Botole nel buio, bambine fantasma che procedono a scatti, clown malefici che sghignazzano... Dante ricicla quanto di più abusato un appassionato del campo riesca a immaginare e ci imbastisce un horror vecchio stampo, di quelli con la tipica famigliola americana zoppa (manca il padre) con il figlio maggiore che s’invaghisce della bella vicina coetanea, quello minore che gioca a fare il tenerone del gruppo e la madre sullo sfondo, estranea e lontana dalle dinamiche da Goonies dei tre bambocci. Nello scantinato della nuova casa c’è una botola che quando la apri non ne vedi il fondo né capisci se davvero esiste, quel fondo. Perché ci butti dentro...Leggi tutto ogni sorta d’oggetti (in modo che il 3D te li faccia arrivare in faccia) e quelli scompaiono per sempre. Poi ti trovi pure a girare lì intorno una tetra bambinella che sembra la figlia di The grudge e il gioco è fatto. Sì, proprio gioco, perché THE HOLE 3d non è molto più di questo: topoi dell’horror stivati dentro a far numero, a sorreggere un’esilissima trama destinata a confluire a sorpresa in una dimensione parallela che si rifà tanto al solito Dalì hitchcockiano filtrato da un Lynch all’acqua di rose. Definire stereotipati i personaggi sarebbe come fingere di non conoscere Dante (che tra l’altro si autocita mettendo l’Alighieri in mano alla ragazzetta), il quale in fondo sembra come al solito uscire da una succursale della Disney col suo borsello di stile appresso. E poi come rinunciare agli inevitabili omaggi? Il Bruce Dern che vive nella fabbrica di guanti Orlac e che sembra tanto il Doc di RITORNO AL FUTURO si chiama Carl proprio come Freund, il regista del più celebre remake di LE MANI DI ORLAC, giusto per menzionare il più evidente. Insomma, il Joe Dante che t’aspetti, pure con le sue qualità intendiamoci: un’eleganza formale non comune, una bella gestione della suspence, attori diretti con una certa sicurezza, una professionalità evidente che permette di godere del film (pur senza eliminare in noi la convinzione che THE HOLE sia un horror concepito per i ragazzini). L’idea alla base dell’operazione, in sostanza, era forse solo quella di dare tridimensionalità agli incubi più comuni riunendoli in un film senza alcuna ambizione, che finisce come doveva finire (compreso epilogo e ultima scena dopo i titoli di coda, forse la più insulsa mai girata per questo “ultimo saluto” allo spettatore) e mostra di sganciarsi dalla collosa melassa in cui è immerso solo quando si tratta di costruire l’inatteso incubo pre-finale, la stanza sommersa di lampadari di Dern e poco altro. Molte le situazioni e i personaggi che sembrano agganciati alla storia con lo sputo, idee buttate lì senza convinzione, a far da sfondo alle scaramucce tra fratelli o agli sguardi languidi tra lui e lei. Stephen King e il suo IT guardano dall’alto, non tanto per Pennywise quanto perché, a livello psicologico, l’idea alla base (la stessa) era sviluppata nel libro con ben altra complessità.
Joe Dante torna alla sua vera passione: l'horror inoffensivo ma non privo di pathos dei Gremlins. Premiato a Venezia come miglior film in 3D, The hole non sfrutta in pieno le opportunità della tecnologia (come lo so? Perchè in anteprima sono stati mostrati 4 deliranti e applauditissimi minuti di "Shock labyrinth" di Takashi Shimizu) pur restando nella memoria come cinema vivace, smaccatamente nostalgico dei bei tempi dell'horror che furono. Non c'è una stilla di sangue, ma una discreta tensione accompagna tutta la durata. Giovanholista.
"The Hole" è stato premiato a Venezia 66 come miglior pellicola in 3D. Premesso che, in realtà, il lavoro di Dante non offre alcuna novità o espediente visivo che non sia nella norma (anzi, si è già visto di molto meglio!), il film è un piccolo horror molto old-school ma piuttosto godibile. Dante rinuncia all'imperante ultraviolenza e dirige un lavoro semplice ma simpatico, con attori discreti alle prese con una sceneggiatura snella e sufficientemente accattivante. Caruccio omaggio a certo horror del passato. Tre pallini.
