Dalla mente sopraffina di Joe Lansdale (che con il suo racconto ha vinto il premio Stoker), un'idea geniale che Don Coscarelli (il regista che appena diciottenne diresse FANTASMI) ha saputo sviluppare con spessore commovente regalandoci un film incatalogabile, che sfrutta il genere horror solo come metafora per arrivare a riflessioni ben più profonde di quanto la trama possa far intuire. Sostenuto da un Bruce Campbell semplicemente stratosferico (il suo ruolo della vita, anche se invecchiato e reso irriconoscibile dietro la "maschera" di Elvis) e da una colonna sonora struggente (di Brian Tyler) che conferisce ulteriore spessore...Leggi tutto alle immagini, BUBBA HO-TEP è un monumento alla forza evocativa del cinema, con un protagonista più unico che raro: costretto in un letto d'ospedale, imbolsito dagli anni, distrutto dalla malattia, troviamo infatti nientemeno che Elvis Presley, il re del rock che tutti ritengono morto e che invece si è solo ritirato dalle scene fallendo il rientro. I suoi monologhi che rivelano una fredda e impietosa capacità d'analisi (recitati con accento southern meraviglioso) danno la dimensione di un personaggio che Coscarelli ha studiato a fondo. E il realismo estremo della sceneggiatura fa solo apparentemente a pugni con la follia del soggetto, perché invece ne rappresenta il contraltare ideale che permette di trasformare BUBBA HO-TEP (il titolo è il nome che Elvis assegna alla mummia succhia-anime che infesta l'ospedale, vestita da cowboy!) in una bizzarra ma psicologicamente attendibile riflessione sulla vecchiaia. Registicamente modesto, con molti difetti, ma spassoso e intelligente.
Se può sembrare assurdo un racconto su una mummia cowboy, pensate se a combatterla sono un Elvis invecchiato nell'anonimato di un ospizio ed un nero che crede di essere il presidente Kennedy (eh! eh! sembrava fantascienza all'epoca, vero Coscarelli?). Merito della penna di Lansdale, ma merito dell'autore di Phantasm se un breve racconto si trasforma in un horror che riesce ad essere divertente e crepuscolare. Certo all'inizio lo è troppo, ma dall'ingresso in scena di Ossie Davis, ci si diverte. Alla fine si annuncia l'imperdibile Bubba Nosferatu - The Curse of She Vampires.
MEMORABILE: La traduzione dei geroglifici nel cesso: "Il faraone lecca le palle dell'asino e Cleopatra fa la zozza"
Dalla geniale penna di Joe R. Lansdale alla mirabile direzione di Don Coscarelli (già autore della serie culto Phantasm). Il canovaccio, tra Elvis, Kennedy e mummia western è tra i più deliranti mai visti su grande schermo. La sovrastruttura horror è alternata con successo ad ampi stralci di brillante umorismo e inaspettati svolazzi drammatici (imperniati sul tema della vecchiaia). Il mix è esplosivo, per una pellicola che è un gioiello dal primo all'ultimo secondo. Bruce Campbell gigantesco, senza alcuna esagerazione di sorta.
Esilerante nelle trovate originali (Elvis vivo e vecchiardo), solido quando distilla momenti di suspense (la camminata dello spettro nei tetri corridoi dell'ospedale è da antologia), questo film del "Phantasmatico" Coscarelli è stato davvero una bella sorpresa. Bruce Campbell è come al solito perfetto nell'interpretare il ruolo con un doppio registro (comico e drammatico) e questa volta, grazie alla sceneggiatura ripresa dallo Stephen King Texano (Lansdale), aggiunge una nuova malinconica sfumatura alla sua maschera invecchiata.
Horror che di horror non ha molto, questo lavoretto di Coscarelli che a quanto mi risulta non sia mai stato un grande regista, non impressiona di certo e si dimentica volentieri nel giro di pochi giorni. Tratto dal romanzo di Lansdale e interpretato da Bruce Campbell narra la storia del vero Elvis che ricoverato in una casa di riposo per anziani incontra una mummia egiziana munita di cappello e stivali da cow-boy. Ne seguirà una lotta quasi demenziale. Mistero sui meriti elargiti a questa commedia che strizza l'occhio ad una puntata di Scooby Doo.
Un film che con certe premesse sembrerebbe se non scontato, di sicuro con ben poche aspettative; invece sorprende per l'eccezionale interpretazione di Bruce Campbell e per i temi trattati, che nonostante la presenza di vere perle che allegeriscono la trama, rimangono profondamente drammatici. Sicuramente da vedere.
