Ore disperate - Film (1955)

Ore disperate
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MMJ Davinotti jr

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Joseph Hayes, autore del romanzo dal quale è stata tratta l’opera teatrale interpretata a Broadway da Paul Newman (nel ruolo qui ricoperto dall’anziano Humphrey Bogart, al suo penultimo film), si occupa anche della sceneggiatura alla base del film di William Wyler, inevitabilmente un po’ statico e claustrofobico. La storia è risaputa quanto elementare nella sua concezione: tre evasi (capitanati da Bogey) si installano in casa di una tranquilla famiglia americana (lui, lei e due figli) tenendola in ostaggio per giorni. Dalla stringatezza del soggetto è facile immaginare come tutta la forza del film stia nei dialoghi, nel clima di tensione che regna costantemente nella casa, pronto a montare...Leggi tutto in vista del secondo tempo durante il quale, inevitabilmente, la situazione precipita. Eppure, nonostante la buona interpretazione del cast (segnatamente di Fredric March nel ruolo del padre, risoluto al punto giusto), il film di Wyler fatica a decollare, imprigionato in una ripetitività a lungo andare insopportabile. Bogart, col suo sarcasmo accompagnato dall'immancabile ghigno, prova ad uscire dai canoni e dalla prevedibilità del copione, ma visto oggi THE DESPERATE HOURS appare piuttosto datato (e infatti è stato rifatto, con più verve e un ottimo Mickey Rourke, da Michael Cimino nel 1990). La tipica famiglia borghese americana (con tanto di figlioletto sbruffone) sta di fronte ai nostri occhi in tutto il suo perfetto look Anni Cinquanta, pettinature comprese. Probabilmente un quarto d'ora in meno avrebbe permesso una maggiore efficacia nella narrazione, spesso zoppicante.

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Il Gobbo 5/01/08 17:47 - 3015 commenti

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Tesissimo, efficace kammerspiel noir non originalissimo nell'idea (la RKO aveva sfruttato spesso il motivo, e l'anno prima Gangsters in agguato ne aveva anticipato qualche dinamica), ma di esemplare riuscita drammatica, coi protagonisti pedinati con souplesse dall'esperto Wyler, e un Bogey notevole fronteggiato bellamente dal pluridecorato March. Una visione che innervosisce, a riprova della sua capacità di funzionare. Copiato/citato ad nauseam.

Daniela 28/11/11 10:14 - 12678 commenti

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Famigliola presa in ostaggio in casa da un gruppo di evasi, con il padre costretto a compiere varie azioni all'esterno sotto minaccia. Suona familiare? Certo, si era visto prima sia pure a sprazzi e si vedrà (replicato con varianti) innumerevoli volte dopo, ma questo di Wyler costituisce l'archetipo del sotto-genere, anche nella definizione dei caratteri nella banda: il capo duro ma non privo di un suo codice morale , il giovane con molti scrupoli, il compare violento e assassino. Thriller psicologico forse datato per certi aspetti, ma ancora avvincente, con un cast impeccabile.

Homesick 15/04/12 17:09 - 5737 commenti

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Un classico storicamente importante nel definire un tòpos (la famiglia presa in ostaggio dai banditi) destinato a venire ripreso innumerevoli volte al cinema o in tv, fa avvertire il peso degli anni nell’eccessiva dilatazione dei tempi che finisce con l’allentare la necessaria tensione claustrofobica, comunque in rimonta nell’ultimo quarto d’ora. Più resistenti le schermaglie tra il padrone di casa March e il capobanda Bogart e tra quest’ultimo e i suoi compari: uno feroce e psicopatico (Middleton), l’altro indeciso e scrupoloso (Martin).
MEMORABILE: «Tic tic tic...»; la fermezza di March nel mettere a punto il trucco della pistola scarica.

Rebis 18/06/12 19:10 - 2342 commenti

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Una pietra miliare del cinema sulla violazione dell'intimità domestica, il cui clima vagamente reazionario (al contrario dell'umanista e, per molti versi, complementare film di Brooks) viene stemperato dalla complessità delle dinamiche relazionali e dalla stratificata costruzione narrativa. Straordinario lo studio delle inquadrature volto tanto ad esasperare complicità e conflitti quanto a scardinare l'impianto teatrale. È uno di quei film in cui il doppiaggio italiano ha operato una vera e propria censura, smorzando i toni e imborghesendo i caratteri dei tre evasi. Ottimo Bogart. Serrato.

Pigro 16/07/12 08:56 - 9680 commenti

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Bel confronto quello tra March, padre rispettabile, e Bogart che con altri 2 evasi sequestra la famiglia del primo. Ne scaturisce un film esemplare (magari ricordando il precedente Suddenly), in cui la tensione è più razionale che emotiva, dosata senza eccessi o concitazioni, ma attraverso la percezione costante del pericolo. Scorre lucido e sotterraneo un altro tema, inevitabile, quello della famiglia: da una parte le vittime che sanno essere (americanamente) solidali, dall’altra i fratelli criminali incapaci di unità e destinati a soccombere.