Divertente horror per teenager, che sembra un ritorno ai climi un po' scanzonati degli anni '80. Nell'era serioosa di Saw - L'enigmista, questo "The hole in 3D" non è che un commedia nera, dove due fratelli e una ragazza affrontano le proprie paure e i fantasmi del loro passato. Che dire? Divertente, giocoso e un po' poco 3D (anche se le sequenze in 3D si capiscono subito). Joe Dante ci sollazza con 90 minuti di "Piccoli brividi", con apparizioni di un vero fantasma di Hollywood: Bruce Dern.
Calpestando i bei vecchi lavori del passato, Joe Dante tralascia atmosfera e orrore della metamorfosi umana, fisica e psichica, trovata in The Howling, per passare ad un orrore più semplice e quotidiano, attraverso la storia di tre adolescenti, che è l'unico espediente per creare un film horror con la caratteristica più richiesta al momento: il 3D Un 3D, seppur idoneo a pellicole in cui la trama non è fondamentale, come in questo The Hole, il cui utilizzo risulta scarso e forzato. Insoddisfacente dal punto di vista visivo ed emozionale.
Un orroretto senza pretese che strizza l'occhio al giovanilistico. In alcuni tratti m’ha ricordato un po’ le atmosfere alla Goonies. Il film si fa seguire abbastanza felicemente, ma le tematiche sono abbozzate e talune volte raffazzonate: si semina molto, ma in fin dei conti si raccoglile poco. Il 3D è solo un pretesto per attirare pubblico, poiché in fin dei conti non si è capito a cosa servisse. Al cinema non è male, ma preferisco ricordare il Joe Dante di Piranha.
Se qualcuno vi fa "Bu!" e vi spaventate, questo film è per voi. Ma se siete, per così dire normali, non ne uscirete certo con le coronarie devastate. Purtroppo, la suggestione della botola dura poco, lasciando spazio alle solite paure, a ragazzini più o meno sopportabili e a una sceneggiatura che piazza qua e là qualche colpetto, soprattutto grazie a una misteriosa bambina, ma che denota anche una certa carenza di idee. Dante riesce comunque a rendere il tutto vedibile e, in linea di massima, a dargli un perchè, nonostante proprio non si respiri la cara vecchia aria malsana del vero horror.
MEMORABILE: Il pazzoide circondato da lampade e lampadine; Il tuffo finale.
Un clown, una bimba morta, l'uomo nero. Tre icone del genere segnano il passo di un horror teorico e metatestuale, che interpreta il genere come manifestazione e catarsi stereoscopica, fantasmatica delle paure sepolte nell'inconscio: la botola nello scantinato si apre sul buio della sala cinematografica e i tre ragazzi vi pescano le nostre paure per portarle alla luce. In un'epoca di pornografia e atrocità visiva, Dante gioca la carta del classicismo tout court, senza inventare nulla, senza presunzione e ci riporta alla pura e semplice magia del cinema.
Joe Dante torna all'horror, genere per il quale aveva dimostrato attitudine in epoca passata. Al di là dell'inconsistente e modaiolo 3d questo film risulta tutto sommato divertente, diviso tra pagliacci animati (Poltergeist) e bimbe spettinate che si muovono fuori sincrono (The ring), con protagonisti giovani turbati da problemi in famiglia e buchi neri. Qualche scena possiede una tensione genuina e la visione è gradevole. Dilagante ostalgia per un tipo di horror che fu.
Mamma sempre in fuga trascina in un paese di provincia i figlioli, il più piccolo con gli occhioni, il maggiore adolescente musone che però ci mette circa 1 giorno per ambientarsi (il tempo di adocchiare la biondina vicina di casa). Però nella cantina della nuova casa c'è una botola senza fondo... Dante è un regista elegante, autore di vere perle, ed anche qui mostra a tratti la sua mano, però il disegno dei caratteri è di una banalità sconcertante, gli incubi da Bric à Brac dell'orrore, il 3d ininfluente ed il film, invece di stupire, annoia.
MEMORABILE: Uniche sequenze da salvare dal dimenticatoio: il laboratorio in cui Dern fabbrica occhi, la stanza mobile con il pavimento a scacchi
Mediocre horror per teenager che sembra nato da un "mix" di scopiazzature di altri lungometraggi (Linea mortale, La bambola assassina, The Ring...) ma che non spaventa neanche un po' e che non decolla nemmeno con l'aiuto del 3D. Film bocciato, regista "rimandato".
MEMORABILE: Dane si tuffa in piscina e, prima di riemergere, intravede un'ombra minacciosa...