Quante volte la parola gioiellino viene abusata? Specie quando il film è semisconosciuto e l'astuto recensore vuol dare l'impressione della "mirabolante" scoperta. Beh, non in questo caso. Perché la gestione del racconto e degli attori non presenta cedimenti e fa divertire graffiando senza alcuno sgradevole sensazionalismo. Originale e consistente, quindi. Che dire, ad esempio, della sequenza in cui i due eroi, Elvis & il Kennedy "dipinto nero", si presentano nel corridoio per la disfida accompagnati da una musica epica (complimenti a Tyler)?
Veramente un bel filmetto tratto da un racconto di Lansdale, dialoghi esilaranti e soprattutto il buon vecchio Bruce Campbell che spacca lo schermo di brutto offrendo una grande interpretazione. È un film che procede molto a rilento ma deve essere così per forza: non ha praticamente nulla di horror e al contrario offre situazioni e dialoghi veramente divertenti. Da recuperare.
MEMORABILE: La mummia è andata in bagno a farsi una cacata ed ha trascritto alcuni geroglifici sul muro.
Elvis e un JFK di colore combattono una mummia in un ospizio... La trama farebbe pensare ad un prodotto Troma, invece Coscarelli non butta tutto in "caciara" e costruisce un film con rigore dosando con sapienza ironia e melanconia (sopratutto nel personaggio di Elvis), aiutato dalle convincenti interpretazioni di Campbell e Davis. L'aspetto puramente horror è marginale anche se ben amalgamato al resto e a voler trovare un difetto c'è giusto il finale tirato un po' per le lunghe.
MEMORABILE: Il furto degli occhiali all'anziana nel polmone d'acciaio!
Era un po' di tempo che non vedevo qualcosa di particolare; e devo dire che questo film lo è, a partire proprio dall'idea (Elvis, con problemi al bassoventre, in casa di riposo con un vecchio di colore che si crede Kennedy, alle prese con una mummia; il solo pensarlo merita un plauso). In più, i dialoghi sono piacevoli e la storia di Elvis e del suo sosia ghiotto di torte non è niente male. Se poi si aggiunge un Campbell (Elvis) in grande forma, capace di dare persino una sua credibilità a un simile personaggio, il risultato non può che essere notevole.
MEMORABILE: Elvis: "Ho sentito il mio pene fremere come un piccione con un attacco cardiaco... e poi il nulla"; Una vecchia ruba gli occhiali a una poveretta nel polmone d'acciaio.
Alla fine definirlo horror è decisamente riduttivo, Bubba Ho-Tep è piuttosto un film d'avventura girato come se fosse drammatico. Arricchito dalla bellissima soundtrack di Tyler, con Campbell e Ossie Davis che regnano sul film, sfidandoci continuamente a riflettere e, sì, ridere di qualcosa di cui è davvero difficile (la vecchiaia). Coscarelli non fa niente di che, alla fine, però già essere riuscito a proporre un film del genere e a portarlo a compimento così... beh tanto di cappello. Da vedere anche per non appassionati del genere.
MEMORABILE: Le stelle che rassicurano il nostro Elvis. Il combattimento con gli scarabei volanti con sotto del metal pesante.
Strampalato film con un Bruce Campbell in formissima nei panni di un Elvis vecchio e rimbambito, con un'infezione al pisello e oramai privo dello smalto di un tempo, che si trova a dover combattere una mummia vestita da cowboy in un ospizio della sonnolenta provincia americana. Il tutto supportato da un "Kennedy coloured". Coscarelli realizza un film a dir poco paradossale ma perfettamente funzionante e, a tratti, quasi commovente. Difficilmente catalogabile, Bubba Ho-Tep è una pellicola ironica, drammatica e toccante allo stesso tempo. Geniale.
Bubba Ho-tep è un piccolo-grande film che viaggia sul filo dello spasso, del melanconico e dell'horror con cambi di registro che spiazzano e divertono. Una trama pazzoide che mi è piaciuta tanto per i bellissimi momenti di cinema in grado di regalare, raggiungendo fin la perfezione con l'interpretazione di Campbell e i suoi Elvis/monologhi. Pur essendo un film minore è girato da chi sa il fatto suo, con grande cura e musiche perfette. I minuti finali con la battaglia fra Elvis e la mummia non sono al livello del resto ma non intaccano il giudizio finale.
Elvis è vivo e lotta insieme a JFK contro una mummia succhia anime. Messa così, sembra una scemenza. Invece il film è inspiegabilmente bello, psicologicamente delicato sotto la scorza parolacciara del vero/finto re del rock. La sceneggiatura prende in giro amabilmente i complottisti USA, riflette non banalmente sulla vecchiaia e sul rifiuto di essa, proprio della nostra cultura, giovanilista a tutti i costi. Il tutto in una economica struttura da bmovie di classe, costato due soldi ma che fa capire che dietro ci sono pensiero e azione. Sorpresa.
