Nonostante un titolo che può far pensare a una commedia comica di infima qualità, il film di Lucio Fulci si distingue invece per una discreta originalità e una per nulla disprezzabile messa in scena, non mancando oltretutto di stupire per la quantità di nomi celebri impegnati. Non è da sottovalutare una sceneggiatura (da un soggetto di Fulci stesso) che vede coinvolti Pupi Avati, Mario Amendola e Bruno Corbucci (oltre a Fulci, ovviamente) e i cui dialoghi sono revisionati dal duo Enzo Jannacci-Giuseppe Viola. Mentre tra gli attori sfilano tra gli altri Rossano Brazzi (è il medico psicologo con cui Buzzanca scambia le battute più divertenti), Ciccio Ingrassia (è il mago di Noto, un'interpretazione...Leggi tutto forse eccessivamente teatrale ma di classe cristallina), John Steiner (è il conte rumeno attorniato da belle fanciulle nude tra le quali spicca una giovane Ilona Staller/Cicciolina), Antonio Allocca (il gobbo), Moira Orfei (una amante del sadomaso), Sylva Koscina (un po' ingrassata, è la moglie), Francesca Romana Coluzzi (la lavoratrice sindacalista) e dulcis in fundo persino Valentina Cortese (la ricca amante di uomini-mostro). E’ insomma evidente la volontà di realizzare un piccolo “cult”, studiato e diretto meglio della desolante media del genere. L'idea di Lando Buzzanca che parte per un viaggio in Romania, torna in Italia credendo di essere diventato (per colpa del Dracula biondo John Steiner) omosessuale e invece si scopre vampiro era simpatica e Fulci è regista che ha dimestichezza sia con l’horror che con il comico. Ne è uscita una divertita parodia, dominata da un Buzzanca capace di esprimersi su registri seri e meno seri con eguale bravura; non priva di punti deboli di una volta, con un ritmo a volte un po' blando, ma curiosa. L’immagine di Buzzanca-vampiro che morde il sedere della Koscina è nella storia.
Che Fulci sia stato un genio del cinema (erroneamente catalogato come serie B) che ogni vero amante di film adora, stanno a dimostrarlo non tanto alcune pietre miliari del genere horror, quanto le divagazioni "sui generis" cui questa raffinata ed esilarante (ma mai leggera) parodia sui vampiri appartiene.
Buzzanca offre una delle sue migliori performance (ammantate di satira sociale): i tic, le manie, le idiosincrasie e le superstizioni come metafora di un arrampicatore sociale, che tenta di scrollarsi di dosso (inutilmente) l'umile origine.
Discreta rivisitazione del mito del vampiro ben diretta da Fulci e interpretata da uno scatenato Buzzanca, qui forse al suo miglior ruolo cinematografico di sempre. A fargli da spalla un ottimo gruppo di caratteristi, sui quali spicca il sempre grande Ciccio Ingrassia nel ruolo del Mago di Noto, nella scena più divertente del film. Splendida la Koscina.
Disarmonico. Un film con Buzzanca che segue il suo cliché è basato sul grottesco. Difatti quando è lui che catalizza l’attenzione va tutto bene, nel senso che ci dà quello che ci aspettiamo. Molto meno bene le cose vanno, invece, quando il tema viene calcato da altri, cui la sceneggiatura ha fornito cose non in linea. Mi riferisco al mediocre episodio con Ingrassia e al ruolo, abbastanza tremendo, della Cortese. La slava Koscina, la laziale Coluzzi e l’austriaca Linder fanno le brianzole... L'addormentamento pre-coito è preso dal Dottor Danieli.
Una bizzarra commedia con una sceneggiatura piuttosto originale e piena di spunti interessanti, ma tutto sommato abbastanza strampalata, con vari episodi disomogenei uniti tra loro senza troppa convinzione. Alcune battute vanno a segno, altre no; la regia comunque è decisamente buona e garantisce alla pellicola un livello più che accettabile. Buzzanca ripeta con poche variazioni il suo solito personaggio. Molto bella la colonna sonora di Frizzi, Bixio e Tempera. Tutt'altro che perfetto, ma curioso e, quindi, da vedere.
Ben inizia un film, che è da appprezzare per vari motivi (non ultimo l'avere affrontato con originalità un tema, il vampirismo, tra i più abusati del cinema mondiale). Fulci ci mette la sua mano nelle inquadrature più "strane" (tenendo presente che si tratta di un film comico, anche se il volpone non è la prima volta che si cimenta nel genere). La sceneggiatura a più mani arricchisce il film che non stanca mai, la presenza di una Moira Orfei bellissima e di una Koscina un po' imbolsita fanno il resto. Brazzi molto simpatico.
La parodia del vampirismo – immediata la connessione con Polanski – abbraccia una satira di costume discontinua e cangiante che alla debolezza degli assunti (tutti risaputi, non ultima l’equazione capitalista=vampiro) oppone un carosello di personaggi mosso da una vis comica ben calibrata e decisa: se Buzzanca dà corpo all’ennesima, saporita variazione dell’”uccello migratore”, ugualmente centrati sono il draculesco e promiscuo Steiner, il contegnoso Brazzi, la dannunziana Cortese e Ingrassia che, a pochi mesi da L’Esorciccio, riveste i panni del fattucchiere ciarlatano e maldestro.
