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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

“Instant-serie” nata sull'onda del successo di Lillo e del suo Posaman, il “supereroe” proposto all'interno della trasmissione comica LOL. Dopo aver fatto sbellicare i colleghi in tv Lillo sbarca quindi – sempre grazie ad Amazon Prime – in una serie costruita su misura in cui tuttavia, e va detto subito, Posaman è fondamentalmente un pretesto, senza che si renda necessario sfruttarne granché le singolari caratteristiche (ovvero il mettersi costantemente in posa per le foto). Il titolo è non a caso SONO LILLO (altro tormentone del programma) perché il protagonista assoluto – in un non così grande sforzo metatelevisivo...Leggi tutto – è proprio lui, Pasquale Petrolo, sempre più ossessionato dal personaggio di Posaman, richiestissimo persino alle feste dei camorristi. Un simile successo fa sì la gioia del manager (Sermonti) di Lillo ma conduce anche alla separazione dalla moglie Marzia (Lazzaro), che davvero non ne può più di lui, di Posaman e dei suoi amici appassionati di giochi di ruolo (capitanati da Marco Marzocca), per colpa dei quali tra coniugi non esiste più alcuna intimità.

Lasciato solo, in piena crisi esistenziale, Lillo decide di accantonare Posaman per dedicarsi a una vita più seria, tentando di farsi assumere nell'azienza vinicola di famiglia grazie ai buoni uffici del fratello Edoardo (Caccamo). Naturalmente il manager/”amico” cerca di dissuaderlo in ogni modo dal proposito, ma Lillo pare deciso. Le otto puntate raccontano quindi cosa succede in seguito all'inattesa situazione, con Posaman che di fatto apparirà solo saltuariamente come ingombrante allucinazione di un Lillo incapace di risolvere i propri problemi: la moglie, pur compatendolo, non ha intenzione di tornare con lui, i lavori nuovi scarseggiano (il solito remake in economia che si rivela un porno mascherato) e quando prova a far qualcosa di buono – occasionale baby-sitter al figlio di un'amica – finisce sempre male. Intorno, una galleria di bizzarri personaggi e varie guest star che si alternano episodio dopo episodio. Oltre al cabarettista di turno che si esibisce all'inizio di ogni puntata (dalla Giroud a Caterina Guzzanti, da Emanuela Fanelli fino a Maccio Capatonda) nel bar di Agenore (Calabresi), fanno la loro comparsa figure ben note come Corrado Guzzanti (l'artista tedesco sponsorizzato dalla moglie di Lillo), l'ozpetekiana Serra Yilmaz (Tigre, sicario della camorra), Luis Molteni (il superiore del manager) e persino un Greg quasi irriconoscibile (nella stessa puntata di Guzzanti).

L'umorismo è quello che ci si aspetta da una serie a sfondo “romano”, a tratti brillante ma discontinua a causa di una sceneggiatura che, per raggiungere il tetto delle otto puntate (pur brevi, di una mezz'oretta ciascuna), arranca non poco. Fortunatamente Sermonti e Calabresi sono due grandi carte da giocare, soprattutto il secondo: impagabile quando racconta l'uccisione di un panda in Asia o cita massime cinesi a sproposito, splendido nel tormentone con cui a fine di ogni esibizione nel suo locale cerca di spiegare ai cabarettisti come migliorare le loro performance o quando si adopera per rifilare la propria birra artigianale “Agenore” agli amici. Anche Sermonti è comunque una spalla eccellente molto presente e Marzocca ha modo di brillare a sua volta con la sua ossessione per i giochi di ruolo.

Le prime puntate filano, poi si capisce che c'è bisogno di inventare sempre qualcosa in ognuna delle successive incappando di frequente in trovate davvero modeste (tutto l'episodio coi camorristi è da dimenticare, per esempio). Il leitmotiv della moglie da riconquistare ha qualche buon momento e si prolunga per l'intera serie, la gestione contemporanea della call “vinicola” e dello spot per la compagnia telefonica è deludente e segna un po' i limiti di una produzione discreta ricca di alti e bassi, risollevata dalla buona interpretazione del cast e da una regia di livello opera del mai dimenticato Eros Puglielli.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/01/23 DAL DAVINOTTI
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Fabbiu 12/01/23 06:15 - 2151 commenti

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Non una versione parodistica di super eroi ma fortunatamente una piacevole commedia che affronta il tema dell'identità personale. Il bravo Petrolo è infatti Lillo, il comico che veste anche i panni dell'eroe "delle pose", personaggio dal quale vorrebbe staccarsi. Molti e buoni spunti, sebbene non tutti ottimamente calibrati nell'arco degli episodi ai quali va il merito di filare veloci, sostenuti da un ritmo frizzante, garantito dalla squadra "romana" di  ospiti speciali (vedi Capatonda e Guzzanti) e dei comprimari, su tutti l'agente (Sermonti) e l'amico Agenore (Calabresi).

Daniela 13/01/23 19:28 - 12699 commenti

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Piantato dalla moglie perché giudicato troppo infantile, un comico di mezz'età decide di riciclarsi come imprenditore dell'azienda vinicola di famiglia ma deve fare i conti con un alter-ego ingombrante: Posaman... Fresco del successo con "LOL", Petrolo si prende bonariamente in giro in questa serie tv in cui può contare su due valide spalle come i borisiani Sermonti e Calabresi nonché sulla presenza come guest-star di molti colleghi. Nessuna grassa risata ma un buon numero di sorrisi per un prodotto magari effimero e troppo autoreferenziale ma simpatico e rilassante.

Victorvega 31/03/23 15:19 - 502 commenti

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Il fatto di cercare di massimizzare un personaggio (Posaman) creato in una trasmissione di Amazon e lo stesso tentativo di rendersi "cinematografico" da parte di Lillo stesso (lui così teatrale e radiofonico) lasciavano presagire un flop. Invece la serie, senza far gridare al capolavoro, è dignitosa. Bravi gli interpreti, bella la fotografia. La storiella è un po' stiracchiata e allungata. L'incipit cabarettistico è la parte più originale e meritevole di segnalazione.

Jandileida 3/11/23 20:40 - 1570 commenti

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Come capita spesso, quando si parte da aspettative abbastanza esigue, si finisce con il venire piacevolmente sorpresi. Pur non trovandoci di fronte a un capolavoro, questo Lillo meta e introspettivo, che duetta con la sua creatura Posamen e si pone domande sul mestiere del comico non dimenticandosi di far ridere, riesce a trovare un gradevole e personale equilibrio. Alla riuscita dell'operazione contribuiscono anche Sermonti e Calabresi che, pur ripescando dalla miniera Boris, danno verve alla storia. Garbato, non eccessivo e divertente: e bravo Pasquale.

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