Note: Aka: "Mircalla l'amante immortale", "Love for a Vampire", "To Love a Vampire", "Nur Vampire küssen blutig", "Vampyyrin himo", "Jeunes vierges pour un vampire" Seguito di "Vampiri amanti" (1970).
1830: i discendenti della fascinosa, ma ferale, vampira Mircalla - novella "incarnazione" di Carmilla - con un sacrificio di sangue riportano parvenza vitale nel morbido corpo della succhiasangue. Grazie al supporto d'un direttore scolastico, nuovo adèpto al mito dell'immortale creatura, molto plasma (di donne nubili) potrà scorrere, alfine di mantenere "fattezze" giovanili nella rediviva. Pregevole produzione ispirata al testo di Sheridan Le Fanu, ben diretta, e leggermente atipica nell'horror di casa Hammer, per via della componente sensuale.
La bellissima Carmilla Karstein risorge grazie ad un rito satanico e morde a più non posso le giovani vergini locali. Rispetto ad altre produzioni Hammer, qui la componente sessuale (amore saffico, ma non solo) è molto avanzata, con la versione uncut che mostra coraggiosamente un nudo integrale, seppure in campo lungo. L'amore tenta poi di far breccia nell'oscuro cuore della non-morta, infatuata dal desiderio del giovane scrittore (con amplesso ardito!). Il finale è un po' qualunquista, ma l'opera è complessivamente davvero notevole.
Buon secondo capitolo della saga dei Karlstein. Premettendo che Johnson in questa pellicola merita l'oscar alla deficienza (va bene l'amore ma qui si esagera), la regia di Sangster è ottima e la bionda Yutte è adatta nel ruolo della vampira, anche se si rimpiange la Pitt. Da citare il finale infuocato con sorpresa dal tetto. Buono.
Già l'ho scritto nella scheda di Vampiri amanti: la Madeline Smith del precedente episodio e la Yutte Stensgaard di questo film furono le prime "donne nude" che, ragazzino, vidi sullo schermo nell'ormai lontano 1971-72. Me ne invaghii perdutamente, rappresentarono una sorta di "imprinting" che influenzò i miei gusti in fatto di femmine per tutta la vita! E dunque, come potrei non amarlo? Non è certo un capolavoro, ma è tuttora piacevole da vedere (se solo si decidessero a farlo finalmente uscire, in Italia, in dvd!).
Aaaahhhhh, la Hammer, con le sue vampiresse porcone, e quelle bellezze burrose in décolleté... Sì, certo, e le atmosfere gotiche, e in questo caso la lontana parentela con Le Fanu, ma diciamocelo francamente, della parte (blandamente) orrorifica qui non importa un tubo. Il cast femminile sovrasta quello maschile, a cominciare dal protagonista, un Ugo Pagliai inglese. Notevole, da vedere nell'audace (per i tempi) versione integrale.
Uno degli horror più deludenti prodotti dalla Hammer in quel periodo convulso che fu il 1971. Alla regia vi è James Sangster, più apprezzato come autore di sceneggiature che non regista (e qui dimostra appieno la sua mediocrità). Storia piuttosto scarsa, con uno dei finali più ridicoli del genere. Nonostante i forti (per l'epoca) e numerosi momenti erotici, ben poco si salva. Cast femminile notevole (per bellezza). Sull'altro versante niente da segnalare.
Secondo capitolo di un'ideale trilogia vampirica a sfondo saffico dedicata ai Karnstein - derivata dallo sfruttamento dal classico di Sheridan Le Fanu, Carmilla - con la quale la Hammer tentò di svecchiare l'ormai abusato filone ricavato da Stoker. Il film, che risente in modo evidente dei numerosi problemi produttivi riscontrati, genera un parvo fascino visuale dovuto per lo più agli stilemi dell'art nouveau superficialmente ricalcati, ma è semplicemente grottesco negli slanci erotici e bambinesco nelle incursioni horror. Tra gli esiti peggiori della storica casa inglese.
