Living with Michael Jackson - Documentario (2003)

Cercando di carpire la psicologia del personaggio attraverso le incredibili risposte date al suo intervistatore, quella che ci viene mostrata è una superstar grandemente infelice, dall'infanzia terribile (il padre picchiava lui e i frateli con la cinghia) e dal presente caratterizzato da una straordinaria lontananza dalla realtà: ammette solo un'operazione al naso, fa trasparire un'ingenuità colossale che ben lo identifica col suo adorato Peter Pan. Appare spaesato, alieno, ma, da come parla, facilmente si capisce che la colpa non è sua...

Interessante e inquietante al tempo stesso. Ne esce un personaggio veramente rimasto inchiodato a quell'infanzia che non ha mai potuto vivere come un normale bambino, per colpa di un padre padrone manesco e di un incredibile talento che, se da una parte lo ha reso immortale, dall'altra lo ha costretto a una vita tutto sommato infelice, che Jackson cercava di rendere meno opprimente comprando di tutto, convincendosi di essere una sorta di Peter Pan e nutrendosi dell'affetto dei fan, tanto da far svolazzare il figlio di pochi mesi da una finestra, solo per sentirli andare in estasi.

Interessante documentario che cerca di indagare sul personaggio Jackson in uno dei momenti meno gradevoli della sua carriera. Un Jackson ormai irriconoscibile, trasformato dalle plastiche al viso e mentalmente palesemente instabile, ma che riesce ad ispirare compassione per la sua infanzia tremenda e per il suo utopico distacco dalla realtà. Una vita che tra spese irragionevoli e manie varie denota un grande vuoto esistenziale, ma anche una sensibilità fuori dal comune e sicuramente un notevole talento. Discutibile, ma curioso altresì.

Jackson risponde candidamente a domande trabocchetto prima della vera intervista, dove chiede una particolare illuminazione. Un'operazione eticamente non limpida l'intervistatore carpisce le "verità" della mostruosa "creatura" del secolo scorso. Un'infanzia violata che segna una vita disgraziata anche se costellata da miliardi (e poi da debiti). I fan di Michael Jackson, prima di farne un santino immacolato, potrebbero riflettere un po'sulla tragedia su cui è stata costruita questa vita, pur ricca di talento indiscusso.

Un film-intervista che ci mostra il dramma di un Jackson terribilmente solo e nello stesso qual tempo infantile. L'occasione è anche per accedere per la prima volta nella sua casa e nel famigerato parco dei divertimenti allestito nel giardino della sua villa. La telecamera, a mo' di inchiesta, segue Jackson in un folle shopping in uno shopping mall di Las Vegas. Personalmente quando vidi questa intervista ebbi molta compassione per quella che ormai consideravo la tragedia di uomo ridicolo. All'accusa di pedofilia non ho mai creduto.

A Michael Jackson è stata negata non solo l'infanzia, ma tutta la vita reale e si è trasformato in un adulto-bambino del tutto privo di controllo (anche grazie alle illimitate risorse economiche): si costruisce un mondo su misura, un corpo su misura, ecc... Buona parte della colpa è del padre, che lo ha vessato fin da bambino. Un grande talento, un uomo mite e gentile ma totalmente privo di quelle esperienze di vita che formano un caratere e un uomo. Non ci sono miliardi che tengano, fu una vita infelice che non augurerei al mio peggior nemico.