Tafanos - Film (2018)

Riccardo Paoletti rimette mano al trash classic dei Dipteros per ottenerne una versione meno amatoriale, pur rimanendo in ambiti che ancora per molti versi richiamano il film girato tra amici. Se però la forza (si fa per dire) dell'originale era proprio la ridicola povertà di effetti speciali e di ogni altra componente, che portava a considerare il film in ottica da semiparodia tra il volontario e l'involontario, qui la consapevolezza di quali furono le carte "vincenti" dell'originale e una disponibilità di mezzi di un po' superiore portano il tutto in...Leggi tutto direzione della goliardata di scarso interesse. Il solito gruppo di amici male assortito (con coppia gay, ragazza spregiudicata, giovani nerd e altri ragazzotti dalla risata facile) arriva col furgoncino in una bella villa nel verde, dove si stabiliscono per spassarsela. Peccato vengano subito raggiunti da due notizie del telegiornale non esattamente confortanti: 1) proprio nella loro zona si aggira un evaso omicida (D'Onofrio), 2) un tipo stonato (Riche) che abita a due passi li avvisa di guardarsi bene dai tafani, pericolosissimi e di ragguardevoli dimensioni. La reazione? Si continua a scherzare, si prendono sottogamba gli avvertimenti prima di accorgersi che - ovviamente - è tutto vero: l'evaso sta per raggiungerli in Fiat 127 recando con sé un recalcitrante ostaggio (Vlady) e i tafani attaccano in massa risolvendo a sorpresa il loro primo problema. La prima vittima è infatti proprio il criminale, che mentre punta il fucile viene attaccato da uno stormo di tafani assassini pronti a sollevarlo in aria e spolparselo fino a farlo esplodere con tanto di viscere che rimbalzano un po' dovunque. Da qui comincia l'assedio: porte e finestre sbarrate, telefonini che non prendono, qualche tafano che di tanto in tanto s'introduce dalle fessure e viene preso a racchettate, ciabattate e via dicendo. Fino a quando non si scopre che (come ci si ricorderà dall'originale) ciò che ferma l'attacco dei tafani è il principio attivo delle droghe leggere: basta insomma fumare qualche canna e te la cavi. E questo cambia tutto, com'è logico che sia. Sceneggiatura e personaggi tremendi, interpretazioni che vanno di conseguenza. Dialoghi pessimi, uno humour ahinoi di bassa lega che si riduce a scherzare sulle facce incantate e assenti di chi fuma hasish e marijuana come i tre amici giovani esploratori che passano in zona, salutano i poveretti chiusi in casa che tentano di attirare la loro attenzione e se ne escono di scena. Ci si domanda cosa ci faccia il cabarettista Stefano Chiodaroli nei panni di un contadino che spara e urla. Tornava utile giusto per infilare una faccia maggiormente nota nella desolazione generale? Non si capisce in ogni caso l'utilità dell'operazione: se già un prequel era di troppo, il remake lo è indubbiamente ancora di più. L'attitudine trash è confermata, migliorare quindi nella confezione a che serve? Anche migliorando gli effetti in computergrafica (ora i tafani spalancano la bocca come nemmeno in un cartone animato) gli spettatori che possono interessarsi a film così restano sempre gli stessi, a meno che non si intervenga pesantemente per cambiare qualcosa e rendere il film più professionalmente accattivante sotto tutti gli altri aspetti... Poi d'accordo, se si voglion fare quattro risate con gli amici magari può anche andar bene.

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