Enorme successo che lanciò definitivamente Adriano Celentano insieme ai due registi-sceneggiatori Castellano e Pipolo che con lui avevano già lavorato in precedenza in MANI DI VELLUTO, SABATO DOMENICA E VENERDÌ e nel geniale ZIO ADOLFO IN ARTE FÜHRER. Adriano, nel ruolo del burbero contadino Elia Codogno da Rovignano (vicino a Voghera), trova il personaggio ideale che gli permette di recitare come preferisce: rispondendo sgarbatamente e spiazzando l'interlocutore. Che nel caso...Leggi tutto specifico è un'Ornella Muti quasi eterea, nel suo splendore. Quando gli appare di fronte, bagnata dalla pioggia sulla soglia di casa, Elia non si scompone, e buona parte dei loro battibecchi - che sono poi il sale del film - si rivelano spassosi, ricchi di tipici nonsense celentaneschi. Castellano e Pipolo sanno caratterizzare piuttosto bene il protagonista, e quel che ne esce è una commedia ingenua, d'impronta quasi favolistica ma generalmente gradevole, con numerose gag ad effetto ma anche qualche pausa di troppo dovuta alla volontà di mostrare il Celentano danzante (prima mentre pigia l’uva poi mentre gioca a modo suo un’interminabile partita a basket nel finale): due parentesi anomale sottolineate dalle scatenate musiche di Detto Mariano e montate con sovrapposizioni d'immagine un po' rozze. La coppia Muti-Celentano ad ogni modo funziona e il casale di campagna si rivela un set ideale.
Divertentissimo. La scena della pigiatura con la canzone di Celentano in sottofondo è fantastica, come è fantastica ogni sequenza in cui Elia spacca la legna con i suoi movimenti spettacolari. Certe battute sono indimenticabili come: "Bisogna parlarci con le bestie, non sono mica uomini." Questo secondo me è forse il film dove Celentano spreme al massimo il personaggio del burbero in grado di far impazzire una persona con il solo linguaggio sconnesso e sconclusionato. Risate garantite.
Celentano se la cava bene nei panni del contadino orso alle prese con la ragazza di città abituata alle comodità. I due funzionano (la Muti è molto simpatica) e la pellicola, specialmente nella prima parte, è piacevole e divertente (la partita col cane, l’arrivo di lei fradicia, la canzone, i lavori, fumare la cicoria, le sanguisughe). Ma poi nella seconda il film perde parecchi colpi, abbassandosi di livello (la scazzottata tra donne, al palazzetto…). Un'occhiata comunque la merita. Non male.
MEMORABILE: Mamy (la domestica di colore), dopo aver visto come Celentano si è comportato con la Muti, gli dice: "Sei proprio uno Zulù".
Prima di Innamorato pazzo ecco questo film che capovolge i ruoli classici: una giovane di città si innamora di un quarantenne di campagna e, nonostante la sua avvenenza, il burbero contadino non cede. Come sempre Celentano dimostra di dare il massimo nei ruoli della preda che non si scompone mai. Il film è divertente e non stanca. Anche qui sono presenti gag da antologia.
Grandissimo successo di pubblico, Il bisbetico domato è nel complesso una simpatica commedia basata sulla divertente contrapposizione tra il burbero contadino e la ragazza di città che prima si detestano e poi si innamorano. La trama non è originalissima ma la simpatia degli interpreti rimedia alle pecche della sceneggiatura (presenti sopratutto nella seconda parte del film). Divertente per un paio d'ore disimpegnate.
Celentano nel solito ruolo dell'uomo che -per motivi insondabili- fa innamorare le donne con una sola occhiata; ma il film è molto divertente, ammettiamolo pure. Casting decisamente azzeccato: con una Mamy strepitosa interpretata da Edith Peters e qualche momento comico di buon livello il gioco è fatto.
Tra i film migliori interpretati da Celentano. Ben sfruttato dall'abile copione e dalla regia del duetto Castellano & Pipolo, Celentano si propone in un ruolo adattissimo alle sue corde, regalando grandi momenti di comicità. Al suo fianco una splendida Ornella Muti e un efficacissimo cast di supporto. Santonastaso grande come sempre, la Peters è una forza della natura nel ruolo di Mamy. Appare anche il mitico Vincenzo De Toma (l'imbianchino di una famosa pubblicità) nel ruolo del contadino malato.
