Mainstream hollywoodiano dei più classicamente intesi al giorno d'oggi, costruito senza un solo attimo di pausa; col risultato però di ottenere un film freddo, sempre uguale a se stesso almeno quanto ricercatamente monoespressiva è la sua protagonista, una Jessica Chastain che in prodotti simili sguazza a meraviglia. Nei panni della Molly del titolo, narratrice in prima persona, ci stupisce forse davvero solo nel lungo prologo sulla neve, concluso chiosando come di fatto assolutamente nulla c'entri con la storia se non per la definizione del suo personaggio; che abbandona lo sci professionistico dopo una rovinosa caduta per diventare presto segretaria di un uomo d'affari foderato di soldi extra guadagnati...Leggi tutto organizzando partite di poker ricchissime con noti personaggi del mondo dello spettacolo e non solo. A Molly, sveglia e iperattiva come poche, poco ci vuole per imparare i meccanismi e per aprire in proprio, una volta licenziata dall'uomo, un giro di partite di livello ancor più alto, stando sempre molto attenta a rispettare le regole e soprattutto la legge. Ma allora perché la storia si apre sul suo arresto da parte dell'FBI? Lo scopriamo attraverso le parole della stessa Molly all'avvocato (Elba) a cui ha chiesto di essere difesa al processo stabilendo con lui un rapporto importante, forse l'unico del film ad avere un gradiente umano capace di superare la barriera di impersonalità che caratterizza gli altri. Per Molly non esiste amore, né sesso, né alcuna relazione che possa andare al di là di un superficiale sentimento di occasionale amicizia. E nella ricostruzione di una vicenda che in fondo si ripete ciclicamente lavorando in gran parte sui diversi ospiti che si alternano al tavolo verde, veniamo subissati da un fiume inarrestabile di parole, di microepisodi che insieme concorrono a tratteggiare una realtà precisa, quella del gioco d'azzardo svolto in bische private dove conta l'appeal del vip al tavolo, da “vendere” agli invitati come valore aggiunto. Ma nemmeno questo si coglie così bene in fondo, così come il poker giocato resta sullo sfondo: al di là di qualche mano decisiva che non poteva mancare, l'attenzione va tutta a ciò che ruota intorno alle partite, alle problematiche legate al guadagno di chi organizza, alla dimostrazione di come la protagonista rispettando rigorosamente la legge riesca a guadagnare cifre iperboliche a veloce rischio di volatilizzazione. E tenere il crimine organizzato al di fuori di business così voluminosi non sarà facile, come si può immaginare. Parabola di vita (da fatti realmente accaduti) costruita bene ma priva di fantasia o personalità, che per due ore e venti ripercorre mille volte lo stesso nastro con scarse variazioni, provando vanamente a staccare con flashback di gioventù brevi quanto superflui (quelli con Costner che fa il padre di Molly) e il medesimo atteggiamento della protagonista mantenuto dalla prima all'ultima scena: risoluta, algida, calcolatrice, la Chastain è quasi robotica, nella sua programmaticità; brava e adeguata, per carità, ma fin troppo sintetica e “asettica”.
Basato sulla vera storia di Molly Bloom, ex-sciatrice olimpica diventata regina dei salotti di poker americani. Approvato dalla vera Bloom, il film è quindi il più possibile aderente alla realtà, con grande attenzione ai dettagli; la regia dell'esordiente Sorkin è spigliata, aiutata da un montaggio rapido (ottimo l'incipit) e lo script include buoni dialoghi messi in bocca a un cast di professionisti. Il limite del film, a parte una durata un po' eccessiva, è il tema in sé: se non interessati al poker può risultare a tratti un po' ripetitivo.
L'inizio fa già capire come Sorkin, già sceneggiatore di film di successo, sfrutti la sua esperienza puntando su ritmo serrato e dialoghi pungenti. Nel prosieguo prende forma la bravura della Chastain nel condurre il gioco di questa singolare biografia, coadiuvata da validi interpreti e trovate anche divertenti. Può non tornare tutto o apparire troppo ammiccante come racconto ma energia e stile non mancano.
Ascesa, caduta, nuova ascesa e nuova caduta per Molly Bloom, prima campionessa di sci bloccata da un incidente, poi organizzatrice di partite di poker finita nei guai per aver infranto la legge sul gioco d'azzardo. Bel Film biografico su una personalità borderline che non chiede la nostra empatia ma suscita rispetto per la propria coerenza nel seguire principi per lei irrinunciabili. Ottima la prova di Chastain, ben supportata da Elba e Costner, ma il vero punto di forza della pellicola sono monologhi e dialoghi incisivi, anche se talvolta troppo inclini alla captatio benevolentiae.
