Terzo capitolo della saga hammeriana dei Karnstein. Sfortunatamente per noi non troviamo più qui la radiosa Ingrid Pitt, ma le gemelle Collison riescono a sostituirla più che egregiamente. Peter Cushing fa sempre la parte del mattatore e la violenza comincia ad aumentare. Sicuramente un film da vedere.
Con questo film Cushing tornò sul set dopo la prematura scomparsa dell'amata moglie Helen. Nel ruolo del puritano Gustav Viel, un cacciatore di streghe implacabile nel suo giudicare e condannare, è esemplare. Non nasceranno più attori del suo calibro, purtroppo. Buono anche il resto del cast, dalle gemelle Collinson a Warbeck a Price. Discrete le scene di violenza.
Tipica produzione Hammer, ispirata a Sheridan Le Fanu e al personaggio della fatale Carmilla. Il satanico Thomas eredita il ruolo del vampiro, le gemelle Collison – identiche nel fisico, ma opposte nell’animo – si fanno carico dell’elemento erotico e Cushing eccelle come grande inquisitore a capo di una confraternita di bigotti cacciatori di presunte streghe. La fotografia di Dick Bush si colora spesso di tinte visionarie, mentre il finale accorda ampie concessioni al grandguignolesco.
Gustav Veil (Peter Cushing) ospita in uno sperduto villaggio - composto da un nutrito gruppo di strenui difensori della fede cattolica alla ricerca di streghe, succhiasangue ed altre demoniache creature - Maria e Frieda, nipoti rimaste orfane. Le due fanciulle cadono subito sotto le attenzioni del conte Karnstein (Damien Thomas) divenuto nientemeno che un vampiro alla ricerca di buon sangue. Anton Hoffer (David Warbeck) tenta di salvare una delle malcapitate dal morso del vampiro. Segmento conclusivo di una serie Hammer vagamente ispirata al Carmilla di Le Fanu e definita "trilogia Karnstein".
Non fosse inserito in un certo contesto culturale (la trilogia, le produzioni Hammer, ecc.) sarebbe un brutto film salvato dalle interpretazioni notevoli di Peter Cushing, delle gemelle Collison e di Dennis Price. Fatte tutte queste premesse (che non dovrebbero essere necessarie quando si commenta un film), mi sento di inserirlo nella schiera dei film che si possono guardare 2 o 3 volte nell'arco di una vita ma niente di più.
Caratterizzato e reso originale dalle belle gemelle, il film è un buon horror in sangue e stile. Storia classica, con la dicotomia bene/male esasperata nelle due figure, ho trovato particolarmente efficace e moderno il profilo comportamentale della sorella cattiva. Ribelle e curiosa, cade inevitabilmente tra le braccia del vampiro, tentata dal potere e dal benessere promesso. Il suo destino però non è soltanto il prodotto dal caso, forse come quello di tutti noi. Predisposizione o premeditazione ad essere buoni o cattivi? Il determinismo è dietro l'angolo.
Buon vampire movie della Hammer con un cast notevole (Cushing, Price e le Collison). Il film è un girato in costume davvero di ottima fattura e riesce a ricreare alla perfezione il tempo delle inquisizioni. Questa volta il Dracula di turno è un conte stanco della vita mondana e attratto dalla via degli eccessi che offre Satana, ad affrontarlo ci sarà un cacciatore di streghe, che malauguratamente, si troverà a combattere anche contro la propria nipote.
Film degli ultimi Hammer che sembra ambizioso. C'è un po' di tutto, dalla fratellanza dei puritani che galoppa in cerca di streghe a una colonna sonora alla Western italiano. Un nobile sadico e satanista con tanto di croce rovesciata trasformato in vampiro, bello, tenebroso, da fumetto porno, non può competere con vampiri ben più riusciti. Due gemelle morbidone, che arrivano da Venezia dove facevano la bella vita e si ritrovano con Peter Cushing come zio bacchettone. Ci sono anche scene splatter. Film spettacolare ma non capolavoro.
MEMORABILE: I brotherhood che urlano: "Sì, andiamo, a morte... bruciamo la strega, si.. UHG! Andiamo".
Fiacco horror della Hammer sui vampiri (prosegue la trilogia Karnstein e il tentativo della casa produttrice di rinnovarsi): il ritmo non è proprio dei migliori nonostante la storia cerchi di essere interessante. La cosa migliore è la buona interpretazione di Cushing nel ruolo di Gustav Veil, mentre il resto del cast è anonimo (anche le due gemelle protagoniste fanno rimpiangere la Pitt di Vampiri amanti). Vedibile, ma nel complesso mediocre.