MEMORABILE: Il folgorante cameo di Vincenzo De Toma nel ruolo del contadino malato; Celentano con i denti di Dracula.
Prendete Celentano, capace già col la sua sola presenza di giustificare quasi ogni copione e cucitegli addosso il ruolo più adatto a lui: il burbero a 360 gradi. Non può che uscirne un film irresistibile con un Adriano ispiratissimo nel suo stillicidio di esilaranti freddure e nonsense. Se poi Castellano e Pipolo dirigono il traffico con il piglio giusto e gli interventi dei comprimari (De Toma, Santonastaso, Ghiani, Di Sipio, Jimmy) sono uno migliore dell'altro si tratta allora di un'ottima commedia. Anche la Muti fa il suo con merito. Non solo per "celentanomani".
MEMORABILE: Elia si commuove guardando Le Comiche; il letto a rimorchio del trattore.
Favoletta tutta buoni sentimenti con tutto il Celentano pensiero che consegue. La sceneggiatura è davvero risibile (e troppo allungata), la maggior parte delle scene si svolgono in interni, il ritmo è piuttosto fiacco. Tuttavia qualcosa funziona: Celentano è in formissima, alcune trovate surreali vanno a segno, la Muti è bella come non mai, la confezione è curata come la fotografia di Contini (anche se alcuni effetti flash sono fastidiosi) e soprattutto si ride. È indubbio che la tripletta Castellano e Pipolo/Celentano/Muti funzioni. Si affinerà l'anno succesivo.
Uno dei film meno penosi del mollegiato (che come attore non sempre apprezzo). Non dico che sia un film divertentissimo, ma sicuramente arriva alla sufficienza. La Muti non è niente male e ci sono alcuni appprezzabili caratteristi. Comunque nulla di incredibilmente bello, solo sufficiente.
MEMORABILE: Celentano che spaventa una possibile candidata a diventare sua moglie mettendosi i denti da Dracula.
Resterà per me sempre un mistero il successo di Celentano in campo cinematografico. La pellicola non è altro che una commediola semplice semplice che sviluppa un'ideuzza piccola piccola (e poco originale) piegandola, naturalmente, al servizio completo del molleggiato. Non bruttissimo ma non mi pare ci sia così tanto da ridere da giustificare l'enorme successo che ha avuto (lo stesso dicasi per molti altri film con protagonista l'Adriano nazionale). In ogni caso sarà gradito a coloro i quali amano il genere.
Gradevole commedia con l'ottima coppia Adriano Celentano-Ornella Muti, lui nei panni di un burbero agricoltore, lei nei panni di una donna di città. Ci sono dei momenti davvero esilaranti come quello sulla caccia (Celentano nella realtà è da sempre contro la caccia) e quando Celentano fa la legna di notte. Un film spensierato che diverte. Molto belle le località.
Probabilmente il miglior film con Celentano. La storia non è una gran cosa ma le gag sono tantissime e mai noiose e Ornella Muti è di una bellezza sconvolgente. L'unica parte debole è quella della partita di basket (con un Jimmy il fenomeno scatenato tra il pubblico!), ma il film regge benissimo e giustifica gli incassi miliardari che all'epoca dell'uscita riuscì a registrare. La coppia Muti/Celentano fu riproposta anche l'anno dopo in Innamorato pazzo ma con esiti più modesti. Da vedere per una tranquilla serata scacciapensieri.
MEMORABILE: La scena delle comiche e la successiva caduta della Muti per le scale: "Ti sei fatta molto male?"
La coppia Celentano-Muti è sempre ottima. Adriano è il vero leader, con un gesto e un nonsense sa divertire come solo lui sa. Bellissimo il ritratto di una vita contadina che fu (abbastanza overtime per il 1980) in cui il mezzadro Elia è amato dai suoi collaboratori; ottimo il cast che lo spalleggia (su tutti la Peters, Santonastaso, De Toma e Di Sipio, spassoso il dialogo al ristorante)! La Muti sa essere convincente più del consueto. C'è Nicola De Buono (Vittorio), l' On. Nicola di Casa Vianello. Genuinamente nostalgico.
MEMORABILE: Elia che da solo batte la Squibb Cantù!; la scenetta tra Di Sipio e Adriano al Ristorante; le mani bruciate del Parroco dopo i pruriti sessuali!