Il film di Aaron Sorkin ha il grandissimo pregio di essere molto interessante pur trattando un tema che personalmente non conosco (il gioco del poker) e svariando poi in direzione di qualche altra strada; inoltre la lunga durata non inficia sul buonissimo giudizio. Ottima la scelta del variegato cast mentre Jessica Chastain ha una presenza fisica e non solo di notevole impatto.
Un film non facile, perché la storia di questa principessa dei giri del poker è di per sé non troppo interessante; ma la sceneggiatura veloce, ritmata e ironica riesce a renderla coinvolgente e accattivante fin dai primi minuti. Non c'è un momento di pausa, il montaggio è serrato, l'andirvieni di flashback e presente astuto. E su tutto regna la performance riuscita della Chastain, affascinante e con una personalità forte capace di reggere anche le scene meno riuscite. Bene anche Elba e Costner, per un biopic messo in piedi con gusto.
Un film decisamente interessante, tratto da un libro biografico dell'autrice stessa; zeppo di nozioni e regole sul poker che, se non vengono assimilate, risulta difficile in alcuni momenti seguire la trama. Superato questo piccolo ostacolo è una storia molto interessante quella di Molly, che ritiene di aver conosciuto star quotatissime di Hollywood ma che, ahinoi, non vengono esplicitamente menzionate nel film. Davvero convincente il personaggio dell'avvocato.
Film interessante, dall'incipit accattivante e in grado di offrire un ritratto femminile tutto sommato non scontato, che scansa abilmente buona parte dei cliché. La narrazione - in cui le dinamiche tra i personaggi risultano molto più interessanti di quelle delle partite a Poker messe in scena - risulta però a tratti faticosa, soprattutto per chi ignora le regole del gioco, per quanto la sceneggiatura faccia il possibile per rendere il tutto dinamico e intrigante. Confezione e cast di tutto rispetto, trascurabili i flashback con Costner.
Film che ha i suoi punti di forza nella sceneggiatura (scritta dal regista), che non perde un colpo ed è capace di non rendere gravosi i tecnicismi inevitabilmente presenti visto che parla (tra l'altro) di professionisti del poker, e la bella interpretazione della Chastain, credibile in tutte le parti del film e affiancata da un ottimo Idris Elba. Un plauso anche al montaggio serrato, che rende il film godibile nonostante la lunghezza non indifferente.
Per certi versi similare al coevo Tonya, l'opera di Sorkin si eleva da quest'ultimo soprattutto per l'assoluta qualità della scrittura (con tanto di dialoghi scritti meravigliosamente), che sa rendere interessantissima una vicenda che sulla carta non aveva troppe carte vincenti. L'adrenalinico prologo permette di entrare subito nella vicenda, che nonostante la durata non indifferente mantiene una uniformità per tutta la pellicola. Eccellente la prova della Chastain in un ruolo non semplicissimo, mentre Kostner cresce con il crescere dell'importanza del personaggio.
MEMORABILE: Il maledetto rametto; La semplice spiegazione del gioco utile per i neofiti; Padre e figlia sulla panchina.
Una valanga di parole che la protagonista sciorina senza interruzione per descriversi nelle varie fasi della sua avventurosa carriera di organizzatrice di sessioni di poker, tra successi e cadute. Un biopic che ci mostra gli arcani del gioco d'azzardo, magari con troppi tecnicismi che, per chi non sa, rallentano la percezione di quel mondo, ma che comunque regge bene per la performance della bella e fascinosa Chastain e dell' "agguerrito" Elba. Sebbene il montaggio supplisca, i flashback e le iterazioni appesantiscono nel senso di un'eccessiva durata.
Verbosa e pure un po' tediosa, escursione nei meandri del poker professionistico. Passi per la parte in cui si assiste all'ascesa e alla successiva caduta della regina del poker Molly Bloom (una brava e bella Chastain), che non entrerà nella storia del cinema ma almeno ha un buon ritmo, ma l'ultima mezz'ora all'insegna del più bieco "volemose bene" pare essere messa lì esclusivamente per titillare le papille gustative del pubblico americano. Film modesto, per fortuna ben interpretato, ma che lascia in bocca un gusto artificiale.
Tratto dall'omonimo memoir, il film di Aaron Sorkin racconta la parabola di Molly Bloom, che da promessa dello sci diventa l'organizzatrice di un giro di poker milionario fino al coinvolgimento della mafia russa. La Chastain è perfetta nel ruolo della donna algida e risoluta, dotata di talento e ambizione non comuni. Ritmo tuttavia fin troppo serrato.
Non ci si annoia mai: considerate le quasi due ore e mezza di durata, è un ottimo punto di partenza. Altro elemento meritorio e molto interessante, soprattutto poiché si tratta di un film americano mainstram, è quello di non eccedere nello spettacolo ed in scene madri (per quest'ultima ce n'è solo una, peraltro evitabile: la seduta psicanalitica col padre). Bravi regista e sceneggiatura. Il modo di narrare la storia ed i suoi contenuti sono abbastanza canonici: niente guizzi e sorprese, ma va bene così. Buona la prova della sempre bella Chastain ed anche quelle del resto del cast.