Ennesima variatio sui racconti di Le Fanu, questa volta con poco o punto romanticismo, attitudine verso cui nè le due polpose gemelle nè il conte blasè (e qui la sceneggiatura barcolla, dati i precedenti familiari c'era bisogno di tutte quelle manfrine per vampirizzarsi?) sembrano inclini. Si salva soprattutto per atmosfere, fotografia, e naturalmente décolletés.
Dopo il capolavoro di genere Vampiri amanti e il routinario Mircalla, Hough chiude degnamente la trilogia hammeriana sul personaggio di Le Fanu, trasfondendogli nelle vene più che sangue di vergine una robusta, per quanto un po’ contraddittoria, dose di (anti) fanatismo religioso. In effetti tutto il peso del film poggia sul conflitto tra la implacabile bigotteria di Cushing (fenomenale) e il positivismo del professorino Warbeck, mentre la traccia erotica, stavolta succedanea, è affidata alla parallela contrapposizione tra le ambivalenti gemelle Collinson.
MEMORABILE: Gli squallidi spettacolini allestiti dal truce Dietrich per il conte Karnstein; I reprobi sguardi di Cushing sulle gemelline.
Due gemelle identiche, una malvagia e l'altra no, al centro di questa storia fatta di inquisizioni, rituali satanici e vampirismo. Alla dicotomia bene-male si aggiunge quella oscurantismo-positivismo, col risultato di un prodotto Hammer come siamo abituati a godere, con cromatismi guizzanti e ambientazioni perfette da favola nera. Alcune scene sono decisamente "pulp". Da non perdere!
Gotica pellicola hammeriana che si spinge sempre di più nel concedere splendidi e pruriginosi décolleté delle attrici in questione, nonché ad aumentare il livello di violenza esplicita. Sempre lodevole la parte di Cushing e bellissime le scenografie vittoriane. Trama abbastanza nei canoni e scontata, ma pur sempre gradita.. Non un capolavoro, ma gradevole.
Butta male per le bonazze nel feudo dei Karnstein: da una parte Gustav Veil puritaneggia a fuoco lento, dall'altra un conte bellimbusto vampirizza a tutto spiano sobillato dall'immortale Carmilla. Nulla di rilevante nell'ennesima, mediocre, produzione Hammer. Cushing alza costantemente il livello, ma ha contro l'intero cast, il regista, lo sceneggiatore e quant'altro: troppo anche per un leone come lui. Le Collinson mostrano lodevolmente il davanzale.
La sceneggiatura non si discosta molto dalla letteratura classica eppure in essa si intravede un’ottima tessitura degli elementi, ben caratterizzati, che acquisiscono vigore con il passare dei minuti. Si parla di vampiri in cerca di vittime virginali, ma la scena è dominata da Cushing, eccellente nel ruolo di un puritano inflessibile e bigotto. Neanche Thomas nei panni di Karnstein riesce a tenere testa al suo antagonista. Una commistione tra vampirismo e caccia alle streghe che si può definire riuscita malgrado la mancanza di originalità.
La sceneggiatura mischia la caccia alle streghe (genere in voga al tempo) con i vampiri; ne esce fuori una trama non molto convincente ma che ha alcuni momenti apprezzabili. Sicuramente la pellicola viene nobilitata dalla presenza di Peter Cushing, la cui prova è impeccabile come al solito. Il resto del cast non convince granché, a partire da Damien Thomas, che interpreta il conte Karnstein. Gradevoli le presenze fisiche delle gemelle Collinson, che svolgono onestamente il loro mestiere. Di Dracula qui non c'è nemmeno l'ombra...
Un horror che convince solo a metà, pur potendo pregiarsi dell'ineccepibile cura formale che ha sempre contraddistinto le produzioni Hammer e di un epilogo, per gli standard della casa, inaspettatamente violento. Luci e ombre anche nel cast: Cushing perfetto nella sua maschera di fanatico inquisitore, Thomas vampiro di scarso carisma, Warbeck il buono della situazione, le sorelle Collinson (e le loro audaci scollature...) non demeritano.
Ultimo capitolo Hammer della trilogia su Carmilla Karnstien (il Dracula del titolo italiano non c'entra). Due gemelle vanno a vivere dallo zio "inquisitore severo" ma una delle due è tentata dal conte Karnstein. Rispetto ai due capitoli precedenti il livello scende, Carmilla compare ma non è la protagonista, l'erotismo diminuisce sensibilmente e non c'è una pin-up all'altezza della Pitt o della Stensgaard. L'atmosfera e l'ambientazione gotica sono sempre eccellenti e fanno scuola, ma si sente aria di stanca. Riempitivo.
