Il bounty-killer Brandon si associa al collega Murdock detto "Bibbia" per colpire Fargo, che traffica in peones alla frontiera. Ma... Misconosciuto gioiello dello spaghetti-western, a lungo invedibile in italiano e ora reso a nuova vita da restauro veneziano e smagliante dvd. Il regista sta in equilibrio fra i suoi barocchismi (senza però il tono gotico di Django il bastardo) e l'ispirazione leoniana; gli interpreti sono eccellenti, le locations della Magliana in fondo credibili, le musiche un po' invadenti. Da vedere assolutamente.
Ripetitivo e fragoroso per i continui agguati e sparatorie, sfugge tuttavia alla routine grazie al confronto tra due figure di bounty killers sempre più opposte e contrapposte (uno in fondo di animo nobile, l'altro la spietatezza in persona) e all'approfondimento psicologico del personaggio di Garrone, crudele proprietario terriero dal drammatico passato. Tra i riferimenti leoniani, la devoluzione dei soldi delle taglie alla donna e il duello a tre. Berger, feroce, mellifluo, cinico, ricorda il Tigrero de Il grande silenzio.
MEMORABILE: Il fucile a quattro canne di Berger, in grado di sparare vere e proprie cannonate.
Film molto gradevole che si avvale di ottimi interpreti: il sempre bravo Anthony Steffen, il superbo William Berger nella parte di Bibbia (un bounty killer molto simile al Tigrero di Klaus Kinsky dell'anno prima), Riccardo Garrone (il fratello del regista), Mario Brega che ha una parte simile a quelle di Bud Spencer nei Trinità e la bella Nicoletta "Giarrettiera Colt" Machiavelli. Il film di Garrone ricorda varie pellicole ma non è assolutamente una scopiazzatura. Si percepisce comunque una forte influenza Leoniana.
Uno dei più migliori spaghetti-western realizzati fuori dal “giro” autoriale Leone-Valerii-Tessari-Corbucci-Sollima. Garrone ci propone un film con una storia originale anche se farraginosa, girato con occhio acuto e tecniche di ripresa raffinate, con zoom dinamici e primi piani dei volti molto espressivi, con personaggi ben costruiti e dotati di spessore psicologico, con vicende avvinghiate alle sete di vendetta e di denaro dei protagonisti e puntellate da sparatorie, tradimenti, truffe e doppiogiochismi a ripetizione. Un film gagliardo. Berger strepitoso! Garrone ha la capacità di far apparire "ricca" e scenograficamente fastosa una produzione priva di notevoli mezzi finanziari.
Film decisamente riuscito che si colloca tra i migliori del genere spaghetti-western. Il ritmo è incalzante e il carattere dei personaggi è ben approfondito: c'è Brandon, il bounty killer con un'anima, contrapposto a Bibbia, spietato e opportunista cacciatore di taglie, uno dei personaggi più riusciti nell'ambito del western all'italiana (interpretato da un ottimo William Berger). Di gran qualità colonna sonora e fotografia; eccessivo, invece, l'inserimento di alcuni personaggi non proprio necessari.
Titolo bello e calzante per uno spaghetti western minore ma tutt'altro che disprezzabile. Garrone attinge qui e là da Leone e Corbucci, ma conferisce al film una sua dignità personale, incentrandolo su una trama originale e oggi attualissima (un traffico illegale di immigrati clandestini) e sulla complicità tra due cacciatori di taglie che solo apparentemente perseguono il medesimo obiettivo (Berger mira esclusivamente al suo tornaconto, mentre Steffen vuole anche fare giustizia). Buone le prove degli attori, un po' invadenti le musiche.
Western spaghetti confezionato in purezza dallo specialista Garrone che porta sullo schermo una storia originale ma a tratti inutilmente complicata, incastonata fra una serie interminabile di sparatorie (che alla lunga potrebbe stancare) e qualche trovata rubacchiata in giro (il triello su tutte). Buoni i caratteri principali, con ottima prova degli interpreti, mentre qualche personaggio secondario è un po' abbandonato a se stesso. Coinvolgente e azzeccata la ost, di livello discreto la confezione. Ritmo non è propriamente vorticoso. Nel complesso comunque un buon prodotto di genere.
Dignitoso western di Garrone in cui si parla poco e si spara tanto. Il regista romano attinge a piene mani da Per qualche dollaro in più: certi sviluppi della trama, la caratterizzazione dei personaggi, il finale similissimo... e pazienza se Garrone non è Leone. Steffen studia bene da Eastwood, Berger è il più bravo e convincente, ancorché eccessivamente caricaturato, Garrone Riccardo non proprio nel personaggio (sarà l'abitudine a vederlo alle prese con ben altri generi), Brega delegato ai momenti leggeri e pertanto sprecato. Comunque il genere ha partorito di peggio.
Sergio Garrone HA DIRETTO ANCHE...
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