Preambolo ridicolo, che dura 5 minuti: Conception (Ajita Wilson) uccide il suo amante, ovvero un corriere al servizio d'un traffico di diamanti, perché ha portato a casa dei preziosi, nascosti nel ventre di alcuni pesci. Vien sbattuta in galera, all'interno della quale dovrà passarne di cotte e di crude, pur se si rivelerà - alla fine - spietatissima. Una bara (per la via di fuga) l'attende e l'ospiterà per sempre. Terrificante. Poter mettere una microcamera in un formicaio denoterebbe dinamiche psicologiche assai più interessanti di quelle estrinsecate dai protagonisti. Nudi poco graziosi...
MEMORABILE: "il ditale" di Leda Simonetti (Blue Movie), dimenticata (e abbandonata) a metà film...
Fetentissimo film di Garrone molto simile al suo Detenute violente. La Wilson, donna (..) veramente brutta ci concede alcune scene lesbiche con l'altra attrice bionda, mentre Rita Silva fa tanto per cambiare la sadica direttrice del carcere femminile. Dozzinale "donne in prigione" (anche se il finale non è poi malaccio).
MEMORABILE: "So che mi faresti se fossi io al tuo posto... ma è niente in confronto a quello che ti farò adesso".
Azzerato ogni pregio artistico e qualsivoglia aggancio sociologico, il wip di Garrone (o di Siragusa) è solo un’accozzaglia di luoghi comuni del genere: docce collettive, baruffe tra le detenute, minacce e torture (elettroshock e sodomizzazioni) inferte da secondine sadiche e sessuomani, vendette e un erotismo lesbico decisamente squallido; in più, la logica non è di casa. Il finale dà uno scossone infilando sanguinosi colpi di scena, ma la bocciatura è ormai senza possibilità di appello.
1984, il cinema è un preagonia e nulla di meglio che aiutarlo con questo film assurdo, apparentemente confezionato per gli amanti del genere lesbo carcerario, ma che in realtà costituisce una vera e propria doccia fredda anche per chi è a digiuno da tempo immemorabile. Non un porno, ma un lavoro che avrebbe la pretesa di essere erotico; le tette al vento e i rapporti visibilmente finti annoiano e basta. La Wilson rincara la dose, abbassando ulteriormente il film a livelli inclassificabili.
Pazzesco guazzabuglio, la cui unica ragion d’essere fu quella di sfruttare la celebrità di Ajita Wilson e il guardonismo sul nudo e sulla violenza. L’inizio, che ci fa vedere che in questo carcere le detenute non hanno una tenuta, ma sono vestite come mignotte, fa già capire il livello del tutto, ma poi le cose riescono a sorprendere: recluse che girano per il carcere perché le porte delle celle sono sempre aperte, che sanno dove vengono lasciate armi incustodite, eccetera. Parlare di recitazione non ha nessun significato: interpretazioni pessime e scene alla buona la prima.
Girato back-to-back con Detenute violente, parrebbe essere il film più "studiato" dei due; laddove il gemello era un guazzabuglio del tutto approssimativo, qui si notano alcuni tocchi di script sorprendentemente curati, anche se comunque non mancano dettagli lasciati totalmente al caso e il solito carcere tipo Alcatraz dove le protagoniste si muovono perlopiù indisturbate, a creare momenti surreali. Meno torture del previsto, tante brutte scene softcore e cast riciclato dall'altro film, con la Simonetti che sparisce a metà dell'opera; poverissimo e raffazzonato, pur folkloristico.
Dramma carcerario contemporaneamente girato a Detenute violente , con il quale condivide cast (spicca in notorietà la Wilson, già in fase decadente), le buone musiche di Cordio e naturalmente il carcere, che fa da cornice a una vicenda irrazionale e tragicomica ma con momenti di quasi preoccupante lucidità. Inutile cercarvi qualcosa di buono, si tratta d'un pasticcio che mostra detenute in minigonna (in tale mise vengono perfino torturate...) in una galera medievale benché negli Anni ‘80. Improbabile pellicola che tenta di incantare il "suo" pubblico con operazioni di sado-erotismo.
Rita Silva HA RECITATO ANCHE IN...
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SEX & VIOLENCE 2 - La serie completa Titoli della serie Sex & Violence 2 distribuiti da noi in VHS grazie alla Shendene & Moizzi, componenti il ciclo "Il cinema estremo italiano" (ogni titolo contiene il link alla scheda davinottica del film):
Anche nella scheda de "L'ultimo harem" la regia è di Willy S. Regan (Sergio Garrone)(Regan senza la t finale, credo che non ci vada neanche in questo titolo, vedere anche scheda su Mymovies). Da notare che Imdb dà Garrone solo come sceneggiatore de "Perverse oltre le sbarre" mentre cita come regista Gianni Siragusa. Credo sia un errore e che che tutto si debba attribuire a Garrone.
Caesars ebbe a dire: Anche nella scheda de "L'ultimo harem" la regia è di Willy S. Regan (Sergio Garrone)(Regan senza la t finale, credo che non ci vada neanche in questo titolo, vedere anche scheda su Mymovies). Da notare che Imdb dà Garrone solo come sceneggiatore de "Perverse oltre le sbarre" mentre cita come regista Gianni Siragusa. Credo sia un errore e che che tutto si debba attribuire a Garrone.
Regan è pseudonimo di Garrone, direi, essendone un logogrifo!
Il fatto è che, in realtà, il film l'avrebbe diretto Siragusa.
CuriositàPanza • 27/04/20 09:28 Contratto a progetto - 5210 interventi
Il film, seppur firmato con lo pseudonimo usato abitualmente da Sergio Garrone ("Willy Regant" che sulle locandine diviene "Willy S. Regan"), è stato diretto da Gianni Siragusa.
(Enrico Lancia, Fabio Melelli; "Le straniere del nostro cinema", Gremese, 2005, pagina 161; Roberto Poppi, "Dizionario del cinema italiano", volume 5, tomo 2, Gremese, 2000, pagina 128)