Mikey e Nicky - Film (1976)

Nick (Cassavetes), braccato dalla mafia e in stato di paranoia, chiede aiuto al suo amico Mikey (Falk): i due trascorreranno insieme una movimentata notte, fino all'alba. Travagliatissimo film - quasi tutto improvvisato sul set - che costò a Elaine May un'assenza dalle scene di molti anni per divergenze con la produzione. Ottima prova dei due grandi attori (Falk è immenso, Cassavetes un po' autoindulgente). Un film interessante e originale che restituisce il sapore unico degli Anni '70.

Mikey e Nicky ora sono diversi: il primo è integro, un anello solido della società, l'altro vaga nella criminalità e nella perdizione. Noir notturno che, con tutte le differenze del caso, riprende le atmosfere rarefatte e antieroiche dell'allibratore cinese di Cassavetes. Ne esce un ritratto nervoso e rancoroso di un'amicizia mai davvero sbocciata, ma anche pleonastico in più snodi e fagocitato dall'improvvisazione degli attori con l'isterismo paranoico di un Cassavetes comunque in forma e l'accondiscendenza catatonica di un Falk però sottotono.

Tutte le sfumature umane dell'amicizia in questo lungo dialogo teso fra due uomini che hanno lo straordinario volto di John Cassavetes e Peter Falk. Il film riesce e a rendere l'ambiguità dei sentimenti che fanno di ciascuno di noi un essere umano dalle mille sfaccettature differenti. Il copione si sviluppa un po' "a caso", ma è piacevole trovarsi alla mercè di questo barcone impazzito.

Film quanto mai di attori e di dialoghi, più che di trama. Tutto in una notte. Avventura livida cui donano spessore le ottime interpretazioni, non solo quelle dei due protagonisti (Cassavetes e Falk), ma anche quelle di tutti gli altri, comprimari compresi. Il film accelera e rallenta di continuo, ma tiene l'attenzione sempre desta, fino al finale, che ha cospicua connotazione drammatica e forte valenza simbolica. Notare che gli unici tocchi umoristici li fornisce il killer.

Insolito e spiazzante, scuro, cinico, notturno e malinconico. Dispone di numerose e acuminate frecce al suo arco e tutte vanno a segno; merito di una regia con idee chiare che dimostra un certo gusto, attori bravi e destabilizzanti, una costruzione e conduzione della vicenda (sdrucciolevole) senza troppe contorsioni mentali, basata sulle azioni e i fatti, che non spiattella trivialmente l'emotività (anche quella più viscerale). Da vedere.

Troppo verboso. Cassavetes e Falk si caricano sulle spalle tutto il peso della pellicola svolgendo bene il loro mestiere. Vista la scarsità di eventi che si generano durante la "nottata" che attraversano i due protagonisti, i dialoghi assumono una dimensione preponderante. Alla lunga la situazione diventa un po' troppo ripetitiva, ma il film viene riscattato da un finale che, per quanto ampiamente prevedibile, risulta efficace nella sua secchezza. La regia della May, visto il tipo di prodotto, è assai lontana dal film precedente e molto più affine alle opere dirette da Cassavetes.

Temendo che un boss mafioso abbia ordinato la sua morte, Nicky chiede aiuto all'amico Mikey, il quale cerca inutilmente di convincerlo che i suoi timori sono solo frutto dell'immaginazione... Elaine May scrive e dirige un amarissimo confronto a due che si dipana nell'arco di una sola notte potendo contare su due attori come Cassavetes e Falk: mentre il primo è bravo ma penalizzato dal carattere lamentoso del suo personaggio, il secondo brilla offrendo una inusuale performance in chiave drammatica. Di rilievo anche la prova di Ned Beatty nel ruolo del killer con qualche magagna.