Una terapia di gruppo - Film (2024)

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Una terapia di gruppo
Locandina Una terapia di gruppo - Film (2024)
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2024
Genere: commedia (colore)

Cast completo di Una terapia di gruppo

Note: Remake del film spagnolo "Toc toc" (2017).

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La nostra recensione di Una terapia di gruppo

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nel rifare TOC TOC, commedia spagnola di un certo successo del 2017, gli italiani aggiungono ben poco, giusto un doppio finale un po' pretestuoso e un personaggio che in orgine mancava, quello di Otto (Gassman), colletto bianco terrorizzato dall'idea di poter rimanere escluso da qualcosa che nemmeno sa cosa sia e per questo ossessionato dal telefono cellulare, consultato compulsivamente. L'idea, ad ogni modo, non era certo nuova neanche allora e qui in Italia l'avevamo già vista applicare in due film dai quali vengono ereditati pure due attori chiave: Margherita Buy da MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?...Leggi tutto e Claudio Bisio da CONFUSI E FELICI. Il concetto alla base è sempre lo stesso: pazienti che in assenza di chi avrebbe il compito di curarli si ritrovano a condurre una sorta di terapia di gruppo autogestita. Il divertimento sta sempre nel vedere a contatto tipi diversi di fobie e le reazioni di chi non sa come comportarsi per affrontarle.

In questo caso il grande assente è tale dottor Stern, nello studio del quale i pazienti, per un errore del computer, si presentano tutti alla stessa ora. La segretaria, Sonia (Mascino), ha il compito di calmarli in attesa dell'arrivo del terapista e li fa accomodare in sala d'aspetto dove i nostri fanno progressivamente conoscenza. Ci sono l'autista di taxi Emilio (Santamaria), incapace di non contare qualsiasi cosa di cui si parli, l'archivista Federico (Bisio), afflitto dalla sindrome di Tourette, che lo fa esplodere improvvisamente in gesti inconsulti e tremende volgarità, la ricercatrice Bianca (Lodovini), ossessionata dall'idea di igienizzare qualsiasi cosa le si avvicini nel raggio di un metro, la ginnasta Lilli (Francesconi), che deve camminare evitando di calpestare le righe e, fissata con la simmetria, ripete sempre due volte le stesse frasi, il già citato Otto (Gassman) e infine la legale Anna Maria (Buy), che si preoccupa di controllare ogni cosa mille volte per paura di aver dimenticato qualcosa. Tra di loro gli attriti sono la regola, il rinfacciarsi i propri problemi pure e andare d'accordo non sembra proprio cosa facile. Poi però, complice una situazione difficile per tutti, si dovranno cominciare a stabilire rapporti più distesi e affiorerà una sorta di complicità che spingerà ognuno di loro a mostrare maggiore comprensione verso il prossimo.

La commedia spagnola era un po' più sobria, specialmente nel personaggio a cui Bisio - con ottima versatilità - aggiunge tic continui accentuandone il carattere caricaturale. Qui si punta più dichiaratamente al comico senza che tuttavia in sceneggiatura si rinvengano gli elementi necessari per farlo con efficacia. Al di là di un Bisio che ruba la scena a tutti con facilità grazie al ruolo con ogni evidenza più brillante, spiritoso (anche grossolanamente) e travolgente, gli altri non appaiono sufficientemente naturali da rendere credibili le loro storie. L'unica a non sbagliare mai i toni è la Buy (impeccabile, come quasi sempre le accade): conserva una tristezza di fondo che conferisce sì tridimensionalità alla sua Anna Maria ma nello stesso tempo la allontana dalla blanda spiritosaggine che coinvolge goffamente gli altri.

Gassmann sale troppo sopra le righe, Santamaria non pare granché a suo agio, la Lodovini è eccessivamente ripetitiva e ben poco buffa (ma era difetto comune anche al personaggio analogo in TOC TOC), mentre la Francesconi ha dalla sua almeno una certa spontaneità che le permette di ritagliarsi un suo spazio senza mai risultare invadente. Per il resto pregi e difetti son gli stessi del modello di riferimento (anche perché le modifiche dell'adattamento nostrano sono assai limitate), acuiti da una regia svelta ma raramente incisiva, che mostra una faciloneria evidente quando si tratta di confrontarsi con la "prova dei tre minuti" o nell'analisi reciproca di stampo corale.