Un film che ha fatto storia! Se si pensa a Celentano non si può non pensare al memorabile personaggio di Elia e alla bella storia d'amore e odio con una gradevolissima Ornella Muti. Una carrellata di scene ed episodi divertenti vi condurranno in un battibaleno verso lo scontato finale. Consigliato rigorosamente.
MEMORABILE: Il topless della Muti. La canzone della spremitura dell'uva.
Divertente anche se nel complesso gli preferisco del Celentano protagonista assoluto Il burbero e Segni particolari bellissimo. Celentano è l'interprete ideale di questa pellicola e la Muti non sfigura, l'ambientazione è molto azzeccata e ci sono diverse cose da ricordare (la spremitura e alcune frasi del molleggiato soprattutto); da dimenticare invece la parte conclusiva con la partita di basket gestita malissimo dai due registi (pessima scena).
La coppia Celentano/Muti al massimo del suo splendore in questa semplice commedia in cui emerge la contrapposizione campagnolo burbero contro cittadina delicata. I confronti verbali tra i due protagonisti sono il sale della narrazione, che tende comunque a un finale scontato.
Celentano ha avuto il pregio di realizzare negli ottanta film che qualitativamente si equivalevano, ma questo probabilmente, fra tutti, è quello maggiormente riuscito. Il sodalizio con la Muti paga, la coppia inoltre denota una certa intesa, elemento questo, che non sempre Adriano ha avuto con le sue partner, (vedi Fenech). Sempre azzeccatissime le partecipazioni di Ghiani, De Toma, Di Sipio e Santonastaso.
MEMORABILE: "Bisogna parlarci con le bestie, non sono mica uomini! Ricordatelo!"
Commedia in stile campagnolo dove le battute semiserie di Celentano posero le basi ai futuri sermoni melodrammatici. La Muti è bellissima e regge il confronto dialettico; certamente lascia scoprire nella recitazione un affiatamento esploso pure nel backstage. Girato bene a un'andatura da crociera, pecca per un senso del ritmo ciondolante, tutto basato sulla presenza dei protagonisti.
MEMORABILE: La battuta sul dualismo marijuana (che fa benissimo!) e cicoria.
Commediola di medio livello, sorretta da una simpatica idea di partenza cucita su misura per Celentano, qui decisamente in gran spolvero. Non ci si annoia e spesso si ridacchia, anche se il personaggio della Muti (brava e bella) non riesce a ingranare e la confezione fa acqua, con una regia raffazzonata e una fotografia piuttosto opaca. Un paio di passaggi agghiaccianti (la lotta sul pavimento del ristorante, la partita finale) sono compensati da almeno una sequenza indimenticabile (si legga sotto). Arrotondando per eccesso si arriva a **!.
MEMORABILE: La spremitura dell'uva, accompagnata da una poco mascherata cover di "Brown Girl in the Ring" dei Boney M.
Celentano ha un suo inconfondibile modus agendi, improntando il suo regime su quel tipo di comicità intelligente (e spesso poco compresa) che ebbe dopo di lui molto successo nei sipari televisivi. Gioca con l'assurdo, sviscera duttilmente i vari sensi etimologici dei termini più comuni e raggiunge l'obiettivo. Qui duetta con la Muti (bella da togliere il fiato) e riempie i vuoti del plot con la sua maestria. Trionfano l'amore e la capacità di far sorridere senza volgarità, meta che ai giorni nostri appare perlopiù come un miraggio.
MEMORABILE: "Ti dà fastidio che mi spogli?" dice la Muti, "No, è che comincio a sentir freddo..." risponde il Molleggiato.
Qualche idea carina c'è e il film in varie parti funziona, anche perché il personaggio del protagonista è ritagliato su Celentano, che dà vita all'ennesimo tipo burbero ma simpatico, convinto di sé anche al di là dell'evidenza. Non funziona presoché nulla nel resto del cast, con una Muti che conferma, in mancanza di una regia di polso (si pensi a quanto ne ricava Scola in Capitan Fracassa), di non dare adeguata prestazione. Terribile la Peters, che incrocia Ollio con Via col vento. Quando le idee mancano, il film è lento (la prima parte) o pretestuoso (l'interminabile partita di pallacanestro).
Commediola che scivola via come "lacrime nella pioggia". Celentano, come attore, è monocorde allo spasimo: la mimica, le battute sembrano fotocopiate. La trama è simpatica ma in molti punti è tirata per le orecchie. La Muti è bella e attendibile nel ruolo di ragazza viziata. Preoccupante Celentano cestista. Guardabile... ma una sola volta.
