Per un adattamento de “Il mistero delle dodici sedie” di Ilf e Petrov si scomoda un cast internazionale di gran lusso, che però si ritrova del tutto sprecato in una commedia tanto concitata quanto frammentaria e risaputa. Il teatrino con un Welles più istrionico che mai e il finale “ipertricotico” sono abbastanza divertenti; si ammirano le bellezze femminili (la Tate, la ninfomane Piccolo, la entreneuse Demongeot) e si rivede Margine, reduce da I ragazzi del massacro.
Un buon ritmo e un ottimo cast internazionale per un film riuscito. Merito del mattatore Gassman, della povera Sharon Tate (bellissima)... Ottimo Welles e il suo spettacolo dell'orrore, signorile De Sica. Da citare la grandiosa scena in teatro e quella in piscina. Merita la visione.
Caso non infrequente, in quegli anni, di coproduzione internazionale a doppia firma, il film si ricorda essenzialmente per essere l'ultima interpretazione della splendida e sfortunata Sharon Tate e per l'irresistibile episodio del teatrino con Orson Welles. Per il resto si tratta di una banalotta commedia degli equivoci condotta con ritmo concitato e movenze da vecchia comica ma decisamente tirata troppo per le lunghe. Gassman gigioneggia come da routine, spalleggiato da belle donne (Tate, Piccolo e Demongeot) e da varie comparsate di lusso.
Un film molto divertente, che per certi versi ho trovato simile a Questo pazzo, pazzo, pazzo mondo (l'avidità, la caccia al tesoro). Gassman è scatenato, giogioneggia senza freni e regala molti momenti divertenti, spalleggiato dalla bellissima Tate (purtroppo all'ultima apparizione) e da tante partecipazioni straordinarie (su tutte quella di uno strepitoso Orson Welles). Buon ritmo, colonna sonora molto simpatica di Rustichelli, qualche frivolezza di troppo.
Basandosi sul romanzo "Le dodici sedie", una commedia a mio avviso molto deludente, scontata (ma questo era prevedibile) e anche priva di brio. Il film non è altro che un continuo susseguirsi di scene girate senza un attimo di sosta; il cast è di lusso, non c’è che dire: oltre al solito Gassman sono presenti la bellissima Sharon (qui al suo ultimo film) e De Sica, che però fa sentire la sua presenza solo in brevissime scene. Da ricordare la presenza di Orson Welles, seppur anch'essa limitata a poche scene.
Insipida commedia rosa-avventurosa di ambientazione internazionale. Balza all'occhio il tasso di libertinaggio femminile più alto degli standard italiani. Tuttavia la coppia protagonista -pur piacevole- non si affiata, il cast di contorno sfodera camei inutili (tranne quello di Orson Welles che risolleva l'attenzione), e le trovate erano vecchie già all'epoca (non ci viene risparmiato nemmeno l'inseguimento accelerato in fast forward).
MEMORABILE: L'incubo/flashback di Gassman alle Olimpiadi
Il pezzo forte della pellicola è senza dubbio Sharon Tate, davvero splendida e simpatica. Per il resto ci si trova davanti alla solita caccia al tesoro già portata sullo schermo altre volte (tra le versioni tratte dallo stesso racconto è certo meglio quella, appena successiva, girata da Mel Brooks). Gassman stranamente non funziona benissimo in un ruolo adattissimo alle sue capacità. Poche le situazioni davvero gradevoli, forse solo l'episodio con Welles riesce a regalare momenti discretamente divertenti. Rimane comunque opera vedibilissima.
Parrucchiere scopre di aver ricevuto in eredità una grossa somma nascosta nell'imbottitura di una sedia dopo averla venduta per pochi soldi insieme ad altre dodici... Da un romanzo che verrà altre volte trasposto sullo schermo, una farsa fracassona sceneggiata senza idee e mal diretta che spreca in gran parte il ricco cast a disposizione: Gassman e Tate si impegnano ma non legano l'uno con l'altra, De Sica fa una comporsata svogliata, Welles gigioneggia, gli altri vanno a braccio. Alcune sequenze fanno comunque sorridere, ma l'effetto complessivo è quello della maionese impazzita.
MEMORABILE: La rappresentazione del dottor Jekyll e del signor Hyde con la distruzione del palcoscenico.
Trasposizione della novella satirica dei sovietici Ilf e Petrov afflitta dalla magagna tipica per questo genere d'intreccio: la ripetitività e il monomaniacale avvitarsi intorno a un unico tema, in questo caso le tredici sedie Hepplewhite. Un cast sontuoso viene chiamato ad assolvere una comicità primitiva da torte in faccia che impiega poco ad annoiare, tanto che queste benedette sedie paiono non finire mai. Farsa velata di malinconia al pensiero di assistere all'ultima apparizione (postuma) di Sharon Tate: stupenda e ispirata commediante uccisa dalle 16 coltellate di Susan Atkins.
MEMORABILE: Sharon Tate che esce dalla piscina; Il "povero" Gassman preso in mezzo da Sharon e Ottavia.
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CuriositàXtron • 26/09/17 10:57 Servizio caffè - 2155 interventi
Il libro che Terry-Thomas sta leggendo e del quale racconta dettagliatamente la trama a Sharon Tate, s'intitola (nella finzione) "Il mio nome è lussuria". In realtà si tratta dell'edizione Corgi Books del 1969 di un altro romanzo di William Goldman "The thing of it is" al vero titolo del quale è stato sovrapposto quello finto: