The Berlin bride - Film (2019)

Economico ma creativo omaggio al perturbante in veste surrealista, che guarda a Hoffmann e a Poe da una parte e a Buñuel dall'altra. Seguiamo le esperienze parallele di due berlinesi e di un manichino femminile con un solo braccio, fra scambi di arti e incubi più o meno inquietanti. Le tematiche di fondo (rappresentazioni di una sessualità travagliata e ambigua) non si discostano troppo dalla tradizione di Un chien andalou, ma la cura formale è buona (finissimo il commento sonoro). L’insistenza sulle mani muliebri in un contesto filo-hitchcockiano ricorda curiosamente Santa sangre.

Della sensualità dell'inorganico e delle sue rivalse. Dal feticcio umano per il manichino, al manichino umano troppo umano che feticizza l'uomo. Un vicendevole meto (mi)nimizzarsi col rischio non sempre contenuto della metafora che proclama l'Angelus dal balcone papale, tra svankmejerismi in vena di pesantezze lacaniane via Jeunet-Caro e manierismi molesti del Jodorowsky più spiritato che bagna i piedi in torrenti eraserheadiani (i minuti finali di musica nuova in cucina). A voi decidere se è più tonfo o trionfo e se 10' scarsi di sex-appeal ed ebbrietà ne valgono 70 di peso morto.