Ottima commedia (adatta a tutte le età) con due big come la Nuti e Celentano in perfetta sintonia. Buone trovate strizzando l'occhio all'ecologia e al lavoro sincero della campagna. Menzione particolare per Edith Peters nel ruolo di Mamy, mai così divertente come in questo film. A mio parere un piccolo classico della commedia all'italiana.
Simpatica commediola asservita alla personalità mattatoriale di Celentano, gigione come sempre. Alcuni siparietti di comicità surreale strappano risate, come i dialoghi di Adriano con il cane, l'ordinazione del vino o le movenze con cui il protagonista distrugge l'orrendo carillon. Invadentemente simpatica la Peters, sensuale la Muti in lingerie nera. Calibratissime le comparsate di Massimo Mirani improbabile giornalista, Enzo De Toma, Raf De Sipio e Sandro Ghiani.
MEMORABILE: "La porta! Le scarpe! La finestra!"; "Va' via di qua, lesbico!" (al cane).
Cult celentanesco e successo formidabile, dovuto alla simpatica sceneggiatura dei registi che va avanti a divertenti battibecchi fra i due protagonisti, affiatati e in forma. La pellicola regge molto bene fino quasi alla fine, dove purtroppo il ritmo rallenta un po' a causa di una partita di basket mal inserita in sceneggiatura e troppo lunga. Ma a parte questo piccolo cedimento è una commedia molto godibile. Simpatico il prete di Santonastaso.
Un burbero villico subisce la visita forzata di una moderna ragazza di città. Finiranno per innamorarsi. Trama tipica di quasi tutti i Celentano movies, dove al solito il molleggiato fa il prezioso e la bella di turno gli orbita intorno: simpatica tuttavia la Muti, che per una volta recita anche qualche battuta, alterna la sceneggiatura, strapiena di riempitivi (la pigiatura con canzonetta simpatica è lunghetta, al palazzetto la partita è eterna...). Simpatici ed efficaci tutti i comprimari, soprattutto Mamy. Si riguarda, comunque.
MEMORABILE: Jimmy il fenomeno che applaude; L'amico malato; La cicoria nel cannone!
Il Celentano versione pigliatutto del periodo fine anni settanta inizi anni ottanta tramutava in oro tutto ciò che toccava e questo, va detto, esclusivamente per le sue notevoli doti istrioniche e il suo innato carisma. Detto ciò il film, fatte salve alcune ideuzze qua e là, non strappa grandi sorrisi e scivola via pleonasticamente verso il finale che ha il suo punto di maggior bassezza nell'egocentrica, lunga scena della partita di basket.
MEMORABILE: La scena della pigiatura, con Celentano che mostra un fisico notevole.
Cult. Probabilmente il più spassoso fra i film del molleggiato e il merito è senza dubbio anche della governante Edith Peters, che l'anno dopo ripeterà il ruolo per la Fenech. Celentano è in gran forma (anche fisica) e diverte molto, anche perché il personaggio gli è perfettamente congeniale. Molte le scene memorabili, ma la pigiatura dell'uva con il brano "fiori e fantasia" è indubbiamente il manifesto di questa pellicola e forse di tutto il cinema di Adriano. Discreta la Muti, anche se l'anno seguente farà di meglio. Impagabili le facce di Jimmy.
Grande successo cinematografico per la coppia Celentano-Muti, che con la complicità della regia di Castellano e Pipolo ci regalano un film decisamente simpatico e con buone gag che scatenano spesso e volentieri ilarità. La presenza di Edith Peters è il valore aggiunto, mentre Milly Carlucci è un po' sottotono.
Titolo tra i più rappresentativi del personaggio scontroso e misantropo con cui il molleggiato ebbe successo al cinema. L'ambientazione contadina offre a Celentano anche il pretesto per dare spazio ai suoi consueti messaggi ecologisti (vedi la scena in cui spara ai bracconieri), ma in maniera assai più misurata e gradevole di quanto accade quando si dirige da solo. Commedia garbata, con momenti infantili ma ancora piacevole.
MEMORABILE: Il balletto/pigiatura con Celentano vs. macchina agricola.
Senza dubbio, seppur sciocca, questa commedia continua a far sorridere. Celentano a suo agio nel ruolo del bisbetico doma e viene domato da una bellissima Muti. Per quanto comprimaria, ruba a tratti la scena la Peters, con la sua macchiettistica interpretazione in stile Via col vento. Bella l'ambientazione bucolica, i rimandi alla vita contadina contraltari di una frenetica dimensione cittadina che par perdere la sua identità.
MEMORABILE: Mamy; Il contadino malato; La spremitura.
Uno dei film più celebri e riusciti con protagonista Celentano. Il "molleggiato" se la cava bene e la parte del contadino burbero gli riesce benissimo; a fargli da contraltare una Muti particolarmente ispirata. Le cose migliori si vedono nella prima ora (la danza sull'uva; la cena; la Muti trascinata in mezzo al paese col trattore...), mentre il finale, scontato, lascia il tempo che trova. In ogni caso un film niente male, semplice e azzeccato.
Una delle migliori prove cinematografiche del Molleggiato (cui i panni del villico calzano a pennello), che qui ha modo di mostrare la quintessenza della sua comicità spiazzante, fatta di nonsense, trovando un’ottima intesa con Ornella Muti. Il risultato è un buon prodotto d’evasione, che sarebbe potuto essere migliore con una regia più snella (alcune lungaggini appesantiscono alcune sequenze, peraltro divertenti).
MEMORABILE: Elia che guarda le comiche; La pigiatura dell’uva; La sfida cestistica tra Elia e la Squibb Cantù.
Una buona idea di partenza, migliorata ulteriormente da una prova particolarmente valida di Celentano e dalla bravura e bellezza di Ornella Muti. Col passare del tempo però il film comincia a perdere colpi e scivola prestissimo sullo scontato. Molto meglio la prima parte. Nella seconda le idee latitano e la scena finale del basket, classico riempitivo, lo dimostra. Resta un film sicuramente godibile, ma si poteva fare senz'altro meglio.
Con il primo film dell'affiatatissima coppia Celentano-Muti entriamo negli '80 e si vede (dall'abbigliamento, dall'ambientazione, dai temi più "spensierati"). Elia è un'altro degli eccentrici personaggi di Celentano e il primo che inaugura il tipo strambo, tutto d'un pezzo, misantropo, misogino e ovviamente... bisbetico. Probabilmente uno dei migliori ruoli e film del molleggiato, con tutta una serie di divertenti gag e dialoghi paradossali tra lui, la Muti e gli altri, con la contrapposizione campagnolo-cittadini. Sempre verde.
MEMORABILE: Elia incontra una signora in bicicletta:"Ciao Elia!" Elia: "Ti ho salutato io?!".
Celentano in versione burbero campagnolo che si sforza di rimanere insensibile di fronte al corteggiamento della Muti, avvenente ragazza di città. Una commedia ancor oggi godibile, in cui il tema ben si adatta alle caratteristiche del Molleggiato, che padroneggia la scena con i suoi non-sense. Sceneggiatura un po' dispersiva ma funzionale a gag che esaltano le caratteristiche del protagonista.
Il leggero legame con l'opera di Shakespeare è utile solo a uno schema narrativo che permetta al "Molleggiato" d'esprimere, nella sua massima intensità, il ruolo su di lui perfettamente confezionato di maschio scorbutico, arrogante nei modi e macho senza volerlo... giustappunto per sedurre nientepopodimeno che la Muti. Il film di Castellano & Pipolo è a suo modo perfetto per sbancare il botteghino del Natale '80: il Celentano nella forma che gli riesce meglio. La colonna sonora di Detto Mariano (e non solo) è già storia. Pochi film diventano culto e questo lo è.
MEMORABILE: Il pranzo al ristorante sul lago - che in realtà è il fiume Ticino - "Da Pio" (oggi Villa Pio).
Ruolo creato ad hoc per Celentano, che ha davvero la faccia del burbero presuntuoso ma dal fascino irresistibile; e in effetti il film (dalla trama banale e scontata) si lascia guardare soprattutto per la sua simpatia (oltre che per la bellezza travolgente della Muti, insieme alla quale forma una coppia affiatata) e per quella della Peters nella parte della domestica. Azzeccato il finale e relativo brano eseguito dal Nostro.
Trama banale, prevedibile, a tratti perfino scontata. Eppure all'epoca fu un successo clamoroso, e ancora oggi lo si guarda volentieri. Perché? Fondamentale il clima surreale, quasi nonsense, creato dalle battute e dagli atteggiamenti di un Celentano in grande forma, che spinge fino ai limiti le situazioni paradossali e riesce a tratteggiare la figura perfetta del "simpatico antipatico", decisiva per la riuscita di simili pellicole. Un'atmosfera nella quale si inserisce mirabilmente Ornella Muti: più ancora della sua avvenenza, risulta vincente l'intesa col protagonista maschile.
