Submarine - Film (2010)

Prima regia per il poliedrico e giovane Richard Ayoade, che sembra prendere molti spunti da Truffaut e il suo I 400 colpi, per come dipinge i due ragazzi nel passaggio critico dell'età adelescenziale, ma anche per le scene sulla spiaggia. I veri adolescenti sono i genitori e gli adulti in genere rispetto alla serietà e ai comportamenti di Oliver e Jordana, nei loro montgomery blu e rosso, a sottolineare i loro caratteri, riflessivi e impulsivi allo stesso tempo. Le situazioni famigliari (delle famiglie) dei due incidono molto nella loro storia.

Una storia d'amore semplice, quasi banale per gli standard cinematografici e per questo più incisiva, reale, così come reali appaiono i protagonisti, non delineati in modo da piacere per forza, entrambi alle prese con i problemi dei genitori, una madre (forse) fedifraga e l'altra malata terminale. Sullo sfondo, un cupo villaggio della costa gallese, su cui spicca l'onnipresente cappottino rosso di Jordana a portare colore nella vita di Oliver. Un film simpatico e non ruffiano.

Tenero spaccato della vita e delle disavventure di alcuni adolescenti in Galles, narrata in prima persona dal protagonista, accompagnato dalla deliziosa colonna sonora delle canzoni scritte appositamente da Alex Turner (frontman degli Arctic Monkeys, qui in versione solista), è divertente, ben scritto, ben recitato e originale, soprattutto nel raccontare il rapporto con gli adulti (genitori propri e altrui, insegnanti). Una menzione di merito va sicuramente anche alla splendida fotografia.

Turbamenti adolescenziali e problematiche dinamiche familiari in una commedia inglese indipendente che si avvale di una suggestiva ambientazione (siamo nel Galles) ed è incentrata sulla figura di un giovane fragile e malinconico. Sebbene la storia non sia orginale, il film "prende" per i toni dolceamari, la buona capacità introspettiva della sceneggiatura e non ultima la deliziosa colonna sonora.

Nella ricca serie di ritratti di adolescenti in crisi ed educazione sentimentale, questo film si staglia come un gioiellino, grazie all’ottima scrittura (anche dei dialoghi) e alla capacità di descrivere la vita amorfa e sciatta di un intero contesto sociale pervaso dalla noia e dalla routine, dove accanto al ragazzo imbranato alle prese col suo primo amore stanno i genitori in crisi e un intero mondo fatto di relazioni stereotipate e superficiali. Il tutto visto attraverso un humour sferzante ma non cattivo e un’ottima cura visiva e musicale.

Film che ripercorre i primi turbamenti amorosi di un giovane gallese. Impacciato, fragile ma sicuramente volitivo, Oliver riesce a districarsi fra bulletti della scuola e situazioni imbarazzanti. Nel frattempo dovrà immergersi dentro problemi familiari, la madre "sbanda" per il ritorno dell'ex fidanzato... Simpatico ritratto di uno spaccato di vita anglosassone. Buona la prima per il regista Richard Ayoade. Colonna sonora niente male di Alex Turner, fondatore del gruppo Arctic Monkeys.

Una abusata storiella sugli stereotipi dell'adolescenza in fiore, con il solito bagaglio di turbamenti, slanci in avanti, retromarce e così via. La vita di Oliver, tra i disordini familiari, la scuola coi suoi luoghi comuni e l'infatuazione per la compagna di classe timida ma volitiva. Si apprezza la ricerca psicologica del giovane, che oscilla tra il modello familiare e la novità dei suoi sentimenti. Notevoli alcune trovate registiche, la colonna sonora e la cura per la fotografia, specie in esterni. Non male, ma non entusiasma.

Sono gli occhioni stralunati di Craig Roberts, la sua corsa impacciata e la sua mente fervida i protagonisti di un film sicuramente empatico ma che denuncia un calo nell'ultima mezz'ora. Funzionale il resto del cast nel dare vita a personaggi mediamente tristi, tipici di un certo humour di oltremanica. Dialoghi e musiche convincenti in una storia magari prevedibile come trama ma che viene sviluppata bene dagli autori.

Il mondo, la famiglia, la relazioni sociali, le ragazze, viste con gli occhi di un adolescente. Niente di nuovo parrebbe, ma gli occhi stralunati del bravo Roberts e una sceneggiatura arguta con british humour (che però accusa un pelo di calo di tensione qua e là), danno linfa a un film godibilmente sottotraccia, in cui l’adolescenza, come un sottomarino, stenta a vedere al di fuori di sé e non è vista dall’esterno, ma arriva dappertutto.