Il colpo di scena finale spiazza un po' ma non colpisce come dovrebbe, la Sonia della Mascino si associa di fatto agli altri malati mostrando chiare alterazioni. Bozzetti buffi ma che per divertire davvero necessitavano di maggiore fantasia in sceneggiatura. Se a ognuno di loro fosse stata data in dono la stessa esplosività del Federico di Bisio avremmo per le mani un film davvero spassoso, mentre negli altri casi si fatica a elaborare battute spiritose legate alle loro singolari condizioni. Nel complesso non ci si annoia, ma l’attesa di un Godot in cronico ritardo si consuma restando in superficie, con sommarie descrizioni dei personaggi che si approfondiscono appena in qualche flashback piuttosto insignificante.

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Tutti i commenti e le recensioni di Una terapia di gruppo

TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/11/24 DAL DAVINOTTI
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Caesars 18/12/24 19:11 - 3992 commenti

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Commedia senza troppo mordente, con alcuni momenti che riescono a strappare qualche timido sorriso ma che, in generale, non convince. Non tutti gli interpreti funzionano a dovere (Bisio sicuramente meglio degli altri, anche se il suo personaggio pare un po' eccessivo) e la storia si trascina un po' troppo lungamente e in modo assai poco credibile, fino a un finale che poteva tranquillamente essere omesso senza recar danno (anzi...) alla pellicola. Regia onesta ma nulla più. Comunque vedibile per passare un'oretta e mezza senza pensieri.

Markus 23/11/24 09:46 - 3763 commenti

I gusti di Markus

Rieccoci a parlare di remake: quei film "copia incolla" che lasciano l'amaro in bocca pensando a quando eravamo maestri di commedie italiane; stavolta è la trasposizione d'un film spagnolo che diletta alquanto con personaggi nevrotici/schizofrenici di verdoniana memoria (c'è l'immancabile Buy) nel quale spicca per verve un Bisio in formissima accanto a un cast variegato ma ben amalgamato. Qua e là si ridacchia. Ritorno sulle scene cinematografiche (questo il vero colpo di scena) della Francesconi della trilogia di film scaturiti da Sul più bello nel triste biennio del Covid.

Gabrius79 25/11/24 10:37 - 1514 commenti

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Ennesimo remake tratto da un film spagnolo che presenta un buon cast in cui a Bisio spetta la palma del miglior personaggio e anche del più divertente. Gustosa la Mascino, che lascia un buon segno ogni volta che entra in scena. Bene la Buy e la Francesconi (quest'ultima mostra una certa dolcezza anche solo con lo sguardo). Lodovini, Santamaria e Gassman sottotono con personaggi poco consistenti. Sceneggiatura non troppo sviluppata e finale beffardo. Non manca comunque qualche risata qua e là.

Reeves 20/12/24 09:44 - 2990 commenti

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Divertente commedia che ancora una volta ironizza sugli strizzacervelli e sull'invadenza della psicanalisi nella società contemporanea. Sono ottime le prove degli attori, in particolare del burbero tassista Santamaria e del malparlante Claudio Bisio; la Buy riprende invece (sempre con classe però) un personaggio che aveva già presentato in un altro film. Però si ride e non è poco.

Rambo90 9/03/25 23:43 - 8005 commenti

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Il tema di base, seppure già proposto altre volte dal cinema italiano, era promettente e poteva risultarne una bella commedia corale (di cui tra l'altro Costella è ottimo artefice), ma qui la sceneggiatura esaspera troppo i tipi e si barcamena non benissimo tra toni comici e altri più seri. Funziona il cast senior, con Santamaria e Buy tra i migliori, Bisio che se la cava pur con qualche esagerazione e una Lodovini tutto sommato giusta. Meno centrati Francesconi e Gassmann, un po' troppo nevrotici nelle loro esternazioni, inutile la Mascino. Buono il ritmo, mediocre nel complesso.

Pinhead80 15/04/25 08:52 - 5432 commenti

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A sette anni di distanza dall'uscita del film spagnolo ecco il remake italiano, che si avvale per l'occasione di un ottimo cast capeggiato dal solito Claudio Bisio, nell'occasione vero e proprio mattatore. Nonostante l'effetto sorpresa non ci possa essere, il film riesce ugualmente a divertire e la caratterizzazione dei personaggi è molto ben riuscita. Apprezzabile inoltre anche il tentativo di cambiare un po' le carte in tavola nel lungo finale. Ancora una volta si ha la dimostrazione che un buon soggetto può funzionare bene, anche se riproposto.

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