Coscarelli si avvale di uno script d'alto livello opera di Lansdale e realizza un film dalle molteplici venature: horror, commedia, dramma. Non tutto è perfettamente riuscito e, a lungo andare il plot genera certa noia, ma Campbell nel ruolo di Elvis è perfetto e l'atipicità della storia (con protagonisti anziani) lo rende senz'altro titolo meritevole d'attenzione. Più che la paura, più che la risata, quel che resta nell'animo dello spettatore è una sgradevole sensazione di amarezza e di malinconia, di abbandono e di decadenza; stimoli derivati dalla consapevolezza della caducità della vita.
Dopo anni di discutibili seguiti e filmetti di scarso valore, Don Coscarelli torna finalmente a girare un horror degno di questo nome. Lo fa dando vita ad un piccolo gioiellino che non è certo ascrivibile ad un unico filone. Dietro la patina superficiale, c’è ben di più di un semplice film di genere. Più “raffinato” e complesso di quello che si potrebbe credere, si rivela anche interessante e delicato, pur rimanendo nel campo horror-comico, nell’affrontare temi come quello della vecchiaia e della paura della morte. Sorpresa da riscoprire.
Strepitoso. Un film dove la Morte imperversa senza rancore: Coscarelli ne è ossessionato dai tempi di Phantasm, ma qui, tra chi è morto da secoli e ritorna, chi la natura lo renderà a breve e chi è vivo ma interpreta uno che non lo è, il rubinetto è completamente aperto e il fiume che ne esce è impetuoso e affascinante. Divertente e malinconico, tira un pugno violentissimo alla cinica società odierna e crea tre icone: il JFK nero, Elvis versione Ash e una mummia cowboy; impossibile dire quale sia la più convincente. Lansdale sarà soddisfatto.
Tanti in America non vogliono credere che il re del rock sia morto nel 1977, ucciso a soli 43 anni dalla noia esistenziale. L’affettuoso film di Coscarelli ce lo trasporta nella vecchiaia, chiuso in una casa di riposo a rimuginare sul passato e il ruolo nella società di cui diventa eroe combattendo una cattivissima mummia egizia (chiaro riferimento al terrorismo arabo). Elvis è cioè costretto a rapportarsi con quella realtà da cui in vita si è estraniato. Il tutto suona improbabile, ma tra i tanti tributi postumi questo è tra i più sentiti.
In una piccola casa di riposo texana, Elvis Presley (quello vero) e John F.Kennedy (quello che crede di esserlo) devono unire le loro forze per sconfiggere una minaccia ancora più vecchia di loro, ossia una mummia egizia di seconda categoria affamata di anime... Dalla trama, Bubba Ho-Tep sembrerebbe un horror demenziale, ed invece, anche se filtrata attraverso una storia bizzarra, è soprattutto una riflessione malinconica, a tratti addirittura commovente, sulla vecchiaia, sulle occasioni perdute, sulla necessità di non gettare mai la spugna. Campbell grandioso, Davis ottima spalla.
MEMORABILE: "Ma Johnson è morto..." "Questo non basterà a fermarlo!"; La mummia che avanza nel corridoio, stivali ai piedi e cappello da ranger in testa
Dietro a una storia decisamente bizzarra, sia nella trama che nel modo in cui unisce i toni da commedia alle atmosfere horror (oltretutto notevoli), si cela un film riflessivo e malinconico sul tema dell'anzianità e le conseguenze della fama. Bravissimo Bruce Campbell nei panni del vero Elvis invecchiato e spassosissimo Ossie Davis, spalla comica (convinto di essere Kennedy) che in modo assurdo porta avanti le indagini per svelare alcuni omicidi compiuti nella casa di riposo. Divertente, strano e molto originale.
Coscarelli da un libro di Lansdale, genio trasversale ai generi, gira una piccola perla dalle molteplici diramazioni future. Elvis, un bolso Ash Campbell, ormai derelitto e semi infermo, ma soprattutto non riconosciuto dalla gente, dovrà affrontare il faraone rinato e ingordo di anime. Tutta la pellicola è bagnata di quel folle horror lansdaliano (vedi "Notte horror al drive-in" per esempio) che tuttavia non tralascia sottotrame ben sviluppate come la solitudine nella vecchiaia, la perdita della voglia di vivere... Sicuramente fuori dai soliti canoni!