Dr.presago 2/12/12 12:26 - 22 commenti

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Gradevole thriller girato in modo impeccabile da un Wyler sostenuto da una sceneggiatura di ferro. La direzione degli attori rifugge totalmente dalla concitazione melodrammatica che richiederebbe il tipo di dinamica prescelta, riservando allo spettatore scarso coinvolgimento emotivo in favore di uno studio oculato della caratterizzazione dei personaggi. La tensione non manca anche se stemperata dall'indugio costante sull'umanità dei protagonisti (positivi e negativi) chiamati ripetutamente al controllo e al coraggio per raggiungere la salvezza.
MEMORABILE: Il guizzo notevole del finale.

Jdelarge 15/03/14 11:51 - 1000 commenti

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Partendo da un soggetto minimale, Wyler dà vita a un film che, registicamente parlando, avrebbe potuto dire di più ed essere più accattivante. La buona prova del cast (Bogart su tutti) va di pari passo con quella della regia, che senza raggiungere picchi di qualità elevatissimi riesce a confezionare un prodotto godibile. Da segnalare un bel finale, arricchito da un intelligente utilizzo delle luci. Infine si può dire che per un film così claustrofobico una minor durata complessiva avrebbe solo giovato.

Digital 22/01/15 11:19 - 1257 commenti

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Alcuni balordi si introducono in una villetta prendendone in ostaggio gli inquilini. Seminale thriller invecchiato però piuttosto male. Non si discutono le qualità degli attori (specialmente di Bogard e March), ma alcune dinamiche che si vengono a determinare, oggi, con i mezzi di cui dispone la polizia, sono del tutto sorpassati. Qualche crepa si nota anche in un ritmo che tende a decadere perdendo man mano quello smalto che aveva caratterizzato la prima parte, ricca di pàthos e ansiogena al punto giusto. Finale mirabile ma alquanto prevedibile.

Furetto60 21/09/15 11:54 - 1196 commenti

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Thriller quasi del tutto ambientato in un interno, rispetto alla riedizione moderna appare piuttosto fiacco. La parte della donna di Griffin rimane solo ai margini, di azione ce n’è poca, l’unico elemento che ha il compito di introdurre qualcosa di imprevedibile e inquietante è l’evaso, instabile emotivamente. Per il resto, tra ruoli così definiti da essere manichei, dialoghi scontati e ritmo al rallentatore.

Rocchiola 15/03/16 09:23 - 970 commenti

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Tre pericolosi malviventi prendono in ostaggio una famiglia borghese insediandosi nella loro abitazione in attesa del denaro necessario per fuggire all’estero. La convivenza forzata non sarà facile. La contrapposizione tra bene (la famiglia modello) e male (i tre evasi) è sin troppo semplice, ma il film offre comunque qualche spunto interessante nel confronto tra Bogart e March che sfuma in una riflessione sulla differenza di classe, sul coraggio e la paura. Ma resta soprattutto un claustrofobico esercizio di suspense psicologica che avrebbe beneficiato di un ritmo più conciso.
MEMORABILE: "Tic, Tic, Tic,... "; "Tu hai paura" il figlio a March che risponde "Si è non me ne vergogno"; La bicicletta sul prato.

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Saintgifts 1/08/16 12:13 - 4098 commenti

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Ciò che meno è invecchiato in questo film, che comunque rimane un classico nel suo genere, sono i rapporti tra i banditi, che subiscono solo poche varianti durante la loro introduzione nella casa scelta e i rapporti tra i membri della famiglia presa in ostaggio. La classica famiglia benestante, dalla vita ormai programmata, dove una delle poche novità è costituita dal figlio minore (arrivato forse inaspettatamente) che cresce, si trova a rinverdire e a rafforzare la sua unione davanti a un evento che "costringe" a rivedersi e a riscoprirsi.

Galbo 17/04/17 07:13 - 12404 commenti

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Ennesima conferma del talento di un regista dall'estrema versatilità, è un thriller claustrofobico, governato da una tensione che cresce progressivamente, sempre teso e concitato, pur in assenza di scene "madri" eclatanti. È uno dei primi esempi di un sottogenere molto praticato dal cinema, quello della famiglia presa come ostaggio. Forse un po' debole nella caratterizzazione dei personaggi "buoni" (viene spontaneo tifare per i criminali!), è interpretato da un immenso Bogart giunto a fine carriera.

Myvincent 31/10/18 08:16 - 3748 commenti

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Una famigliola-tipo americana riceve la visita di tre delinquenti e viene tenuta in scacco fino all'inevitabile collasso. Prototipo di un vero e proprio sotto-genere thriller, specie per le differenti caratterizzazioni dei personaggi, appare oggigiorno un po' datato e prevedibile, specie nel finale che più "politically correct" non si poteva davvero. Oggi sarebbe stato più crudo e realistico. Si fa vedere per un Bogie mai così poco sbarbato e cattivo.

