Nomi e cognomi - Film (2015)

Nomi e cognomi

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Gli intenti sono lodevoli, sia ben chiaro, perché la guerra di trincea combattuta dai giornalisti contro la criminalità organizzata ha mietuto troppe vittime e ricordarle è un merito; a non convincere è semmai la realizzazione, non all'altezza delle ambizioni e facilmente prevedibile in ogni suo sviluppo, figlio di un filone che conta ormai un numero eccessivo di pellicole tra loro associabili (soprattutto se si amplia il discorso alla televisione), dal cui mucchio si può emergere con escursioni in territori meno battuti, grandi prove registiche o appoggiandosi a interpretazioni di livello superiore. Non è questo il caso, purtroppo: la figura chiave, l'assoluto...Leggi tutto protagonista, è il Domenico Riva cui dà il volto Enrico Lo Verso (chiaramente ispirato al giornalista Giuseppe Fava), che pur trovando negli sguardi intensi dell'attore una bella tridimensionalità, non è assistito allo stesso modo dalla recitazione, poco naturale e artificiosa, che si sposa a una direzione del cast nel complesso zoppicante (si salvano caratteristi di lungo corso come Bruschetta o Abbrescia, il cui onorevole non sembra tuttavia così fondamentale nella vicenda). Lo Verso cerca di dare profondità al suo Domenico Riva ma incappa in gigionerie che in una dimensione produttiva modesta risaltano ancor di più in negativo. E' il direttore del quotidiano "Il paese del Sud”, tornato in Puglia da Milano insieme alla moglie (Cucinotta) e le due figlie con le idee chiare: il giornalismo ha il dovere di denunciare ciò che di marcio la società non riesce a eliminare. Facendo nomi e cognomi appunto, indicando con esattezza responsabili e occasioni. La discarica che esala miasmi in città diventa ad esempio il simbolo del malaffare: vi ha messo sopra le mani la mafia infischiandosene delle ovvie proteste dei cittadini, e non appena il giornale sbatte in prima pagina ciò che i criminali non vorrebbero mai leggere, è inevitabile che qualcosa cominci a muoversi. Prima gli avvertimenti, poi i consigli dell'editore a sua volta spinto dagli "sponsor"... Ma Riva e il suo gruppo di giovani collaboratori (dai quali si fa chiamare Mimmo, mai direttore), col quale ha stabilito fin da subito un rapporto importante di complicità, sanno che non possono fermarsi, rischiando mentre il protagonista apre l'inevitabile crisi familiare, con moglie e figlie che pretendono più attenzione. Tutto preventivabile, tutto già visto ed esposto in forma migliore. Qui si possono rilevare una buona resa del clima pesante in città (siamo nel barese, tra Giovinazzo e Molfetta), una corretta descrizione dei diversi personaggi che intervengono nella storia, ma manca quella spinta che permetta al film di acquisire un carattere proprio, una forza che si avverte mancare e che confina il risultato a una dimensione para-televisiva che già la fotografia anticipa. Carente in quei requisiti di autenticità che ne possano certificare il valore, NOMI E COGNOMI muove ogni pedina sullo scacchiere lasciando che intervenga dicendo e facendo esattamente ciò che ci si attende; anche il rifiuto di sottostare a qualsiasi minaccia suona fasullo. Per questo, e a fronte di qualche dialogo interessante e più studiato della norma, il film si rivela debole, in più momenti fiacco. Efficace invece la "title track" in chiusura, cantata con trasporto da Giuseppe Giuffrida (che l'ha scritta con Valentino Corvino) e dal testo molto significativo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/07/20 DAL DAVINOTTI
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Mco 18/08/23 14:21 - 2330 commenti

I gusti di Mco

Lo Verso è Mimmo Riva, che si ispira al giornalista Fava (del quale, in redazione, legge anche una toccante citazione). Vive per la sua professione e, convinto che la parola resti l'arma più temuta, non si ferma dinanzi a nulla. Si respira un afrore di morte, sempre più pungente con il passare dei minuti, tra un discorso ai giovani colleghi e una sessione di pseudo normalità familiare. Si respira l'aria buona del cinema di denuncia, anche grazie all'ossigenazione data da un comparto attoriale di tutto rispetto. Il finale, impietoso, sconvolge ad ogni visione. Bellissimo.
MEMORABILE: Il tentativo di corruzione: "fai tu il prezzo"; La pistola sulle pagine del quotidiano in edicola.

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