Le chat - L'implacabile uomo di Saint Germain - Film (1971)

Le chat - L'implacabile uomo di Saint Germain
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Titolo originale: Le chat
Anno: 1971
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Il gatto". Soggetto dall'omonimo romanzo breve di Georges Simenon pubblicato nel 1966.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/05/09 DAL BENEMERITO TARABAS
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Tarabas 14/05/09 10:31 - 1878 commenti

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Nel quartiere parigino di Courbevoie, due anziani coniugi condividono una vita fatta di rancori e ripicche, fin quando lei uccide il gatto randagio accolto in casa da lui. Dramma familiare a tinte forti, si direbbe di solito, con un duetto monstre Gabin-Signoret e citazioni a piene mani dal periodo d'oro del realismo poetico francese. È un cinema dichiaratamente e ricercatamente demodé, sguardi intensi e atmosfere claustrofobiche. Non potabilissimo, ma interessante per gli amanti della grande recitazione.

Tillozzo 23/07/10 11:55 - 3 commenti

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La vita, il dramma, il microcosmo quotidiano della vita in due. La solitudine che avanza lenta inesorabile dentro la coppia. Che s'insedia e scava nelle possibilità elementari di un uomo, di una donna che nel bene e nel male affrontano sino alla fine dei loro giorni un mondo che non gli appartiene più. Il gatto, che "piomba" come un rivale nella vita di Clemance, testimonia una volta ancora il disagio psicologico dell'anziana coppia. Lo amo incommensurabilmente.
MEMORABILE: All'inizio del film, a pranzo, in cucina: scena da antologia.

Fauno 2/08/16 00:33 - 2215 commenti

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Il film è mellifluo, il protagonista melenso; il risultato è al contrario una mazzata, ma non di quelle che tramortiscono bensì di quelle che dovrebbero svegliare. Tutto ciò che succede è allo stesso tempo crudele e diffuso: semplicemente non si sa invecchiare, non si capisce e soprattutto non si accetta che la vita continua anche dopo di noi, che non per forza sarà tutta miseria e decadimento; ma proprio perché si è convinti del contrario ecco che come canto del cigno si vogliono anticipare i tempi lasciando di se stessi il peggior ricordo possibile.
MEMORABILE: "Sono tornato ma non ti parlerò mai più".

Daniela 7/01/20 10:29 - 12695 commenti

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"Il rancore è come bere un veleno sperando che un altro muoia": è un aforisma di incerta attribuzione che calza perfettamente a questa storia crudele di un rapporto tra due anziani coniugi che si detestano. Nel suo miglior film, il regista asciuga il già scarno racconto di Simenon (poche allusioni al passato amore, scompare il pappagallo di lei) per mettere in scena un degrado umano che si rispecchia in quello urbano di un vecchio quartiere parigino in via di demolizione. Decisivo l'apporto degli attori nel mettere in scena una guerra silenziosa che non prevede vincitori ma solo sconfitti.
MEMORABILE: Lo sguardo di lei quando lui la avverte "Sono tornato ma non ti parlerò mai più"

Il Dandi 28/11/20 10:30 - 1917 commenti

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La miglior trasposizione di Simenon (delle quali Pierre Granier-Deferre fu uno specialista) ci ricorda che un capolavoro non ha bisogno di preziosismi o verbosità. Metà del merito è del duello silenzioso Gabin/Signoret, in scena quasi sempre soli. L'altra metà ai set in demolizione di Courbevoie, dove i netturbini rastrellano le strade come monatti durante la peste: il pavillon diroccato circondato dai cantieri è la metafora perfetta di un ex-amore finito che resiste quasi per dispetto, per l'impossibilità di trovare un altro proprio posto in un mondo ormai cambiato.
MEMORABILE: Lo sguardo di Gabin quando raccoglie il gatto, senza dire una parola.

Renato 1/12/20 15:34 - 1648 commenti

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Meraviglioso dramma con un Gabin in stato di grazia. Lui non sopporta più la moglie, senza un vero perché come spesso accade, e lei non si capacita. Il film è praticamente tutto qua: dolorosamente realistico nella descrizione delle piccole meschinità della vita coniugale. Proprio questa sua spietata verosimiglianza rende la visione ardua, come vedere la morte al lavoro. Un insospettabile capolavoro, spacciato dalla distribuzione italiana per il solito poliziesco. Bellissime anche le musiche di Sarde.
MEMORABILE: La Signoret, parlando tra sé e sé: "Dovrebbe esserci una legge: vietato vivere insieme se due non si amano più".

Keyser3 3/04/21 23:05 - 444 commenti

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Rispetto a L'evaso, la scena si sposta dalla campagna alla periferia, ma permangono le stesse atmosfere ovattate, malinconiche, crepuscolari, e il risultato che Deferre ne trae è come sempre molto soddisfacente. Un film in cui si parla poco: non servono troppe parole per esprimere il logorio, l'alienazione, la disperazione di una vita vissuta all'insegna della mediocrità e ormai sempre più prossima alla fine. I due protagonisti sono ovviamente eccezionali, probabilmente i due più grandi attori francesi di tutti i tempi.
MEMORABILE: A pranzo: lui nel tavolo dietro, lei nel tavolo davanti, seduti come sui banchi di scuola.

