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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Attraverso il più abusato dei rimpalli tra passato e "presente" (in questo caso la metà degli anni Ottanta) si consumano due momenti importanti nella vita di Nicholas Winton (Hopkins), passato alla storia per salvato oltre seicento bambini tra quelli che si rifugiarono a Praga durante l'invasione nazista dei Sudeti, nel 1938.

Impossibile non associare Winton a Schindler, anche per via delle liste che entrambi compilavano riempiendole di nomi da sottrarre alla follia di Hitler, naturalmente in buona parte appartenenti a famiglie di religione ebraica. Se però Spielberg aveva scelto...Leggi tutto di ambientare quasi per intero la sua storia nel Secondo conflitto mondiale infilando il dito nella piaga delle storture di una guerra tremenda guidata da un delirio di onnipotenza che veniva messo in scena straordinariamente, qui James Hawes (al suo esordio su grande schermo dopo trent'anni trascorsi a dirigere serie e film televisivi) sceglie l'alternanza temporale senza che ve ne sia vera necessità. La presenza di un Anthony Hopkins sontuoso naturalmente accresce il valore di ogni sequenza in cui appare e sarebbe stato impossibile confinarlo in un ruolo di pochi minuti, ma è in realtà questo ciò che il film richiedeva, nella sostanza, dal suo personaggio.

Il Winton anziano, che passa il tempo in casa con la moglie (Olin), che s'interrompe di continuo per ricordare aprendo la strada a nuovi flashback, che riordina la stanza o incontra vecchi amici (Pryce), trova il suo motivo d'essere esclusivamente nelle ultime scene, durante la trasmissione televisiva, perché per il resto la sua presenza rientra nella storia quasi esclusivamente per attivare i ricordi del passato, in cui il Winton giovane acquista il volto di Johnny Flynn e viene richiamato da Londra - dove lavora come agente di borsa - a Praga da un caro amico proprio per aiutarlo a lavorare insieme a lui nel Comitato Britannico per i rifugiati cecoslovacchi. Un impegno che Nicky sente intimamente di dover prendere e che lo porterà ad escogitare il sistema per trasferire in Inghilterra i bambini del posto sempre più minacciati dall'incombente oppressione nazista. Li fa scegliere da raccolte fotografiche inviate alle famiglie che dovranno prendersene cura e li fa montare sui treni diretti verso la capitale inglese.

Questo (e ben poco altro) è quello che il film racconta, didascalicamente e puntando soprattutto a commuovere il pubblico attraverso intensi primi piani dei piccoli, accompagnandosi con una colonna sonora impostata classicamente (pianoforte, archi...) e pochi guizzi che riescano a infondere grinta nella vicenda o a variare appena un po' il registro allontanandosi dall'ovvietà del dramma. Le azioni che portano il giovane Winton ad agire appaiono meccaniche, ripetitive e l'interesse solo di rado devia dal focus principale. Al punto che Helena Bonham Carter ancor più di Hopkins appare come figura posticcia, inserita vanamente nel tentativo di ispessire la descrizione del protagonista vero che è in fondo soprattutto Flynn. A poco serve: per quanto non sia affatto male come attore, questi non incide come ci si aspetterebbe (tranne in alcuni momenti) lasciando che sia Hopkins a guadagnarsi sempre per primo l'attenzione di chi guarda.

Per quanto correttamente confezionato, meritevole negli intenti rievocativi di un'operazione umanitaria alta e straziante, il lavoro di Hewes risulta piuttosto velleitario e povero di spunti; condotto certo con perizia, a tratti emozionante, ben recitato e mai sopra le righe, ma forse anche per questo privo di un'anima autentica in grado di farcelo ricordare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/12/23 DAL DAVINOTTI
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Caesars 26/01/24 16:58 - 3801 commenti

I gusti di Caesars

La narrazione, che ricorre a frequenti flashback nella vita del protagonista, non è certo delle più innovative; però la pellicola riesce a toccare il cuore dello spettatore, che non potrà rimanere insensibile davanti alle immagini che vede. Questo risultato è ottenuto anche grazie alla splendida performance attoriale di Anthony Hopkins, comunque ben supportato da tutto il resto del cast. La realizzazione tecnica è accurata e le emozioni sono assicurate. Consigliato.

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