Da non credere cosa possa uscire dalla penna di Lansdale. Coscarelli mette sullo schermo una storia assurda ma piacevolissima che trae beneficio dall'intuizione del regista di lasciare pressoché immutati i dialoghi del romanzo originale. Sono molti i momenti in cui ci si sganascia dalle risate: vedere Elvis Presley e JFK nero alle prese con una mummia è qualcosa di impagabile. Pensavo si trattasse di una boiata pazzesca e invece è un piccolo gioiello sulla terza età.
Lansdale, Coscarelli, Campbell. Già i nomi evocano un'atmosfera insurrezionale nei canoni consolidati dell'horror. Ma il mood è tutt'altro che gagliardo: un buddy movie chiuso tra i corridoi di un ospizio di periferia, in fuga sulle riarse highway americane, che si fa afoso e malinconico mentre riflette sulla morte e l'eternità, come esemplificano il mito di Elvis e la mummia. Il ritmo langue, la durata è spropositata al narrato, ma batte il cuore cinefilo, la sound track di Brian Tyler è struggente e l'horror fan avrà di che sollazzarsi. Bruce Campbell e Ossie Davies adorabili e irriducibili.
Opera di una bruttura indecibile, estenuante nella ripetitività, pagliaccesca nella caratterizzazione dei personaggi che si salva dal voto più basso unicamente per quel velo di malinconia che riesce a ricreare. Per molti una genialata, per il sottoscritto un filmettino indolente che sembra uscire pari pari dalla Troma. Coscarelli ci mette anima e corpo, ma neppure per caso riesce a indovinare un movimento di macchina che sia fascinoso e/o interessante. Davvero troppo poco nelle mie corde mescolare Elvis, un nero che si crede Kennedy e una mummia succhia anime.
MEMORABILE: Il momento dell'incontro fra Elvis e Sebastian Haff.
Un anziano Elvis e un vecchietto di colore che pensa di essere JFK dovranno vedersela con un'antica mummia egizia che miete vittime all'interno dell'ospizio in cui sono ospitati. Particolare e strambo horror di serie B capace di divertire, spaventare e far riflettere per quella che è la situazione di molti anziani dimenticati nelle case di riposo. Fantastici i due protagonisti e favolosi i dialoghi tra i vari personaggi. Un film semplice che merita di essere visto.
MEMORABILE: "Il presidente J.F.K." che pensa di essere spiato da Lyndon Johnson.
Insolito, bizzarro, originale. Coscarelli, famoso per l'ottima saga di Fantasmi, mostra di avere buone doti come regista e ci regala un buon film dell'orrore che si discosta molto dai soliti canoni del genere. Perfetto il cast con il sempre valido Bruce Campbell e il buon Ossie Davis. Curiose alcune trovate come la mummia vestita da cowboy che offende sotto forma di geroglifico. Un buon film da riscoprire.
Assurdo soggetto lansdaliano: un Elvis in incognito, imbolsito e costretto a un letto di una casa di riposo texana, si trova a combattere contro la rediviva mummia di un faraone egiziano, col solo aiuto di un vecchio che crede di essere JFK. Commedia nera tra catarrose riflessioni sul tempo che c'era e non è più, generiche declinazioni horror-pulp e un acuto, generale senso di disorientamento: il risultato, pur non conquistando come avrebbe potuto (anche per un finale poco in tono), regala comunque almeno un paio di passaggi sfiziosi.
MEMORABILE: Vecchia cleptomane; Erezione inattesa; Ma com'era Marilyn?
Coscarelli dirige un film originale e simpatico. L'idea di immaginare Elvis ancora vivo ma ricoverato in un istituto per anziani (ma sarà davvero lui o sarà un suo sosia che crede di essere Elvis?) è davvero buona e dà vita ad una pellicola che tratta, anche, riflessioni sulla vecchiaia e sulle opportunità non colte. Ad aggiungere stravaganza alla trama c'è anche la presenza di un uomo di colore che crede di essere Kennedy. Meno riuscita la figura del "male" incarnata da una mummia egiziana con stivali e cappello da cowboy. Alcune parti (lo scarafaggio) non convincono molto.
Chi pensa di trovarsi di fronte un horror rimarrà spiazzato. L'aspetto orrorifico è infatti molto marginale, e anche quello weird con Elvis Presley redivivo che affronta un mummia egizia in una casa di riposo non è centrale. E' centrale l'amara riflessione sulla vecchiaia, sui fallimenti delle vita, sulla solitudine e l'amicizia per cui, tra qualche risata e nessuno spavento, rimane un sottofondo di amara commozione. Tali temi a dire il vero erano presenti anche nella saga di Fantasmi. Sbalordisce l'interpretazione di Bruce Campbell per una volta lontano dai suoi ruoli cartoonistici.
