Perverse oltre le sbarre - Film (1984)

Perverse oltre le sbarre
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Anno: 1984
Genere: erotico (colore)
Note: Aka: "Hell Behind the Bars", "Infierno entre rejas". Firmato da Sergio Garrone con pseudonimo, è stato in realtà girato da Gianni Siragusa.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/07/08 DAL BENEMERITO UNDYING
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Undying 29/07/08 17:31 - 3807 commenti

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Preambolo ridicolo, che dura 5 minuti: Conception (Ajita Wilson) uccide il suo amante, ovvero un corriere al servizio d'un traffico di diamanti, perché ha portato a casa dei preziosi, nascosti nel ventre di alcuni pesci. Vien sbattuta in galera, all'interno della quale dovrà passarne di cotte e di crude, pur se si rivelerà - alla fine - spietatissima. Una bara (per la via di fuga) l'attende e l'ospiterà per sempre. Terrificante. Poter mettere una microcamera in un formicaio denoterebbe dinamiche psicologiche assai più interessanti di quelle estrinsecate dai protagonisti. Nudi poco graziosi...
MEMORABILE: "il ditale" di Leda Simonetti (Blue Movie), dimenticata (e abbandonata) a metà film...

Daidae 9/02/09 16:32 - 3197 commenti

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Fetentissimo film di Garrone molto simile al suo Detenute violente. La Wilson, donna (..) veramente brutta ci concede alcune scene lesbiche con l'altra attrice bionda, mentre Rita Silva fa tanto per cambiare la sadica direttrice del carcere femminile. Dozzinale "donne in prigione" (anche se il finale non è poi malaccio).
MEMORABILE: "So che mi faresti se fossi io al tuo posto... ma è niente in confronto a quello che ti farò adesso".

Homesick 4/07/11 18:10 - 5737 commenti

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Azzerato ogni pregio artistico e qualsivoglia aggancio sociologico, il wip di Garrone (o di Siragusa) è solo un’accozzaglia di luoghi comuni del genere: docce collettive, baruffe tra le detenute, minacce e torture (elettroshock e sodomizzazioni) inferte da secondine sadiche e sessuomani, vendette e un erotismo lesbico decisamente squallido; in più, la logica non è di casa. Il finale dà uno scossone infilando sanguinosi colpi di scena, ma la bocciatura è ormai senza possibilità di appello.
MEMORABILE: La sodomizzazione con il cacciavite.

Lythops 10/09/12 12:33 - 1019 commenti

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1984, il cinema è un preagonia e nulla di meglio che aiutarlo con questo film assurdo, apparentemente confezionato per gli amanti del genere lesbo carcerario, ma che in realtà costituisce una vera e propria doccia fredda anche per chi è a digiuno da tempo immemorabile. Non un porno, ma un lavoro che avrebbe la pretesa di essere erotico; le tette al vento e i rapporti visibilmente finti annoiano e basta. La Wilson rincara la dose, abbassando ulteriormente il film a livelli inclassificabili.

B. Legnani 11/09/22 00:22 - 5553 commenti

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Pazzesco guazzabuglio, la cui unica ragion d’essere fu quella di sfruttare la celebrità di Ajita Wilson e il guardonismo sul nudo e sulla violenza. L’inizio, che ci fa vedere che in questo carcere le detenute non hanno una tenuta, ma sono vestite come mignotte, fa già capire il livello del tutto, ma poi le cose riescono a sorprendere: recluse che girano per il carcere perché le porte delle celle sono sempre aperte, che sanno dove vengono lasciate armi incustodite, eccetera. Parlare di recitazione non ha nessun significato: interpretazioni pessime e scene alla buona la prima.

Herrkinski 11/09/22 03:41 - 8162 commenti

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Girato back-to-back con Detenute violente, parrebbe essere il film più "studiato" dei due; laddove il gemello era un guazzabuglio del tutto approssimativo, qui si notano alcuni tocchi di script sorprendentemente curati, anche se comunque non mancano dettagli lasciati totalmente al caso e il solito carcere tipo Alcatraz dove le protagoniste si muovono perlopiù indisturbate, a creare momenti surreali. Meno torture del previsto, tante brutte scene softcore e cast riciclato dall'altro film, con la Simonetti che sparisce a metà dell'opera; poverissimo e raffazzonato, pur folkloristico.

Markus 11/09/22 17:02 - 3696 commenti

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Dramma carcerario contemporaneamente girato a Detenute violente , con il quale condivide cast (spicca in notorietà la Wilson, già in fase decadente), le buone musiche di Cordio e naturalmente il carcere, che fa da cornice a una vicenda irrazionale e tragicomica ma con momenti di quasi preoccupante lucidità. Inutile cercarvi qualcosa di buono, si tratta d'un pasticcio che mostra detenute in minigonna (in tale mise vengono perfino torturate...) in una galera medievale benché negli Anni ‘80. Improbabile pellicola che tenta di incantare il "suo" pubblico con operazioni di sado-erotismo.

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