In una mediocre confezione tedesca che vorrebbe apparire internazionale, un film che parte da un'idea discreta (una sorta di Grande Fratello in prigione: l'esperimento consiste nel prendere una ventina di persone comuni e dividerle in detenuti e carcerieri per spiare i loro comportamenti) ma si evolve scivolando nelle banalità più prevedibili con un'escalation di violenza che non offre davvero nulla di interessante. Anche perché, e qui sta il difetto più macroscopico, i tre o quattro personaggi-cardine sembrano usciti dal nulla tanta è la loro mancanza di spessore. L'unica figura femminile di rilievo (conosciuta dopo un incidente stradale) è quanto di più vacuo e inconsistente si sia visto al...Leggi tutto cinema, tanto da portarci continuamente a pensare (come per gli altri, d'altronde) che vi debba essere prima o poi un momento che ci faccia comprendere il motivo della sua presenza. Invece niente, si arriva alla fine con un ending in spiaggia che fa rabbrividire. Il regista puntava sull'azione, ma davanti a un simile sfacelo psicologico non ci sono scusanti. Soprattutto perché si sa già cosa capiterà nella scena successiva e non basta qualche faccia espressiva a regalare intensità a un copione così piatto. Né qualche inquadratura sghemba, un paio di belle canzoni o l’insolita situazione di partenza. Non si contano poi le incongruenze, le sciocchezze belle e buone che demoliscono quel briciolo di plausibilità di cui una storia simile necessitava: responsabili che si assentano allegramente, disposizioni severe scavalcate dopo due minuti, un controllo risibile. Si conducesse davvero un simile esperimento in queste condizioni, organizzato da quattro buontemponi, ci sarebbe proprio da ridere. Per fortuna la realtà (e il vero cinema) sono un'altra cosa.
Pare sia tratto da una storia vera: un gruppo di scienziati/psicologi reclutano un gruppo di persone al quale fare impersonare o la guardia oppure il carcerato, il tutto sotto stretta osservazione delle telecamere per 24 ore su 24. L'esperimento purtroppo sfuggirà di mano creando una situazione altamente pericolosa.Il ritmo è buono e il film è discretamente valido. Alta tensione.
Il film non è poi così male, anzi. Trasmette oltre al triste messaggio sulla natura umana, basato sulla realtà oggettiva (è un esperimento reale), un forte senso di inquietudine. Certo la vera regia ha altri canoni ed altri livelli, ma in un panorama fatto dei vari Mondo, Shockumentary et similia, molto spesso artefatti all'inverosimile, può starci pure un prodotto che quantomeno non assurge a documento ma che a tratti ne calca l'imperfezione stilistica. Fastidioso ma qui è un pregio.
Certamente non malvagio dal punto di vista narrativo, anche se dopo un po' diventa abbastanza ripetitivo e logoro, questo film è invece pessimo, poiché incredibilmente saccente e serioso, da un punto di vista socio-antropologico. L'analisi della natura umana è, infatti, risaputa e superficiale, è non c'era certo bisogno dello "scienziato" di turno per dire che nel fondo dell'animo ogni uomo è un aguzzino a cui piace esercitare il potere anche in forme piuttosto violente. Insomma la montagna che partorisce il solito, minuscolo topolino.
Ispirato a un esperimento davvero accaduto (conseguenze finali comprese), un interessante film violento, realista, con un finale inaspettato. Nudi maschili a go-go, cast tedesco che sarà conosciuto dagli appassionati dell'ispettore Derrick. Molto interessante, da vedere.
Mica male questo film tedesco. Basato su avvenimenti più o meno realistici, riesce a creare una tensione ideale, destinata ad esplodere nella parte finale, che non risparmia scene di efferata violenza. Certo, alcuni personaggi sono molto stereotipati e spesso le loro reazioni sono prevedibili, comunque restano impressi e in alcuni casi riescono a suscitare disgusto. Molte le sequenze "dure", con un certo spargimento di sangue e un'atmosfera sporca e asfittica. Non un capolavoro, ma sicuramente un buon film indipendente. Buono.
Piacevole film che sviluppa bene l'interessante spunto iniziale (ispirato ad un fatto realmente accaduto). Violento e reazionario, pieno di ritmo e diretto in maniera neppure malvagia (l'atmosfera è buona e alcune scelte registiche non sono niente male). Gli attori inoltre hanno le facce giuste e il coinvolgimento è assicurato. Godibilissimo.
Ottimo film, consigliato a tutti quelli che amano l'approfondimento psicologico dei personaggi. Le personalità che vengono immesse in questo esperimento sono del tutto ordinarie, eppure nascondono il germe della frustrazione sociale, che irrompe selvaggiamente non appena "le guardie" si sentono investite dell'autorità superiore. Quasi una seriosa rivisitazione del motto "Siamo uomini o caporali?", dove nei caporali sono identificati tutti quelli che sfruttano la posizione di vantaggio rispetto a propri pari. Da vedere.