MEMORABILE: La rissa al ristorante Muti - Milly Carlucci: le visioni ripetute servono anche a riportare alla mente certe chicche che si erano dimenticate.
La verve nonsense di Celentano va letteralmente a nozze con questa figura di burbero spiazzante che non dà punti di riferimento per sgusciare ogni volta dall’incastro. Un bastian contrario molto divertente che rimane a volte un po’ troppo bloccato sul dualismo con la bellona di turno che, non essendo propriamente una comica, causa inevitabili brachicardie. Sicuramente più ruspanti i battibecchi con i paesani e l'irresistibile Edith Peters. Non mancano ovviamente i temi a lui cari come animalismo ed esaltazione della vita agreste, proposti con l’usuale faciloneria popolana.
MEMORABILE: L'intervista al "Country club"; “Ma tu sei proprio così, o sei spiritoso?“ “Sono così, spiritoso”; Il racconto della sua nascita; “Vai via! Lesbico!“
Commedia godibile che vede il protagonista campagnolo allontanarsi dalla sua abituale solitudine a causa di una donna entrata improvvisamente a far parte della sua vita. Bellissima e anche brava Ornella Muti qui al suoi massimo splendore. La coppia funziona e Celentano detta i ritmi in modo impeccabile fino a un finale cestistico non proprio esaltante. Sicuramente uno dei migliori film del molleggiato.
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DiscussioneZender • 17/08/15 08:19 Capo scrivano - 48367 interventi
Ciao Tizzi, queste son proprio informazioni che non abbiamo e comunque non potremmo dare. La privacy è sacra.
Ramino ebbe a dire: La canzone durante la pigiatura dell' uva somiglia in maniera incredibile ad un grande successo di Boney M.
http://youtu.be/28IYIZNmUKo
Confermo che si tratta della stessa canzone, anche se ovviamente riarrangiata. Si intitola "Brown Girl in the Ring". Il link youtube postato da Ramino è scaduto, quello giusto è questo
Nelle scene iniziali del film Elia (Celentano) incontra in un campo un contadino (De Toma) alle prese con i corvi, lo saluta chiamandolo Tonio, nella scena dove lo stesso Elia si reca a casa del contadino per spiare Lisa (Muti) Elia chiede alla moglie del contadino se Ernesto sia in casa. Doppio nome o bloopers?
DiscussioneZender • 15/12/18 18:22 Capo scrivano - 48367 interventi
O Ernesto per la moglie detto Tonio per gli amici :)
Ramino ebbe a dire: La canzone durante la pigiatura dell' uva somiglia in maniera incredibile ad un grande successo di Boney M. http://youtu.be/28IYIZNmUKo
Confermo che si tratta della stessa canzone, anche se ovviamente riarrangiata. Si intitola "Brown Girl in the Ring". Il link youtube postato da Ramino è scaduto, quello giusto è questo
Aggiungo che una versione di questa canzone si sente anche sui titoli di testa di Tutte lo vogliono (2015)
La cosa però fu voluta da Adriano Celentano, che chiese al fedele musicista Detto Mariano di replicare "Brown Girl in the Ring" dei Boney M, in quanto i diritti per poter inserire questo brano erano troppo onerosi. Mariano quindi s'ispirò al tema richiesto su commissione. Il testo del brano di Detto Mariano - "La pigiatura" - sono di Gianni Mauro. Nella versione in studio si sente sia la voce di un uomo (Mariano Perrella) che quella di una donna (Patrizia Tapparelli), ma nel film solo quella di lei: anche in questo caso Celentano è intervenuto facendo togliere la voce maschile in quanto la riteneva troppo simile alla sua. Solo per curiosità, entrambi i coristi facevano allora parte del gruppo "Pandemonium", che nel 1979 parteciparono al Festival di Sanremo con il singolare brano "Tu fai schifo sempre".
Fonte: intervista a Detto Mariano realizzata per Cecchi Gori Home Video.
DiscussioneZender • 31/03/22 14:21 Capo scrivano - 48367 interventi
Non ci occupiamo delle case in cui vivono gli attori. Comunque se usi il google traduttore scrivi in italiano, non in tedesco...