Cotola 23/07/21 18:31 - 9079 commenti

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Strepitoso film fatto di pochi, spesso taglienti dialoghi, e di "tante" azioni, piccole e grandi, e soprattutto di gesti, anche mancati, di sguardi di rata intensità che dicono e valgono più di mille parole. Breve cronaca di un amore ormai quasi irrimediabilmente devastato, imbruttito ed imbarbarito come l'ambiente in cui si svolge, sventrato dalle ruspe. Implacabile nel servire allo spettatore un calice di fiele da bere fino all'ultima amarissima ed esiziale goccia. Immense, le prove di  Gabin e della Signoret i cui sguardi e le cui azioni entrano dentro per non uscire più.

Jandileida 28/05/22 23:42 - 1568 commenti

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Basato su un chirurgico capolavoro di Simenon che raccontava l'orrore della vita di coppia come solo lo scrittore belga sapeva fare: atmosfera palpabile e poche parole ma scelte con la cura di un cesellatore medievale. Granier-Deferre riprende lo spirito del racconto finendo per asciugarlo ancora di più: le parole sono rarefatte, il ritmo compassato ma è difficile non riuscire a immedesimarsi nella vita degli attempati Gabin e Signoret (ambedue fenomenali) e nella dissoluzione del loro amore messo all'ombra della dissoluzione della periferia popolare parigina. Immortale.

Myvincent 30/06/22 07:16 - 3753 commenti

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Un gatto sembra sancire definitivamente la fine di un amore fra due persone che non hanno più niente da dirsi e convivono nella stessa casa da estranei. Simenon drammatico viene affidato a due grandi del cinema francese come Gabin e Signoret, nel ruolo di chi già si sente morto, per di più in un quartiere obsoleto che deve lasciare spazio al nuovo, inesorabilmente. Dei due il più infelice è l’anziano coniuge che ha deciso di condurre fino in fondo una guerra in favore dell’odio e a cui si attacca pervicacemente.
MEMORABILE: I dialoghi muti fra i due, interrotti dal lancio di bigliettini di carta che servono a comunicare quel minimo.

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  • Homevideo Mmvirtual • 22/04/16 03:05
    Disoccupato - 2 interventi
    Avete questo film? Scrivetemi alla mail Weird.mixture@gmail.com grazie!!!!
  • Homevideo Zender • 22/04/16 07:35
    Capo scrivano - 47865 interventi
    Mvirtual, questo non è un sito di ricerca film, è un sito di recensioni e discussioni e altro. Esistono altri siti per questo. CApiscono chiederne uno che ti interessa particolarmente, poi basta però.
    Ultima modifica: 22/04/16 07:36 da Zender
  • Homevideo Digital • 22/04/16 20:24
    Portaborse - 4007 interventi
    Sei fortunato, Mmvirtual: il 21/06/2016 esce il dvd italico della Sinister.
  • Musiche Lucius • 31/03/17 15:20
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale italiano, che dimostra come un aka poco noto del film fosse "Il gatto":

    Ultima modifica: 1/04/17 08:37 da Zender
  • Discussione Digital • 9/08/19 13:49
    Portaborse - 4007 interventi
    Qui trovate il raro trailer italiano :
    https://www.youtube.com/watch?v=qziLLkzAH_U
  • Homevideo Digital • 31/01/20 22:16
    Portaborse - 4007 interventi
    Rieditato dalla Sinister, dvd disponibile dal 13/03/2020.
  • Discussione Il Dandi • 28/11/20 11:10
    Segretario - 1487 interventi
    Tarabas ebbe a commentare:
    Nel quartiere parigino di Saint-Germain... 

    Attenzione: a dispetto del titolo italiano (che cercava di vendere la storia come un thriller, come si evince anche dal trailer qui sopra) il film NON è ambientato nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés (dove per fortuna nessuno si sognò di demolire nulla) bensì a Courbevoie (Hauts-de-Sein), periferia a ovest di Parigi, dove all'epoca era in atto il piano regolatore per riconvertire il comune da zona industriale a centro del settore terziario.
    I cantieri che circondano il pavillon diroccato dove vivono Gabin e la Signoret sono infatti quelli dei futuri grattacieli di uffici de La Défense.

    Impossibile per me dimostrare secondo i canoni davinottici le varie location (tutte attualmente sparite) ma diversi articoli on line ne ricostruiscono la memoria:
    http://entour-age.over-blog.com/article-le-chat-film-tourne-a-courbevoie-125094712.html
    Ultima modifica: 28/11/20 12:24 da Il Dandi
  • Discussione Zender • 28/11/20 17:32
    Capo scrivano - 47865 interventi
    Grazie Dandi, corretto.