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Titolo originale: No down payment
Anno: 1957
Genere: drammatico (colore)
Regia: Martin Ritt
Note: Soggetto dall'omonimo romanzo dello scrittore statunitense John McPartland.
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/06/12 DAL BENEMERITO GIùAN
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- Quello che si dice un buon film:
X offender, Daniela - Non male, dopotutto:
Giùan - Mediocre, ma con un suo perché:
Cerveza
Nella periferia di L.A. si intrecciano vite e tristezze di quattro coppie piccolo borghesi. Dopo il dramma "operaio-razziale" Nel fango della periferia, Ritt si concentra sul milieu sociale metropolitano dove, dietro le apparenze di "regolarità", si nasconde un palpabile disagio esistenziale e coi vicini di casa si rischia la promiscuità. Molta lodevole carne al fuoco (drammi post bellici, alccolismo, violenza sessuale), con un approfondimento però che resta a livello di soap. Notevole il cast con un viscido Mitchell, una sciatta Woodward e Randall sorprendente.
MEMORABILE: La violenza di Mitchell ubriaco ai danni della Woodward.
Il coevo I peccatori di Peyton viene generalmente indicato come il progenitore di tutte le soap opera venate di qualche elemento più o meno horror (un ricco filone che procederà fino a Twin Peaks), ma a ben vedere alcuni temi vennero anticipati da questo misconosciuto dramma sociale diretto da Martin Ritt. Protagoniste quattro coppie medio-borghesi e vicine di casa, apparentemente senza problemi, ma che tra le mura domestiche nascondono segreti e frustrazioni pronti a esplodere... Ottimo cast corale, con una Joanne Woodward mai più così sexy.
Quattro coppie di vicini: vivono in belle ville in un quartiere residenziale, gli uomini hanno in apparenza buoni impieghi, le mogli sono casalinghe perfette, eppure sotto la superficie luccicante si intravedono disagi, voglie inconfessabili, rancori repressi destinati ad esplodere... Meno noto dei Peccatori di Peyton uscito solo l'anno prima ma forse ancora più efficace nel ritrarre il mondo angusto della piccola/media borghesia statunitense. Buona prova corale del cast, in cui spiccano Woodward, sgualcita, Cameron rancoroso e Randal in un ruolo sgradevole diverso dagli abituali.
In un perfetto quartiere tutto villette, giardini e vialetti intonsi dove le persone di colore non sono gradite, vivono quattro famiglie con mogli "angeli del focolare" e mariti dai buoni impieghi, ma, non si sa come mai, si comportano come fossero degli affamati afroamericani nel ghetto di Harlem. Pellicola che parte da un assunto inverosimile condito da un'ambigua promiscuità fra vicini degna di un club per scambisti e poi svolazza su mille questioni senza approfondirne mezza. E, mentre tu sei lì che cerchi di capire dove vogliano andare a parare, esce la scritta "The end".
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Nel 1948 McPartland aveva scritto per la rivista Life un articolo dal titolo "Portrait of an American Communist" in cui sosteneva la natura socialmente aberrante del comunismo, sottolineando la sua perversa associazione con l'amore libero ed i costumi licenziosi.
Curiosamente, quando si trattò di trarre una sceneggiatura dal suo romanzo più famoso uscito qualche anno dopo, alla sua stesura collaborò Ben Maddow, noto sceneggiatore che non venne accreditato in quando il suo nome era stato inserito nella lista nera maccartista per presunte simpatie filo-comuniste.
Fonte qui (lingua inglese).