Parodia vampiresca, ma non solo. In modo alquanto intelligente vengono trattati aspetti sociali sensibili, quali l'ingiusta paura per le diverse preferenze sessuali e l'indiffrenza per le condizioni di lavoro nelle fabbriche. Temi bollenti, sapientemente inseriti nella baraonda del sangue e del sesso (quest'ultimo, terreno naturale del Lando). Fulci pratica un'ottima regia, la fotografia è buona e ci sono bravi attori, alcuni anche molto noti in contesti diversi. La Brianza, mia terra d'adozione, emerge attraverso il linguaggio e taluni stereotipi.
MEMORABILE: Il risveglio mattutino del cavaliere in Romania; i dialoghi con il mago di Noto; il difficile rapporto con la signora in pelle.
Strambissimo film di Fulci. Un po' troppo pesante e lento all'inizio, diventa interessante grazie ad alcune azzeccate trovate (la satira politica e Ingrassia con un ruolo che ricorda molto da vicino quello de L'esorciccio). Niente di speciale, ma un'occhiata la merita.
Insolita commedia grottesca con un Buzzanca sottotono ed un Fulci che sembra interessato solo ad inserire qua e là personaggi insoliti. Alcune trovate sono interessanti, ma nel complesso il film non regge per tutta la sua durata. Nota di merito per la fotografia di Salvati.
L'incipit, con la messa in quadro del personaggio di Lando, è di cristallina brillantezza comica. Tuttavia la competitività industrial-sportiva, la frustrata volontà di emanciparsi dalle radici apotropaiche, l'ostentato machismo da Pupo, creano una tale serie di diramazioni, che Fulci non riesce a tenerne le fila. Così, dal ritorno in Transilvania, il film si consuma in una lunga serie di duetti più (Cortese) o meno (Ciccio) riusciti. Comunque nel complesso bizzarramente divertente. C'è il tocco di Avati allo script e di Jannacci-Viola ai dialoghi brianzoli.
MEMORABILE: Il dottor Brazzi ed il suo "...regolare"; "Anastasia, vergine per antonomasia" Il morso alla chiappa di Sylva; Il birignao di Valentina Cortese.
Spassoso e sottovalutato, probabilmente rappresenta lo zenith del Fulci brillante. Il ritmo delle trovate e delle battute, l'uso perfetto dei caratteristi e delle "partecipazioni straordinarie", gli azzeccati tocchi satirici ne fanno una delle poche commedie-horror riuscite prodotte in territorio italico. In palla Buzzanca, notevole Ciccio Ingrassia mago farlocco con i suoi filtri magici a base di escrementi, spassoso Allocca gobbo. Un cult.
Fulci rivendicava l’assoluta anarchia nei suoi lavori e in questa commedia ne troviamo piena conferma. Non ci sono paletti o punti di riferimento che vengano rispettati; si passa dalla commedia al comico con puntate nel parodistico, non disdegnando sfumature di un certo tipo sia nella sessualità che nel capitalismo. È incalzante, stuzzicante e la buona forma di Buzzanca e del resto degli attori permette di stare sul pezzo.
Guardando oltre la semplice commedia scollacciata e volgarotta, della quale sono presenti tutti gli ingredienti, ci possiamo godere una simpatica parodia, ispirata al Conte dei film horror per antonomasia che si fa beffe delle superstizioni, ancora molto presenti all'epoca, del meridione d'Italia e ben rappresentate dalla famiglia del Cav. Nicosia, così come una feroce critica, non troppo velata, del mondo industriale che arriva persino a succhiare il sangue ai poveri operai. Regia pulita e ben fatta, simpatico il brano finale.
MEMORABILE: Il morso sulla chiappa e la roulotte del finale.
Insalvabile. Il difetto maggiore risiede nella sceneggiatura (ci hanno lavorato in troppi), che non sa mai bene che direzione prendere; il film risulta quindi quasi un collage di episodi legati tra loro da un filo esilissimo. Bisogna ammettere che Fulci realizza il prodotto con una certa accuratezza formale e si avvale di un cast attoriale/tecnico di un certo pregio, ma ciò non basta a salvare la baracca. Non si ride né sorride mai e per una pellicola di questo genere è un problema mica da poco.
Un "cummenda" siculo trapiantato in Brianza, con gli stereotipi del paese di provenienza (superstizione e calore sessuale) va in Romania nel castello di un certo "conte" ma tornerà "diverso". Commedia/gothic all'italiana ricca di trovate e atmosfera con regia di Fulci, Avati coautore e Buzzanca mattatore. Vari fil rouge: i riti dei parenti siculi/il folklore rumeno, l'omosessualità/il vampirismo, il sangue succhiato/lo sfruttamento dei lavoratori. Si aggiungono un Ingrassia simil Esorciccio e la Staller, compresa tra varie fanciulle ignude al castello. Cult.