Una sceneggiatura dai meccanismi solidi, regia e montaggio dinamici, attori che fanno il loro dovere. Un film che non tradisce le aspettative - ma neanche le supera - e che vola via nonostante il minutaggio importante. Ben disegnato il personaggio di Michael Cera, mentre il padre psicologo Costner è meno interessante ma si salva nel bel dialogo finale con la protagonista (un anno di psicanalisi in un minuto). Jessica Chastain è una certezza, aveva già interpretato magnificamente un personaggio simile in Miss Sloane. Buono.
Uno di quei film per i quali si sente l'urgenza (sentita quanto probabilmente fastidiosa e alfine chissà quanto utile) di rimarcare un doppio grado di lettura. Così se sul piano narrativo la scrittura di Sorkin è avvincentemente incalzante, in grado di far letteralmente evaporare i quasi 150' di visione, la materia cinematografica "bluffa" con lo spettatore, vellicando troppe volte le corde dell'accondiscendenza indulgente nei confronti della protagonista. La Chastain costruisce comunque una femminilità "inviolabile", aliena e dissociata. Edip(ic)o re(o).
La prima ora è davvero tanta roba: ritmo, dialoghi pungenti, un'attrice protagonista brava e affascinante, una storia avvincente. Purtroppo la seconda parte perde molto dello smalto che caratterizza i primi sessanta minuti, anche se la pellicola mantiene un buono standard con un finale accettabile. Nel complesso un film valido che poteva essere ottimo, considerando le premesse.
La storia di Molly Bloom, promessa dello sci diventata organizzatrice di partite di poker per ricchi. A una superba interpretazione della Chastain si alternano altre buone interpretazioni dei comprimari (in particolar modo Elba). Bisogna anche dare i meriti alla sceneggiatura per la costruzione dell’intreccio, particolarmente elaborato ma non troppo intricato. Altro pregio del film è essere abbastanza lungo da approfondire tutti i particolari senza però sforare nella pesantezza. Buona la regia.
Nonostante una lunghezza non indifferente e una certa ripetitività di fondo, non è un film pesante da seguire, perché comunque la parabola della protagonista da campionessa di sci a "principessa del poker" desta una certa curiosità, e Sorkin, sfruttando la sua consumata esperienza di sceneggiatore, costruisce dialoghi brillanti che garantiscono un ritmo abbastanza elevato. Ben supportata da Elba, e in misura minore anche da Costner, Jessica Chastain fornisce una prova strepitosa come in Miss Sloane, e qui è anche decisamente sexy; perdonabile l'indulgenza verso il suo personaggio.
Non una martire, ma neanche una pericolosa malvivente da dover essere prelevata, in piena notte, con le armi spiegate e i fari negli occhi. È questo l'identikit della protagonista, interpretata dalla Chastain in maniera convincente. È una di quelle pellicole con voce fuoricampo che, se non studiate bene, possono risultare fastidiose. Ma non è questo il caso, grazie alle ricostruzioni piuttosto convincenti e al rapporto tra l'ex campionessa di sci e il suo avvocato, non certo accondiscendente. Meritevole di visione.
MEMORABILE: Il rametto; La descrizione dei giocatori. L'aggressione senza la possibilità di andare in ospedale; La psicanalisi in tre step su una panchina.
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CuriositàDaniela • 15/07/18 23:57 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Il film è basato sulle memorie dell'imprenditrice statunitense Molly Bloom, pubblicate nel 2014, dal titolo chilometrico: "From Hollywood's Elite to Wall Street's Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker".
DiscussioneRaremirko • 17/08/18 21:50 Call center Davinotti - 3862 interventi
Mi è piaciuto molto e non sono del tutto d'accordo con chi dice che, se non si conoscono le regole del poker, il film poi diviene ripetitivo.
Notevole esordio di regia per Sorkin, brillante sceneggiatore per Fincher e Reiner che qui risulta spigliato anche dietro la mdp (oltre che nello script, sempre da lui realizzato); serratissimo, avvincente, ottimamente interpretato (la Chastain è sexyssima, poi; bene Elba e Kostner fa sempre piacere rivederlo), il film vola nelle sue due ore e 20.
Qua e là romanzato, almeno credo, è la solita storia di redenzione che cambia ambienti (il poker ha il suo fascino, come i casinò) e che, sì, offre un ritatto femminile meno banale del solito, meno male.
Qua e là mi ha ricordato Tonya con la Robbie (anche sulla pista di pattinaggio, verso la fine), sia tematicamente, sia come scene.
Ogni tanto confondo la Chastain con Bryce Dallas Howard XD XD XD.