Dopo gli alti livelli raggiunti dal precedente Vampiri amanti, questo secondo incontro con “Carmilla” di Le Fanu viene trattato alla stregua di un fotoromanzo erotico-kitsch con collegiali danzanti, molti nudi e scene lesbo, trascurando il senso di arcano romanticismo che ogni storia di vampiri dovrebbe promanare. Chi è solito vituperare i nostri fantasiosi Batzella e Polselli liquidandoli sbrigativamente come “trash” dia piuttosto un’occhiata ai rituali di sangue qui presieduti da Mark Raven, ridicolissimo sosia di Christopher Lee a braccia conserte.
MEMORABILE: Le fanciulle danzanti in vesti greco-romane; le cadute nel pozzo.
Torna Carmilla in un seguito (ma neanche tanto) di Vampiri amanti, ambientato in una scuola per giovani ragazze: tutte in forma, né una troppo grassa né una troppo magra; ma è proprio l'elemento erotico ad aggiungersi al tema vampirico e alle storie tipiche della Hammer. Malgrado questo il film è un buon prodotto che mantiene le atmosfere migliori della casa produttrice inglese. Tra gli attori spicca Ralph Bates in un ruolo ambiguo a lui congeniale, tra le attrici spiccano sopratutto le scollature.
Dopo Vampiri amanti, la Hammer ci ripropone una nuova variante delle geste di Carmilla ispirate al romanzo di Le Fanu. In questa pellicola la componente erotica è molto forte, tanto che numerose scene all'epoca vennero censurate per la proiezione nelle nostre sale. Pur con una sceneggiatura zeppa d'ingenuità, la pellicola si gusta con piacere e ci riporta a un modo di far cinema che purtroppo non esiste più. Gli attori non fanno gridare al miracolo, ma la belezza delle interpreti femminili, a cominciare dalla Stensgaard, non si discute. **!/***
C'è da ammetterlo: questo secondo capitolo della saga dei Karnstein (anch'esso ispirato, ma qui più blandamente, a Le Fanu) non è certo un gran film. Abbastanza simile e per certi versi ripetitivo rispetto al capostipite, ne ha però le stesse buone qualità: sensualità ed erotismo, belle donne, atmosfere riuscite, confezione di grande professionalità e buon impatto visivo. Chiaramente è ovvio che se cercate un film horror al cardiopalma o con abbondanti iniezioni di emoglobina, dovete rivolgervi altrove. Altrimento potrete apprezzarlo.
Le Fanu viene quasi completamente ignorato ma il film trova il suo punto di forza nell'ambientazione collegiale che raduna sotto un unico tetto un indefinito numero di provocanti bellezze destinate a soddisfare le morbose voglie di Mircalla. Peccato per lo sciatto protagonista che nulla compie se non subire passivamente il corso degli eventi cascando per di più in un improbabile liason con la vampira, riportata alla vita tramite un processo simile a quello del Dracula di Dracula principe delle tenebre. Simpatica la canzone alla Nancy Sinatra bondiana.
"Marcilla, Millarca, Mircalla". Per la prima volta la Hammer sostituisce le sue atmosfere eleganti e gotiche con un bel parterre di seni e corpi nudi. La ricostruzione storica è alquanto sgangherata, come la recitazione perennemente sopra le righe, ma la stratosferica bellezza di Yutte Stensgaard inebetisce. Seguito del più famoso e amato Vampiri amanti.
Mircalla, Marcilla, Carmilla sempre la solita zuppa è. Una sorta di fotoromanzo vampirico con nessuna tensione e sorpresa, interpreti anonimi e, nonostante il promettente gineceo di giovani e fresche signorine, con erotismo pari a zero. La maledizione latente nell'originale racconto di Le Fanu e l'insinuante minaccia demonica e carnale qui non hanno campo. Una derivazione un po' leccata, sbrigativa e furbesca.
