si passa dalla rubrica di lettere alla chat con effetti in tempo reale. Comunque girata con cura e senza derive nazionalpopolari.
Stare insieme non è mai facile, ma pure lasciarsi può essere davvero complicato. Ne sanno qualcosa i protagonisti di questo film sentimentale ambientato a Roma e ben interpretato dal cast. La storia riesce a sviscerare quelle che sono le dinamiche interne delle coppie e le contraddizioni che spesso si vivono nelle storie. Fresi e la Gerini funzionano bene e fungono da ottime spalle per la coppia Leo/Nieto. Non era semplice intrattenere per due ore con una storia che poteva facilmente scivolare nel cliché e nel banale, ma il regista ci riesce senza esagerare nella melodrammaticità.
Buona prova, sia registica che attoriale, per Edoardo Leo. Interessante disamina della fine di una relazione, che diventa inevitabile nonostante gli sforzi, ben raccontata con i toni di una commedia che non eccede mai nel dar spazio alle riflessioni o ai momenti più seriosi. Fa da spalla il buon Fresi che, con la Gerini, racconta di un'altra relazione in crisi calibrando bene la narrazione dal momento che la parte del divertimento intuibile (Di Leo, leggendo le lamentele della moglie, capisce dove puntare per stupirla e tentare di riconquistarla) si consuma prestissimo.
La lunga e dolorosa consapevolezza della fine di un rapporto è raccontata in una commedia che affronta i sentimenti oscillando tra tanto già visto e al contempo tanta sincera intensità. Buona la narrazione dell’annaspo in cui il protagonista si ritrova, più o meno azzeccati tanti spunti di contorno, un po’ forzato il meccanismo delle mail scambiate tra lui e lei (che rendono poco realistica la cornice), qualche cedimento alla routine di certo cinema italian-romano, ma nel complesso si toccano le corde giuste, e il film merita.
Marta Nieto HA RECITATO ANCHE IN...
Il film è ben interpretato e discretamente diretto, ma è affossato da una certa prolissità che alla fine rende il lavoro pesante e dal fiato troppo corto. Specialmente la storia dei protagonisti andava sforbiciata, mentre le vicende di Fresi e Gerini forse meritavano più spazio. Peccato, perché le potenzialità per fare bene c'erano tutte. Nel complesso, mediocre.
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