Curiosità su I ragazzi del massacro - Film (1969)

CURIOSITÀ

4 post
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  • Undying • 10/08/08 02:08
    Risorse umane - 7574 interventi
    Stralcio di una intervista a Fernando Di Leo, a cura di Davide Pulici e Manlio Gomarasca, realizzata per Nocturno.

    Con I Ragazzi del Massacro, che è del 1969, tu affronti il tuo primo film ispirato a un libro di Giorgio Scerbanenco: dopo sarebbero arrivati Milano Calibro 9 e La Mala Ordina…
    Anche questo film partì come un’avventura ideologica, come era stato per Brucia Ragazzo Brucia: si trattava di mostrare una realtà di degrado proletario riguardante la periferia di una grande città - non era ancora diffusa la droga, la delinquenza organizzata tendeva i primi tentacoli, i “ragazzi” non erano ancora entrati in queste spirali. Un grido di allarme anche questo, urlato al momento giusto, non so se più importante delle avances del Sessantotto.

    Quale fu il rapporto con il testo di partenza?
    Il libro di Scerbanenco me ne diede l’estro, ma non più che l’idea: la mia riduzione lascia fuori molte cose e si accentra sul noir, ricostruisce il protagonista e Duca Lamberti diventa un giovane commissario senza i retroterra tardoromantici che gli aveva dato l’autore. Anche la scelta dei ragazzi seguì poco le indicazioni di Scerbanenco… Insomma, ho usato le cose che coincidevano con il discorso che volevo fare senza il moralismo piuttosto fastidioso dell’autore: avevo intuito che andavamo verso una società senza più classi, mi pareva inutile insistere sul carattere loro specifico. Non è mai facile adattare un romanzo per un film, però se il romanzo ti ispira un film, allora ti senti libero e fai il tuo discorso prendendo e lasciando quello che ti interessa.

    Sei soddisfatto del modo in cui gli intenti sociologici in substrato alla storia sono stati recepiti?

    Abbastanza soddisfatto, anche se il film non ebbe successo di pubblico ma solamente di critica. Nella mia filmografia I Ragazzi del Massacro è comunque importante, perché azzardai un discorso che sapevo bene non poteva essere recepito nella sua interezza e nelle sue implicazioni. Pur tuttavia mi imbarcai lo stesso. Oltretutto era assolutamente sguarnito di cast: attori sconosciuti, protagonista “nuovo”…


    Pier Paolo Capponi, appunto…

    Sì: Capponi me lo sono letteralmente inventato in quel ruolo. Lui veniva, come Lucio Dalla che avevo avuto nel mio precedente Amarsi Male, dal film dei fratelli Taviani, I Sovversivi. Gli cambiai la vita, a Pier Paolo, perché già aveva detto addio al cinema. Ho rivisto di recente il film e ho trovato che la grinta di Capponi era notevole. Mentre, durante le riprese, mi sono distratto con Nieves Navarro/Susan Scott: a lei non ho dato grinta, peccato, perché c’era modo. I ragazzi che scelsi con cura, sono invece tutti quanti perfetti…

    Anche come taglio stilistico, non solo per contenuti, I Ragazzi del Massacro fu fortemente innovativo…
    Nel film c’è una scena registicamente straordinaria: quella dello stupro della ragazza, giocata senza che quest’ultima fosse mai toccata, tutta di macchina da presa in movimento: non c’è un atto, non c’è niente, solo movimento di macchina da presa. Poi montai la storia dei ragazzi… ma anche qui bisogna stare attenti alle date. A quell’epoca ancora non si sapeva niente sui giovani, i “ragazzi” allora non davano ancora preoccupazioni. Stragi del tipo trattato finivano in cronaca, i significati dei comportamenti non erano analizzati e quindi non se ne traevano teorie che poi potevano oggettivare il problema che si avvicinava. Il mio film era stringato: fotografia molto cruda, taglio quasi espressionistico per gli interrogatori, buone psicologie ed un ritmo sostenuto sino alla fine… non c’era la Milano cara a Scerbanenco perché volevo dire di più: ecco i nostri ragazzi, tutti i nostri ragazzi che cosa stanno diventando, chi abbiamo di fronte, visto che con il nostro comportamento gli abbiamo svuotati, li abbiamo privati di valori; la nostra crisi è diventata la loro crisi: cosa dobbiamo fare ora? Io tre o quattro cose ho tentato, proprio come sperimentatore e come primo, di dirle, quale che sia il valore dei miei film, beninteso. Però avere acchiappato la situazione della mafia, la situazione della delinquenza, la situazione dei ragazzi, quella del sesso… almeno come proposta - ecco, usiamo questo termine così mi salvo pure - mi rende abbastanza primo in tutto.


    Fonte: Booklet allegato alla VHS Shendene a cura di Davide Pulici e Manlio Gomarasca.
  • Il Dandi • 18/02/10 13:11
    Segretario - 1488 interventi
    Curiosamente in questo film (il primo ad essere dedicato a un'avventura dell'eroe di Scerbanenco) il personaggio di Duca Lamberti porta il nome di Luca Lamberti. In verità il nome di battesimo non viene mai citato, ma Luca Lamberti è il nome che compare sulla sua scrivania.
  • B. Legnani • 4/06/11 23:11
    Pianificazione e progetti - 14970 interventi
    Il credito "Priscilla Benson c.s.c." è pseudonimo (usato solo qui) della diplomata c.s.c. Ada Pometti!

    Il figurante che interpreta l'agento Lo Cascio (che con Mascaranti viene affidato dal questore a Lamberti) è l'aiuto regista Franco Lo Cascio.
  • Buiomega71 • 8/07/14 17:13
    Consigliere - 26057 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni (anno 1986) di I ragazzi del massacro