Da sempre il "buco" o in questo caso la botola si può considerare come elemento misterioso che fa scaturire nel nostro inconscio curiosità ma anche paure più o meno motivate. Il film si basa proprio su questo assunto e ci fa vivere queste paure con gli occhi dei nostri giovani protagonisti. Qua e là qualche sprazzo di buon cinema si vede, anche se alcune scene (lo strisciamento nella botola su tutte) sembrano essere prese da altri film (per esempio The ring). Dante accontenta soprattutto i teenager e lascia insoddisfatti gli amanti dell'horror.
Come sono lontani i tempi di Piranha o Gremlins! Joe Dante non ha fatto altro che soddisfare un pubblico che si accontenta di poco, al cinema. Bella regia, buonissimi gli effetti speciali e nient'altro: una storia di ragazzini curiosi vista e rivista.
L'inizio sembra promettere bene, per merito di qualche idea riuscita e per qualche momento inquietante; poi purtroppo con lo scorrere della pellicola l'interesse va scemando in maniera pressochè imbarazzante. La sceneggiatura non possiede quella marcia in più per emergere dalla mediocrità: tutto risulta oltremodo prevedibile. Dante regala qualche inquadratura interessante, ma nonostante ciò si ha la netta sensazione che si limiti a svolgere il compitino.
Dante dà vita ad un horror vecchi tempi, ma le cose sono cambiate troppo perchè possa
davvero funzionare. La vicende procedono in modo stiracchiato e ben poco imprevedibile,
arrivando ad un epilogo scontato con tanto di moralina finale, facile facile. E così
tensione e spaventi latitano, eppure il film si riesce a seguire nonostante tutto. La
riuscita non è delle migliori (e la mancanza del 3d probabilmente non aiuta), ma la passione non manca ed in giro si vede di molto peggio. Quasi passabile ma per nulla memorabile. Non emoziona.
Giusta la definizione di "horror per famiglie" fatta da qualche critico a proposito di questo film di Joe Dante. Autore di alcune opere memorabili per i suoi estimatori, il regista americano torna al cinema con una storia classica del genere ma il target non è quello degli appassionati dell'horror. La storia della botola misteriosa è ben realizzata ma non intriga, è appunto un horror addomesticato con un uso del 3D peraltro non esaltante e una scelta del cast non particolarmente felice. Artisticamente mediocre e tecnicamente sufficiente.
Il pozzo nero senza fine come metafora di qualcos'altro che appartiene a tutti noi è sublimare un genere che troppo spesso ultimamente è solo bruta macelleria. In più Joe Dante rastrella alcuni topoi del terrore (vedi la bambola animata) per segnare un continuum coi classici di ieri. La riuscita è innegabile, pur con qualche virgola mancante (o di troppo).
Si presenta come un horror domestico che di orrorifico ha ben poco. Certo qualcosa di interessante c'è: la trama è coinvolgente, il film scorre piuttosto bene e il pupazzo indemoniato stile Saw è apprezzabile, ma il pubblico a cui si rivolge Dante non è quello consueto e quindi si adatta cercando, più che attori bravi e di spessore, belle facce fini a se stesse. Nulla di che ma non disdegnabile.
Che dire, tutto raffazzonato e bruttissimo. Personaggi stereotipati della peggiore specie con lo spessore di una cartavelina, sceneggiatura orrida, soporifera e in certi frangenti quasi ridicola, recitazione pessima di tutti i protagonisti o quasi (si salva giusto la Polo in un cast che oltre la qualità di un'Hanna Montana non può andare). La regia banale e prevedibile completa il quadro. Simpatici alcuni scenari. Da evitare.
Orrorino di poche pretese e di altrettanto poca efficacia, indirizzato a un pubblico di adolescenti con rilettura del baubau (o boogeyman) qui nascosto in un pozzo all'interno del quale si celano le paure dei tre (noiosissimi) piccoli protagonisti. Realizzato per solcare il revival del 3D, il prodotto annuncia come taluni registi del passato siano stati, forse fin da subito, eccessivamente sopravvalutati. Non funziona nulla, nemmeno il reparto spfx con finale al limite del carnevalesco dato da abuso di computer grafica. Un mattone indigeribile.
Joe Dante si riconferma ottimo regista da cinema per ragazzi. Sia chiaro, il film è un horror-teen palesemente indirizzato a un target di preadolescenti: né il gore né vere sequenze di paura trovano spazio. Il tutto si gioca sul classico trittico "fratello minore, fratello maggiore e sua ragazza/amica" isolato dal contesto adulto e costretto a fronteggiare ad armi impari una minaccia soprannaturale. La professionalità registica di Dante restituisce un'esperienza agile e simpatica, per quanto derivativa dal cinema anni '80 (Gremlins, Goonies).