MEMORABILE: Cushing (nei panni dell'inquisitore) sempre grandissimo.
Il tema del vampirismo sembra aggiunto a posteriori in quello che sarebbe stato un ottimo film di caccia alle streghe, con un ispiratissimo Peter Cushing in uno dei ruoli migliori della sua carriera. Anche Carmilla è sfruttata in modo accessorio e assai pretestuoso (risorge per caso in una scena e non riappare più per l'intero film...): ne risulta che le scene meno convincenti sono proprio quelle horror, affidate a un blando Damien Thomas, emulo di Dracula. Un peccato, perché la regia di Hough è tra le più moderne viste a casa Hammer e la ricostruzione storica è sontuosa e accurata.
Due gemelle orfane vanno a vivere in un remoto villaggio presso lo zio, un bacchettone difensore della fede il cui principale diletto è bruciare al rogo fanciulle discinte accusate di stregoneria. Quando la gemella più sveglia e vogliosa si mette con un barone vampiro, è la più tonta che rischia di finire arrosto... Terzo capitolo della trilogia del castello di Karnstein, non più riuscito del secondo quanto alla trama grossolana e incongruente, ma con un asso nella manica costituito dalla presenza di Cushing che offre una prestazione impeccabile nei panni dell'austero puritano.
Film cupo e al tempo stesso fumettoso, di sicuro non in anticipo sui tempi ma anzi ancorato alla solita narrativa vampiresca di casa Hammer. La regia di John Hough, però, conferisce al racconto un’atmosfera morbosa e schizofrenica, in cui spicca anche una preponderante cura estetica, con profonde definizioni cromatiche e bellissime composizioni ambientali. Ci sono Cushing, donzelle in sottovesti e una discreta quantità di sangue.
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Sia il DVD che il Blu-ray (di recente pubblicazione..) contengono una scena in lingua originale: un breve dialogo in camera tra le due gemelle, verso il 55° minuto.
Nel Blu-ray (e, probabilmente, anche nel nuovo DVD..) è presente anche una trascurabilissima scena inedita: trattasi di un coro intonato dalle alunne con le gemelle (una interessata-l'altra no) intente ad ascoltare.
Oltre ad il già edito trailer, una lunghissima galleria fotografica e dei TV-spot.
DiscussioneZender • 30/04/17 08:34 Capo scrivano - 48333 interventi
Corretto. Una cosa però: nelle curiosità è scritto appunto che si tratta della trilogia dei Karnstein, non di Carmilla, quindi mi pare corretto.
Inizialmente, il terzo capitolo della saga dei Karnstein, doveva intitolarsi Village of the Vampires.
Mutò poi in Vampire Virgins (titolo parzialmente riciclato provvisoriamente per Capitan Kronos – Vampire Hunter). In questo script - ambientato nella metà del XIX° Secolo - tra l'altro, Cushing avrebbe dovuto interpretare il Conte Karnstein alle prese con due cacciatori di vampiri [..]. Ma, James Carreras lo rifiutò.
Dopodiché, il figlio Michael rimase affascinato dalla pièce teatrale Children of the Wolf di John Peacock (inizialmente coinvolto nel progetto..) a cui Tudor Gates amalgamò qualcosa da Il grande inquisitore e, diventò Twins of Evil.
In Italia, il film fu intitolato "scandalosamente" in quel modo perché, ai nostri distributori, i film della Hammer giungevano molto spesso nella versione americana. Infatti, tale Arthur Abeles aveva proposto inizialmente ai Carreras di mettere la tanto evocativa parola "Dracula" nel titolo e, quindi, arrivò ai nostri gestori con il titolo Twins of Dracula. Tra l'altro, per la distribuzione negli USA la copia subì 34 tagli, con un accorciamento di 5 minuti e 36 secondi.
Le gemelle Mary e Madeleine Collinson sono apparse in 6 film:
Diario intimo di un garzone di macelleria (1969)
Groupie Girl (1970)
Permissive (1970)
La macchina dell'amore (1971)
Le figlie di Dracula (1971)
Prendi il sesso e fuggi (1971)
e in un cortometraggio:
Halfway Inn (1970)
Hanno sempre recitato assieme, nessuna delle due ha mai girato un film senza la sorella.