Scansando felicemente le secche di un facile manierismo danese targato Refn, Vinterberg tratteggia in colori morbidi ma oscuri la stessa Copenhagen decadente del più noto conterraneo. Ma lo fa con stile tutto suo, ed è uno stile denso, essenziale e creativo al tempo stesso. Il film è commovente quanto asciutto, senza una stilla di retorica o di "pruderie" sociologica. La regia è viva e pulita, il copione giusto, gli attori intonati. Figli di Refn crescono, insomma, ma sulle proprie gambe.
Un dramma di grandi proporzioni e dalle grandi pretese. Nel nord Europa il tempo è cupo, nevica e intanto si consuma la vita del protagonista, segnata fin dall'infanzia. Un buon soggetto, rafforzato dall'interessante scelta di raccontare la storia da punti di vista diversi. Interpretato da attori sorprendentemente talentuosi, è incorniciato da una buona fotografia e una regia pulita ma efficace.
Film danese di sicuro impatto emotivo, anche se a mio parere Vinterberg forza stavolta troppo la mano nel declinare la sua Legge di Murphy: tutto quello che può andare male non solo va male ma va anche peggio. Insomma, alla quinta tragedia che si accanisce sui due fratelli ho sentito venir meno la mia capacità di sentirmi coinvolto da una storia che comunque ha i suoi molti pregi (come a esempio il non scivolare mai nel piagnisteo, nel paternalismo o in lunghi spiegoni). Piacciono molto anche l'approccio secco della regia e le prove di tutti gli attori.
Le conseguenze sulle vite di due fratelli, segnate fin dall'infanzia da una famiglia affettivamente assente. In una Copenaghen grigia e difficile, tra eccessi di alcol ed eroina, si svolge il dramma psicologico e relazionale dei protagonisti, nei quali sopravvivono tuttavia legami e un residuo di sentimenti fraterni. Una regia che non edulcora la durezza della situazione e si tiene lontano da facili pietismi, attenendosi a un realismo forse eccessivamente tetro e di maniera. Impressionante l'immedesimazione dei due attori e del piccolo Martin.
La livida e disperata Copenhagen si avviluppa, come un manto color tenebra, attorno alle esistenze alla deriva di due fratelli cresciuti in una famiglia anaffettiva e segnati per sempre da un avvenimento tragico. Per quanto l'idea vinterberghiana di karma negativo tenda al parossismo, doppiando in cupezza persino il Refn di Bleeder, si tratta di un noir che, a fronte di qualche momento un po' sbrigativo (l'arresto del fratello di Nick), è capace di regalare scampoli di pura e vibrante emozione. Ottimi i protagonisti, molto buoni i comprimari.
MEMORABILE: Nick lascia Ivan da solo con Sophie e...
Due fratelli accomunati da un'infanzia terribile segnata da abusi e abbandoni, cercano disperatamente di sopravvivere in una Copenaghen che li vuole sempre ai margini della società. Vinterberg come al solito ha la capacità di rendere indelebili nella memoria le storie che porta sul grande schermo. Le tragedie continue che irrompono nella vita dei protagonisti non danno tregua e non lasciano scampo, soffocando anche la più flebile fiamma di speranza. L'ambientazione rende il tutto ancora più credibile e gli attori sono bravissimi a caratterizzare i loro personaggi. Da non perdere.
Due fratelli vengono segnati dall’infanzia difficile. Film spaccato in due, un tempo per fratello, schematico nel rappresentare il male di vivere non per colpa propria, secondo la teoria di Vinterberg. Meglio la prima parte, anche se le vicende dell’amico corpulento sono al limite del gratuito. Il prosieguo col fratello tossico è peggio per quanto riguarda la questione dello spaccio, con relativo arresto in stile poliziesco. L’epilogo è consolatorio e di poca sostanza, quasi ricattatorio (c'è di mezzo un bambino).
MEMORABILE: Il battesimo; Il furto in casa; L’incontro in carcere; L’incontro col nipote al funerale.
Thomas Vinterberg HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Non mi stancherei mai di consigliare questo film a tutti quelli che amano il cinema alla Refn, con l'avvertenza che troveranno stilemi simili a quelli del grande nicholas, ma non pedissequamente imitati o manieristicamente elaborati. Vinterberg ha una mano leggera ma insidiosamente efficace nel tratteggiare vite "borderland" e nel proporre una visione spiazzante (ma ancora diversa rispetto a quella di Refn) del "sogno" scandinavo. Non perdetelo.
DiscussioneRaremirko • 29/07/12 22:51 Call center Davinotti - 3862 interventi
GREYMOUSER, non ti sembra che comunque il film sia pieno di scene gratuite (fellatio, pestaggi, ecc.)?
Una cosa non capisco nel commento al film di Greymouser, la frase: "Figli di Refn crescono, insomma, ma sulle proprie gambe". Vinterberg sarebbe un "figlio di Refn", quando mai?! Vinterberg ha iniziato a dirigere ben prima di Refn (ricordiamo peraltro che fu suo il primo film Dogma) e, peraltro, sul piano stilistico ne è ben distante (e per certe schifezze come Neon Demon aggiungo anche: fortunatamente distante!)