MEMORABILE: La scena della Bennett nel bagno del bar; Il poliziotto con il cranio aperto; La rappresentazione surreale del mondo dentro la botola.
Madre con un figlio adolescente e uno più piccolo si trasferisce, ma nella nuova casa c'è una strana botola; la vicina adolescente li aiuta a capire cos'è. Joe Dante confeziona un horror per ragazzi in 3D che rinuncia al body count in favore di una ghost story con una discreta atmosfera (compreso pupazzo clown alla Poltergeist) e sceneggiatura equilibrata. L'interno della botola sembra un richiamo alle scenografie espressioniste in cui tutto è sghembo, dalle finestre alle pareti ai quadri. Una visione ci può stare.
Nell'odierno marasma di omaggi agli 80s, quasi tutti sembrano essersi dimenticati di offrire un briciolo di qualità; non stupisce quindi che questo gioiellino del grande Dante, re di tale periodo, sia finito nell'oblio immeritato. Perché se trama e cast (gustosi Dern e Miller) potevano dare di più, la tensione è gestita in modo esemplare (specie quando si tende a non mostrare), la messa in scena è da brividi e l'ultimo atto è di stampo quasi espressionista. In fondo, questo è un coming-of-age rivolto a chi, a ogni età, teme il passato; i giovani ne escono vincitori, ma gli adulti?
MEMORABILE: L'occhio nello schermo: "Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro" avrebbe detto Nietzsche; La lettera sul tavolo; L'ultima scena.
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Io per curiosità ho comprato la versione in DVD del suddetto film in 3D con tanto di occhialini bicolore per vederselo a casa (pagato 6 euro dall'usato)... Naturalmente si tratta della più colossale truffa perpetrata ai danni degli appassionati di cinema: il film in 3d è semplicemente inguardabile, totalmente alterato nella fotografia e con l'effetto stereoscopico più immaginato che riuscito... Evitatelo tranquillamente.
DiscussioneZender • 12/01/12 18:23 Capo scrivano - 47902 interventi
Rebis ebbe a dire: Io per curiosità ho comprato la versione in DVD del suddetto film in 3D con tanto di occhialini bicolore per vederselo a casa (pagato 6 euro dall'usato)... Naturalmente si tratta della più colossale truffa perpetrata ai danni degli appassionati di cinema: il film in 3d è semplicemente inguardabile, totalmente alterato nella fotografia e con l'effetto stereoscopico più immaginato che riuscito... Evitatelo tranquillamente. Finalmente uno che l'ha fatto! Sono sempre stato curiosissimo di capire cosa diavolo siano sti 3D senza 3D! Ma scusa, te li eri messi gli occhialini Rebis? perché di solito te li forniscono, assieme al film...
Ma no, guarda, gli occhialini sono di cartoncino... Se lo trovi nell'usato ti togli lo sfizio :)
DiscussioneZender • 13/01/12 17:05 Capo scrivano - 47902 interventi
Rebis ebbe a dire: Ma no, guarda, gli occhialini sono di cartoncino... Se lo trovi nell'usato ti togli lo sfizio :) Eh eh, qui scherzavo io. Uno pari ;-)
DiscussioneRaremirko • 29/10/13 21:58 Call center Davinotti - 3862 interventi
A me il film sinceramente non è piaciuto per nulla; avrebbe potuto girarlo chiunque; appena ho letto il nome Joe Dante nei credits quasi non ci credevo.
Raremirko ebbe a dire: A me il film sinceramente non è piaciuto per nulla; avrebbe potuto girarlo chiunque; appena ho letto il nome Joe Dante nei credits quasi non ci credevo.
concordo, nulla di che, Dante ha fatto di meglio e molto.
DiscussioneRaremirko • 30/10/13 22:51 Call center Davinotti - 3862 interventi
Galbo ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: A me il film sinceramente non è piaciuto per nulla; avrebbe potuto girarlo chiunque; appena ho letto il nome Joe Dante nei credits quasi non ci credevo.
concordo, nulla di che, Dante ha fatto di meglio e molto.
Rebis ebbe a dire: (...) il film in 3d è semplicemente inguardabile, totalmente alterato nella fotografia e con l'effetto stereoscopico più immaginato che riuscito... Evitatelo tranquillamente.
Bluray targato Warner Bros di incredibile qualità tecnica, che offre ambedue le versioni (anche la 3D) senza nessun extra (formato video 1.85:1 e audio DTS 5.1 master HD (scarso però il doppiaggio italiano).