MEMORABILE: La storia della sostituzione di Presley; Il Kennedy nero, perché "dipinto"; Il vecchietto armato di pistole giocattolo; Presley panzuto col girello.
Elvis (piacevole ed originale la storia sul suo passato) e un JFK wannabe (entrambi vecchi, soli e confinati in casa di riposo) si alleano contro una mummia finita lì quasi per caso e che veste da cowboy. Premesso che bisogna avere una gran fantasia anche solo per concepirla, una storia simile, il film non è una semplice parodia demenziale di genere (sebbene alcuni momenti comici siano presenti), ma un qualcosa di più profondo, amaro e riflessivo; i monologhi mentali dell'ottimo Campbell sono lì proprio per spiegarlo chiaramente. Non tutto è riuscito, ma resta un'opera interessante.
MEMORABILE: "Potevi venirlo a trovare, non avresti pagato niente"; I due becchini; La lotta con lo scarabeo.
Bellissima idea di base per una pellicola che - a sorpresa, vista la firma del regista - trova il proprio limite maggiore proprio nell'elemento horror, qui privo di qualsivoglia elemento di attrattiva o interesse, che annacqua una nostalgica e a tratti quasi emozionante storia di losers (notevole il Kennedy nero) dal sapore dolceamaro. Coscarelli fatica a celare il retrogusto televisivo dovuto alla ristrettezza del budget, ma è sostenuto da musiche funzionali e un cast in parte, su tutti un Bruce Campbell in quella che è probabilmente la miglior interpretazione della sua carriera.
Opera in retrospettiva piuttosto sopravvalutata, che a partire da un'idea bizzarra e simpatica (comunque di Lansdale) si sviluppa in un crossover tra dramedy sulla vecchiaia e horror soprannaturale; a dire il vero le parti ironiche superano di gran lunga quelle d'orrore ma entrambe risultano con il freno a mano tirato, muovendo al sorriso ma senza mai divertire veramente, così come le scene sopra le righe sono molto sotto le aspettative e lo splatter non è contemplato. Un po' tiepido da qualunque parti lo si guardi insomma, anche se Campbell-Elvis e le sue battute sono irresistibili.
Coscarelli firma il suo film migliore. Tratto da un romanzo breve dell’autore cult Joe R. Lansdale, a cui il regista resta fedelissimo nella struttura e nei dialoghi fatta eccezione per la sequenza dello scarafaggio e per qualche scenetta comica aggiunta probabilmente per allungare il film. Girato in economia con uno stile simile a Lynch, racconta una vicenda originalissima, divertente e anche commovente, che riflette sulla vita, la vecchiaia e i fallimenti (l’horror passa in secondo piano). Bruce Campbell è straordinario nella parte di Elvis e il compianto Ossie Davis non è da meno.
Grottesco, geniale, divertente, originale ma anche triste e profondo. Coscarelli (a partire da un notevole racconto di Lansdale) alterna momenti divertenti (tanti) a qualche altro inquietante non facendosi mancare una riflessione sulla vecchiaia, sulla fine dei sogni e sul desiderio di essere qualcun altro. Finale poetico, ottimo il cast in cui brilla il solito eccellente Campbell che ci regala un Elvis perfetto.
MEMORABILE: Bruce Campbell.
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HomevideoZender • 5/03/10 18:08 Capo scrivano - 48336 interventi
La miseria quanto c'è da aspettare, anche qua! D'accordo non battere il ferro finché è caldo, ma si parla di un film uscito ormai secoli fa e che tutti aspettano in Italia da una vita!
Gli orifizi dell'anima Il nero che si crede Kennedy dice a Elvis: "Lo sai che possono succhiarti l'anima anche dal sedere? L'ho visto in...". E Elvis: "In un film porno".
DiscussioneMagnetti • 23/09/10 10:56 Call center Davinotti - 210 interventi
Ringrazio il Puppigallo che, per essere sicuro che non mi perdessi questa perla, me lo ha addirittura spedito a casa.
Capannelle ebbe a dire: Raccomando la visione del film. Raccomando la visione del film. Raccomando la visione del film. Raccomando la visione del film. Raccomando la visione del film.
Devo decidermi a vederlo... Devo decidermi a vederlo... Devo decidermi a vederlo... Devo decidermi a vederlo...
Alla fine dei titoli di coda viene, scherzosamente (anche se poi, data la buona accoglienza commerciale a questa pellicola, venne considerata l'idea di realizzarlo veramente), annunciato un "sequel": Bubba Nosferatu: