Un uomo felice - Film (2023)

L'idea era buona, e a suo modo pure originale; perché se è vero che il cambio di sesso è tematica all'ordine del giorno, il rapportarlo a un'età non più verde è una chiave insolita che permette non solo l'utilizzo come protagonisti di attori di sicuro valore come Luchini ma anche un approccio più pacato e riflessivo. In realtà non è esattamente così, in questo caso, anche perché l'impianto da commedia che cerca in più occasioni la battuta prevede inevitabilmente che si scada spesso nella gag facile perdendo lo spessore che forse si auspicava. Pur tuttavia la sceneggiatura garantisce una certa fluidità...Leggi tutto e un netto rifiuto nei confronti della volgarità, dovuto principalmente alla maturità dei protagonisti.

Lui (Luchini) è un conservatore in corsa per il quarto mandato di sindaco nella sua piccola città in Bretagna, lei (Frot) una moglie che passa le giornate tra le lezioni di golf e le riunioni con le amiche ma fin da piccola è ossessionata dalla convinzione di trovarsi nel corpo sbagliato, sentendosi maschio. E così, arrivata alle soglie della terza età, decide che non è più il caso di fingere e di intraprendere la difficile transizione che la porti a diventare un uomo a tutti gli effetti. Jean, che mai avrebbe sospettato una cosa simile di sua moglie, viene da lei informato della cosa e resta a bocca aperta, disgustato dal pensiero di dover dividere il letto con un altro uomo. E se la prima reazione è di totale rifiuto, di fronte a una situazione simile, non è che proseguendo le cose cambino di molto, con le tensioni che in casa si acuiscono inevitabilmente. Entrambi mantengono comunque un contegno e capiscono di dover scendere a compromessi: lei tacerà a tutti della sua condizione fino alla fine della campagna elettorale per assecondare le ambizioni di lui (un conservatore da sempre abituato a combattere i gay), ma poi non si potrà più rimandare.

Il punto è come far procedere la storia, dal momento che il coming out di Edith (già pretende di essere chiamata Edi) avviene pressoché all'inizio e nella coppia non esiste fin da subito nulla da nascondere. Toccherà invece andare cauti per non farsi scoprire dai media e per gestire intelligentemente la cosa con i figli. Si traggono insomma spunti qua e là per gag che possano puntellare una storia che si fa presto un po' ripetitiva. Si sfruttano trovate non certo nuove adattandole alla bisogna e cucendole sulla bravura di Luchini e della Frot: da una parte un mondo maschilista e orgogliosamente tradizionalista, dall'altra l'universo "gender fluid" che si palesa nei gruppi di persone con problemi analoghi frequentati da Edith nemmeno fossero alcolisti anonimi. Scintille ma con stile, che permettono di rendere tutto sommato piacevole la visione anche in assenza di grandi momenti da ricordare. Molto fa la straordinaria mimica di Luchini: efficaci i contenuti scatti d'ira e i conciliaboli con il suo consigliere e il nuovo social media manager, chiamato a svecchiare l'immagine di sindaco incapace di rinnovarsi. Vasseur, l'avversario, non si vede praticamente mai, e tutto si gioca "in famiglia". Qualche bello scorcio di campagna francese, una fotografia che sa esaltarli, una recitazione complessivamente di qualità. Che poi il film lasci poco è abbastanza palese, al di là delle scontate riflessioni sulla tolleranza, il rispetto, l'amore capace di oltrepassare ogni barriera...

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