Pessoa 23/03/22 19:05 - 2476 commenti

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Un Bogart a fine carriera sceglie di ripercorrere antichi passi e ritorna gangster interpretando un villain da antologia, capace di far sfigurare i "buoni" della pellicola. Questa ambiguità, in una trama piuttosto scontata, è il vero plusvalore del film, capace comunque di tenere incollati gli spettatori fino al fatidico "The end", piuttosto consolatorio per la middle-class americana dell'epoca. Wyler, che aveva già diretto Bogey da giovane gangster vent'anni prima, ci mette poco a trovare le corde giuste e firma ogni scena con l'inconfondibile sigillo del maesto. Peccato perderselo!
MEMORABILE: Il faccia a faccia fra Bogart e March nel finale; "Quando ti dico scappa, scappa!"; Il bambino che tenta di fuggire dal tetto rovinando tutto.

Nicola81 15/04/22 17:28 - 2863 commenti

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Uno dei primi e migliori esempi di thriller con ostaggi, peculiare al punto da definirne alcuni dogmi come le psicologie dei criminali: il capo duro e carismatico, il compare ottuso e violento, il giovane con qualche scrupolo. Qualche minuto in meno non avrebbe guastato, ma resta un film teso, claustrofobico e ben sceneggiato. Bel confronto attoriale tra Bogart, che alla sua penultima prova torna a vestire dopo molto tempo i panni del gangster, e un March deciso ma non avventato; il bambino inizialmente è insopportabile, ma poi rientra opportunamente nei ranghi. Non male il remake.

Giùan 15/02/24 10:22 - 4576 commenti

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Thriller da camera (anzi da casa borghese linda e impeccabile) in cui la classe di Wyler sopperisce alla staticità forzosamente teatrale del soggetto grazie a una mirabile costruzione all'interno delle inquadrature (sempre minacciose e incombenti), contrappuntate dal confronto vieppiù serrato tra i protagonisti e i loro mondi antitetici. E se è vero che ritmo e codificazione delle scene sembrano sorpassati, la recitazione di Bogart (torcia di nervi) e March, come l'esplicitazione della violenza, fa percepire ancora lo iato incolmabile tra sogno americano ed esclusione sociale.
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  • Curiosità Daniela • 28/11/11 10:16
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Sceneggiatura di Joseph Hayes, autore del romanzo (1954) e di un copione teatrale (1955).
    A teatro la parte del capo degli evasi, affidata a Bogart sullo schermo, fu sostenuta da Paul Newman.
    Remake nel 1990 diretto da Michael Cimino.
  • Discussione Pigro • 16/07/12 08:57
    Consigliere - 1661 interventi
    Zender, questo non sarebbe più correttamente un "thriller", anziché genericamente "drammatico"?
  • Discussione Zender • 16/07/12 11:25
    Capo scrivano - 47831 interventi
    Mah, sempre difficile assegnare categorie esatte a film del genere. Sarebbe anche un gangster/noir volendo (prima categoria sotto cui finisce in Imdb, seguita da drammatico e solo dopo come thriller). Francamente mi sembra un po' voler cercare il pelo nell'uovo, in questo caso. Io come linea generale starei più attento alle catalogazioni chiaramente imprecise rispetto a quelle "dubbie". Non direi che è sbagliato far rientrare nel drammatico un film così, tutto sommato.
  • Homevideo Rocchiola • 15/03/16 10:56
    Call center Davinotti - 1258 interventi
    Pubblicato dalla Paramount anni fa e ritornato da poco disponibile grazie alla Sinister che credo abbia usato lo stesso master.
    Video piuttosto definito vista l'epoca del film, formato corretto, anche se c'è qualche segnatura qua e là.
    Comunque un buon prodotto.
  • Homevideo Rocchiola • 25/02/20 14:51
    Call center Davinotti - 1258 interventi
    Appena ripubblicato dalla Sinister in una versione restaurata in HD. C'è da chiedersi quale master HD abbiano utilizzato non essendo a conoscenza di nessuna versione in bluray del suddetto titolo nemmeno all'estero.
  • Homevideo Rocchiola • 18/01/21 08:32
    Call center Davinotti - 1258 interventi
    Finalmente ho visionato il DVD della Sinister restaurato in HD e confermo i dubbi sul master utilizzato, in quanto ad oggi anche all'estero non mi è nota nessuna edizione in alta definizione di questo film. Insomma non esiste in bluray. Quindi da dove proviene il master utilizzato. A mio avviso è lo stesso del DVD Paramount. L'immagine in schermo panoramico 1.78 offre il medesimo livello qualitativo, non ho notato netti miglioramenti sul fronte della definizione, il bianco-nero offre un contrasto di medio livello e permangono alcune spuntinature. Audio italiano monofonico di buon livello. In definitiva si può confermare quanto detto per il DVD Paramount, un prodotto discreto che si lascia guardare senza particolari problemi, ma da un prodotto restaurato in HD mi aspetto di più !!!