Little monsters - Film (2019)

Un' insegnante (Nyong'o) accompagna la sua classe per una gita con lo zio di uno studente (England). Ma l'arrivo di un'armata di zombi cambierà la vita di tutti. Una buona commedia con spruzzi "horror" che gioca con il politicamente scorretto (soprattutto nel linguaggio) e che ricorda operazioni come L'alba dei morti dementi. Nulla di particolarmente originale, l'assalto degli zombi è visto dai bimbi come un gioco a livelli ( un po' come in La vita è bella) e non mancano sequenze tipiche del genere (l'immancabile assedio). Discrete le musiche da Taylor Swift a Diamond. Divertente.

Per una comitiva di bimbi di 5 anni in gita ad un parco di divertimenti l'assalto da parte di un'orda di  zombi potrebbe rivelarsi traumatico se la loro maestra con l'aiuto dello zio di uno dei ragazzini non trasformasse l'esperienza in un gioco a livelli in cui non bisogna farsi afferrare dai mostri ed il sangue è marmellata andata a male... La demenzialità non manca ma, più che demenziale, si tratta di un horror amabile che si concede qualche scorrettezza. Bellissima Lupita in giallo,  simpatico England, adorabile il Darth Fener in miniatura, un film "carino" nel senso migliore. 

Durante una gita scolastica un'insegnante e un musicista si trovano a difendere i bambini dagli zombi. Non siamo assolutamente ai livelli de L'alba dei morti dementi (che in questo genere è un capolavoro) per quanto riguarda l'inventiva di certe dinamiche, ma il film ha il merito di divertire e non annoiare, seppur ci siano momenti al limite del banale e un finale un po' troppo mieloso.

Un parco a tema, meta di una classe di bimbi con maestrina coadiuvata da un improbabile collaboratore, viene assalito da un'orda di zombi; non resterà che far passare l'orrore per un gioco e il sangue per marmellata. Se si trattasse di un cartone animato passi, ma l'idea di contrapporre all'innocenza e alla spensieratezza dei bimbi una scioccante esperienza che va oltre il demenziale, per di più corredata da un linguaggio inappropriato, sfiora la crudeltà mentale e la provocazione di cattivo gusto. Strage di zombi a gogo e finale al miele e ukulele.

Tenero e cinico, smargiasso e timidone, vive spensierato di contrasti e contraddizioni ma lo fa con quel garbato equilibrio che gli permette di rimuovere lo sporco che altre commediole “sbudellose” gli potevano logicamente aver lasciato addosso. Ne è incarnazione England: il personaggio è convenzionale, ma sviluppato e interpretato, nel passaggio dall’incorrect al correct, con bravura e senso della proporzione. Spenta la Tv, si rischia di canticchiare "Shake it Off" di Taylor Swift ancora per qualche minuto: segno inequivocabile, e inatteso, che il film ha fatto centro.