MEMORABILE: La cena vamp-erotica al castello del Conte; Le varie gag superstiziose; Buzzanca dal mago di Noto (Ingrassia); Il morso sulla natica della Koscina.
Più un film con Buzzanca che di Lucio Fulci. Anche se il regista romano qualche sferzata di cattiveria la inserisce comunque, come la trovata dell'industriale che letteralmente succhia il sangue ai suoi dipendenti. Per il resto si viaggia su binari già collaudati, con citazioni da Polanski a Brooks ma anche alla commedia italiana. Simpatici la Koscina e Brazzi, divertente Ingrassia, ci sono anche Moira Orfei versione sadomaso e una giovanissima Ilona Staller al sexy party in Transilvania. Riuscito.
Dopo un inizio folgorante con la presa in giro di certa superstizione e mentalità chiusissima di certo sud, lo sviluppo procede con episodi quasi a sé talvolta superflui (l'episodio con la Orfei e quello con la Cortese) che spezzano il ritmo. Buzzanca convincente anche nelle sequenze più grottesche, mentre Fulci sparge vetriolo sul capitalismo che arriva a succhiare letteralmente il sangue ai dipendenti; simpatico il duetto con Ingrassia ma si poteva fare di più, mentre la parentesi rumena con una giovanissima Ilona Staller sembra la base per altre avventure oltreconfine successive.
MEMORABILE: Il parlar mezzo lumbard (anzi brianzolo) e mezzo siculo del Cavalier Nicosia.
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Zender ebbe a dire: Beh, che secondo me era invece un ottimo attore.. Un po' fossilizzatosi sempre nella stessa parte, ma davvero bravo. Lo si vede soprattutto nel DDomestico e nel Sindacalista, per quanto riguarda la commedia.
Prima della fossilizzazione diede ottime prove con Germi.
DiscussioneZender • 22/11/15 16:52 Capo scrivano - 48334 interventi
Non esiste in dvd Mauro, però l'han dato un sacco di volte in tv e registrandolo si potrebbe avere un buon master di partenza direi.
Zender ebbe a dire: Un po' fossilizzatosi sempre nella stessa parte
Si,era questo che volevo dire appunto.Tranne quando beccava il regista giusto che gli costruiva attorno un bel film e lo spingeva a dare il massimo.
DiscussioneZender • 22/11/15 17:25 Capo scrivano - 48334 interventi
Vito ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Un po' fossilizzatosi sempre nella stessa parte
Si,era questo che volevo dire appunto.Tranne quando beccava il regista giusto che gli costruiva attorno un bel film e lo spingeva a dare il massimo. Ok, però questo capita un po' con tutti gli attori. Non è che De Niro in Manuale d'amore 3 ci faccia sta gran figura. Ed è de Niro voglio dire... Secondo me era un ottimo attore, il Landone. Che poi abbia fatto anche molti brutti film ... capita a tutti.
Zender ebbe a dire: Vito ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Un po' fossilizzatosi sempre nella stessa parte
Si,era questo che volevo dire appunto.Tranne quando beccava il regista giusto che gli costruiva attorno un bel film e lo spingeva a dare il massimo. Ok, però questo capita un po' con tutti gli attori. Non è che De Niro in Manuale d'amore 3 ci faccia sta gran figura. Ed è de Niro voglio dire... Secondo me era un ottimo attore, il Landone. Che poi abbia fatto anche molti brutti film ... capita a tutti.
Beh,ci sono attori che solo con la loro presenza riescono a trasformare film in partenza mediocri.
Poi vabbè se De Niro si voleva fare la vacanza in Italia,e pure pagato,ha fatto più che bene!No,scherzo...
DiscussioneZender • 22/11/15 17:49 Capo scrivano - 48334 interventi
Ma certo che ha fatto più che bene, chi gli dice niente, ci mancherebbe. De Niro ha recitato in decine di filmacci ma affari suoi, la cosa non mi dà nessun fastidio. Io ho sempre trovato Buzzanca in parte e molto professionale e direi che il successo avuto negli anni se l'è meritato tutto.
Se tu dici che "non è il massimo" secondo me sottintende che lo trovi generalmente attore mediocre ed è un tuo parere che ovviamente rispetto. Dicevo solo che secondo me non è così, in sostanza.
Zender ebbe a dire: Ma certo che ha fatto più che bene, chi gli dice niente, ci mancherebbe. De Niro ha recitato in decine di filmacci ma affari suoi, la cosa non mi dà nessun fastidio. Io ho sempre trovato Buzzanca in parte e molto professionale e direi che il successo avuto negli anni se l'
Se tu dici che "non è il massimo" secondo me sottintende che lo trovi generalmente attore mediocre ed è un tuo parere che ovviamente rispetto. Dicevo solo che secondo me non è così, in sostanza. Non mediocre,ma appunto un pò intrappolato nel solito personaggio,come dicevi anche tu.
DiscussioneZender • 23/11/15 08:12 Capo scrivano - 48334 interventi