Ispirato ad un esperimento condotto nell'università di Sanford negli anni 70, un film a tesi sulla capacità dei ruoli (qui guardie e prigionieri, secondo una scelta casuale) di influenzare comportamenti e personalità, sfociando in comportamenti aberranti da parte degli improvvisati "aguzzini". Violento, avvincente, perde colpi nel finale, per un eccesso di drammatizzazione rispetto a quanto realmente accaduto, che finisce per comprometterne la credibilità dal punto di vista psicologico. Anche i flashback sono troppo numerosi e un po' superflui
La storia prende spunto dal cosiddetto "esperimento di Zimbardo", condotto nei primi anni '70 alla Stanford University. Lo fa in maniera molto romanzata, aggiungendo un eccessivo sadismo da film horror, facendo naufragare il tutto in un delirio collettivo. Interpretare liberamente, è un conto, stravolgerne il senso, un altro. Peccato, perché il soggetto era molto buono.
Tratto dal romanzo Black Box di Mario Giordano, che si è ispirato ad un esperimento fatto nella Standford University in California, nel 1971. Il film, seppure imperfetto per certe situazioni un po' forzate, riesce a creare una tensione che aumenta con il degenerare dell'esperimento, coinvolgendo lo spettatore che rimane tra l'incredulo e l'indignato, fino all'esplosione finale liberatoria, che rimette le cose al giusto livello e fa riflettere su quanto velocemente possano venire a galla i nostri istinti peggiori, anche in situazioni non reali.
Ottimo prodotto tedesco. Ispirato ad un fatto realmente accaduto in circostanze normali, viene estremizzato e bombardato di risvolti drammatici e al limite della follia. La storia parte leggera, spensierata e si svolge in un clima di tranquillità. Man mano che si prosegue la visione si rimane sempre più turbati da ciò che succede, assistendo a situazioni fastidiose, episodi di cameratismo estremi, maltrattamenti feroci sino al culmine della pazzia, in cui i ruoli assegnati vengono assorbiti dalle cavie, dimenticando la realtà. Pazzesco!
MEMORABILE: Le scene finali: il protagonista rinchiuso nel cubo; Il sequestro degli studiosi; Lo stupro.
Ispirato ad un celebre esperimento condotto negli anni 70 in California (dal quale è stato tratto un documentario straordinario nel descrivere il peso dei ruoli sociali), questo film tedesco riesce a creare una bella tensione e ad azzeccare alcune scene (il "cubo"). Peccato che nel finale tiri le somme in maniera moralistica e consolatoria. Verrà rifatto molti anni dopo ad Hollywood con pessimi risultati.
Un gruppo di soli uomini viene testato per studi sulle risposte agli stress (e non solo), ma la situazione ben presto sfugge di mano. Curiosa questa sorta di "Grande fratello" versione prison, dove la morale è che in situazioni estreme riemerge inesorabilmente la legge della giungla. Nel complesso un po' superficiale qui e là, ma il ritmo è incalzante e gli interpreti molto nel ruolo. Promosso.
Buon film ispirato a un esperimento realmente condotto presso l'università di Stanford. I personaggi sono ben caratterizzati e Bleibtreu offre una delle prove migliori della sua carriera (insieme a Soul kitchen). Ottimo anche il "soldato" Christian Berkel, il barista di Bastardi senza gloria, qui di poche ma incisive parole. La sceneggiatura ha qualche ingenuità, ma la tensione è alta per tutta la durata del film, fatta eccezione forse per i flashback con la Eggert, la cui presenza è francamente superflua. Interessante.
L’esito dell’esperimento di Stanford era facilmente prevedibile, eppure questa ricostruzione trasmette tutta la tensione del finto ambiente carcerario che degenera in un contesto in cui dominano arbitrio, violenza e terrore, disumanizzante sia per i detenuti che per le guardie, con un finale necessariamente caotico (anche se non molto riuscito). I personaggi sono ben caratterizzati, con attori in parte, mentre appaiono del tutto gratuiti gli intermezzi e i flashback sentimentali.
MEMORABILE: Le discussioni tra i ricercatori; La pulizia della latrina; La black box; I pestaggi e le torture con Beach Boys e Schlagermusik a tutto volume.
Notevole e intenso thriller carcerario un po' diverso dal solito, frenato solo dall'uso di alcuni cliché e di alcuni personaggi stereotipati. Il senso di angoscia e di oppressione crescenti sono gestiti alla perfezione, il climax del violento e tesissimo finale è ottimo, le riflessioni sociologiche non mancano (tratto da una storia vera). Uno stile registico un po' più arty forse avrebbe reso di più, ma l'efficacia delle immagini e il coinvolgimento della vicenda sono indiscutibili. Consigliato!
MEMORABILE: I primi segni di perdita di controllo da parte delle guardie; Il preludio della fine sotto le note di "Wouldn't it be nice"; Lo scontro finale.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Sceneggiato da Mario Giordano (sulla base di un suo romanzo), il film è chiaramente ispirato ad un reale esperimento (denominato l'Esperimento carcerario di Stanford) realizzato nel 1971 dallo psicologo Philip Zimbardo.
Nell'università di Stanfort (Palo Alto), ventiquattro studenti parteciparono al test, rinchiusi in un seminterrato e i risultati - con beneficio di retorica narrativa presente nella pellicola - per certi versi furono identici a quelli svelati nel film in questione.
MusicheAlex75 • 6/04/18 17:10 Call center Davinotti - 710 interventi
Per coprire i rumori durante i pestaggi e le torture dei detenuti, viene usato, oltre alla schlager musik, un brano dei Beach Boys ("Wouldn't It Be Nice")