Mircalla, Carmilla, Millarca o addirittura Marcilla: anagrammando in vario modo queste lettere, trattasi unicamente di una vampiressa a cui il fluido ematico restituisce la giovinezza. A parte la riuscita scena iniziale con la metamorfosi da cadavere a bionda tutta curve, la storia è incentrata sul vampirismo screziato di lesbismo e, vista la decadenza inesorabile della Hammer, indugia molto sulle scollature delle giovanissime interpreti. Una specie di porno-soft allo sciroppo di amarena...
Dopo la trasposizione del capolavoro di Le Fanu la Hammer crea un sequel sul tema "erotismo vampirico". Non c'è la Pitt (vampira per eccellenza) nei panni di Carmilla ma la sua assenza è ben compensata dalla biondissima e voluttuosa Stensgaard. Aumenta l'erotismo saffico (e non) con più nudo e momenti carnali; sceneggiatura meno rigida (c'è persino la componente romance). Atmosfere gotiche migliori e più varie del precedente: dalla locanda folk, ai boschi incantati, al collegio barocco austriaco (in linea con la storia). Un altro classico.
Paradossale che un valido sceneggiatore come Jimmy Sangster fornisca una buona prova registica ma venga penalizzato da una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. La figura della vampira qui è meno tormentata e si respira anche aria da romanticismo, ma poi tutto si chiude con il solito finale purificatore che l'ambientazione ottocentesca rende alquanto anacronistico. La produzione Hammer garantisce comunque che il livello quantitativo non scenda sotto la media. Qualche sprazzo erotico (anche saffico) colpito dalla censura italiana.
Riportata in vita grazie al sangue di una vittima sacrificare, la vampira Mircalla inizia a frequentare un collegio femminile che sorge nei pressi del castello dei Karnstein, solo in apparenza abbandonato dalla dinastia maledetta... Sequel di Vampiri amanti, può contare su una confezione piuttosto curata in linea con le produzioni horror Hammer del periodo ma risulta meno riuscito del primo film della saga sia per la trama più banale che per il cast modesto e privo di nomi di richiamo, a cui si è cercato invano di porre rimedio ingaggiando un attore che pare il sosia di Lee.
La partita con la bella succhiasangue non era chiusa, e infatti la stessa, riportata in vita con il sangue di un sacrificio umano, si ripresenta bionda e pimpante oltre un secolo dopo e riprende ovviamente a far danni come e più di prima. Non ha più le fattezze di Ingrid Pitt ma la Stensgaard la sostituisce degnamente mettendo nettamente in ombra i suoi scoloratissimi comprimari maschili. La Hammer pigia sempre più il pedale sul versante erotico introducendo qualche novita, come la vampira tentata da un normale amore terreno.
MEMORABILE: L'immancabile incendio del castello maledetto nel finale.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Ciavazzaro ebbe a dire nella sezione HOME VIDEO CUT/UNCUT: La prima versione arrivata nei cinema inglesi è ridotta di minutaggio causa censura,e presenta una scena alternativa dell'ultimo "delitto" con la ragazza sdraiata sul letto coperta da un lenzuolo bianco e quindi non mostra le sue nudità,al contrario nella nuova versione integrale in quella scena l'attrice mostra il seno.
Ciavazzaro riesce sempre a stupirmi, per conoscenza certosina sulle versioni di questo o quel film.
Ottima informazione ;)
Grazie mille.
Mi diverto molto a vedere le varie versioni di un film,mi diverto meno quando devo procurarmele
tutte !,per esempio adesso con la versione italiana de i vizi morbosi di una giovane infermiera.
Le scene reintegrate in lingua originale sono per lo più o nudità (tre tra il 19° e il 22° minuto e una al 38°) o atti sessuali (a partire dal 54°, per un paio di minuti). Verso il finale (88° minuto) altri due brevi frammenti, per non si sa quale motivo.