E' chiaro che il modello a cui si guarda è Troisi (non a caso il produttore è lo stesso di RICOMINCIO DA TRE), ma è altrettanto evidente che non solo Siani ma proprio tutto il film sia una replica in tono meno che minore, rispetto ai lavori del rimpianto comico partenopeo. Tutt’altro spessore, altri orizzonti: qui non si riesce ad andare oltre alla solita storiella con la straniera di turno (brasiliana, questa volta) e l'unica idea buona - quella della casa di famiglia spacciata per un bed & breakfast per non far sfuggire il bel bocconcino in cerca d'alloggio - è sfruttata poco e senza la...Leggi tutto dovuta incisività. Per il resto non si va al di là del prevedibile schema precostituito: lui viene lasciato da lei (la scusa è la frase del titolo), entra in crisi, gli amici cercan d'aiutarlo finché spunta il nuovo amore. Siani avrebbe anche la faccia giusta, come “clone” di Troisi è pure accettabile, è che senza un copione decente non è in grado d'inventare nulla, a differenza del suo modello. Così, di fronte a una simile pochezza registica, piazza due o tre buone battute in tutto il film e non viene aiutato da spalle assai deboli (uno dei due si chiama Lello, ma anche qui Arena resta un miraggio irraggiungibile). Carinerie a non finire, zucchero, nonne comprensive, dialetto napoletano e accento paulista. Pertino Pieraccioni, al confronto, dimostra più estro, nello stesso campo. E poi basta con la voce off e il rewind obbligato!
Esordio sul grande schermo di Alessandro Siani nei panni di Mariano, ragazzo napoletano che viene lasciato dalla fidanzata con la classica scusa che dà il titolo al film. Certamente non è un capolavoro indimenticabile, ma comunque riesce a far ridere varie volte e non annoiare mai. Siani è simpaticissimo e anche sufficientemente bravo come attore. Ottime anche le interpretazioni di Clara Bindi e Nunzia Schiano. Simpatico.
L'esordio di Siani al cinema non è altro che una commediola banale, ma con vari momenti divertenti, frutto della verve del protagonista. Il problema forse sono il ritmo quasi televisivo e una storia che non decolla mai veramente, ma che sembra andare avanti per sketch. Buono il cast di contorno zeppo di caratteristi napoletani (eccezion fatta per l'insopportabile Francesco Albanese).
Lasciato dalla fidanzata con l'incomprensibile spiegazione del titolo, Mariano cerca di rimettere in sesto la propria vita. Commedia dalla struttura convenzionale, che però ha il pregio di non eccedere sul lato sentimentale e di conservare un approccio ironico in ogni situazione. Siani, qui al debutto cinematografico, come protagonista è simpatico e come attore riesce a gestire il passaggio sul grande schermo. Nel discreto cast di contorno, la migliore è Nunzia Schiano.
MEMORABILE: L'insopportabile bambino che legge poesie e scrocca soldi.
Commedia fortemente connotata in senso regionale, rappresenta l'esordio sul grande schermo di Alessandro Siani. Il protagonista (che ha in Troisi l'evidente riferimento artistico) è simpatico e abbastanza disinvolto (così come il resto del cast con ottimi caratteristi partenopei) ma il film avrebbe meritato una sceneggiatura più solida anziché una raccolta di sketch. Manca insomma una storia organica e strutturata,
Siani non è gramo, quanto a mestiere, ma rispetto a Troisi manca forse di candore, più probabilmente di poesia. Qui è anche vittima di una sceneggiatura deboluccia, in cui si arrabatta come può tra una gag e l'altra ma non riesce a portare il film troppo oltre la sequela di battute. Lei è bella, per carità, ma di questi meccanismi ciclonici ne abbiamo visti a sufficienza.
Esordio al cinema di Alessandro Siani diretto da Ranieri Martinotti. Il risultato è una pellicola debolissima nella sceneggiatura con sketch quasi tutti senza nerbo e pochi slanci. Il taglio è molto partenopeo, così come quasi tutto il cast. Siani tenta in qualche modo di emulare (con enorme fatica) il compianto Troisi ma senza grossi risultati.
Il vero problema di Siani sono stati sempre i tempi della comicità: nei suoi inizi teatrali c'è sempre stata la smania di bruciare una serie di battute in un minuto. In questo aspetto si sente infatti la mancanza della mano del regista, ma nonostante ciò si avverte la fragranza del frutto acerbo di un'opera naif ed è proprio la mancanza dell'ammiccamento ruffiano tipico dei film di Pieraccioni o di Salemme a salvare in parte il film.
Francesco Ranieri Martinotti HA DIRETTO ANCHE...
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MusicheNeapolis • 14/11/16 12:03 Call center Davinotti - 3275 interventi