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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/09/20 DAL BENEMERITO GIùAN
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- Quello che si dice un buon film:
Giùan
Scene di "malata" eccentricità nella non troppo immaginaria città di Joteborg. Al primo lungometraggio Ostlund alza la cresta del cinismo autoriale tratteggiando una Svezia affatto Felix, tra rigurgiti autoritari (i bambini che ripetono il saluto nazista in palestra), indifferenza e solitudine (la ossessivo compulsiva in giro con le buste della spesa), gesti e atti gratuiti (la banda che appende bici ai lampioni, i tizi alle prese con la roulette russa). Rispetto alla pretenziosità del successivo Involuntary, la struttura episodica è meno caustica, più ironica (i due chitarristi).
MEMORABILE: Il chitarrista con la sindrome di down del titolo che urla e suona le sue canzoni con l'amico; Quest'ultimo a letto con la sua ragazza.
Ruben Östlund HA DIRETTO ANCHE...
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