Le location esatte dell' "Uccello dalle piume di cristallo"

15 Dicembre 2008

Situazione al via delle ricerche: come sempre per Argento qualcuno che abbia già cercato qualche location del film c'è, ma è difficile che si mettano gli indirizzi e spesso si sbagliano le foto. Successivamente, tutte le location (e molte altre) sono state inserite nel nostro libro DARIO ARGENTO, SI GIRA!

Quando Ellerre mi disse di essere in procinto di scovare un po’ alla volta le location più importanti (e non solo) dell’Uccello dalle Piume di Cristallo non potei che esserne felicissimo. Ancora non conoscevo la meticolosità e la competenza del giovane in questione, ma me ne accorsi ben presto allorché ci aiutò a trovare un paio di location di Tenebre. Ho sempre amato l’esordio di Argento e anni fa avevo fotografato il muretto di via Donatello convinto che fosse quello giusto (cosa che non era). Benché quindi sapesse anche lui che quando si toccano le location argentiane è difficile trovare qualcosa di non ancora rintracciato, Ellerre ha cominciato il suo lavoro.

Il periodo intanto: Il film venne girato in sei settimane presumibilmente alla fine dell'estate del 1969; la cosa si è desunta dalla scena al cinema Fiamma: si proietta infatti lì La donna scarlatta, che uscì nei nostri cinema il 30 agosto 1969. Per comodità e abitudine, nelle foto abbiamo lasciato il 1970 che è l’anno di uscita nelle sale, ma è chiaro che le immagini fanno riferimento all’autunno del 1969. Il film venne girato in economia, con molte scene (di interni ma non solo, come vedremo) agli stabilimenti Incir-De Paolis. Ad ogni modo la ricerca delle location è stata ugualmente molto curata, come avverrà anche in seguito per i film di Argento.


1. SCATTI ALLA TERZA VITTIMA
(Ellerre, Zender)
Cominciamo allora dalla scena dei titoli di testa, in cui vediamo camminare (fotografata dal killer) una donna vestita di rosso (Annamaria Spogli). Ci spiega Ellerre che “nella scena in cui la terza vittima sta per prendere l'autobus, ci sono diversi indizi che hanno condotto la mia ricerca all'Eur. Si riesce a intravedere la scritta "Banca Nazionale dell'Agricoltura" nel palazzo retrostante, mentre un secondo indizio è dato dal bordo di una fontana circolare in primo piano (sono le fontane gemelle presenti nel viale)”. La conclusione, quindi, è che la ragazza sta camminando in Viale della Civiltà e del Lavoro, nel punto in cui sulla destra ha Viale Beethoven. Poco prima era invece in Piazza dell’Agricoltura, allorché sullo sfondo si vede il palazzo della Banca Nazionale del Lavoro.


2. SAM E L’ORNITOLOGO
(Ellerre)
Quando incontriamo per la prima volta Sam Dalmas (Tony Musante) lo vediamo discorrere col suo amico ornitologo allo zoo di Roma (oggi Bioparco), in Viale del Giardino Zoologico, 20. Questi ha appena comprato un quotidiano all’edicola (posta lì) in cui si leggono le gesta del misterioso assassino che terrorizza la città e che ha già ucciso la sua terza vittima. I due salgono in quello che è l’edificio del museo civico di zoologia. Lì passeranno attraverso stanze zeppe di teche che esistono ancora oggi. Addirittura resistono ancora la sedia e il tavolo del film, come vedrete nella foto. La sedia è stata chiaramente rifoderata ma è lei: ci hanno messo meno rivetti (probabilmente si saranno rotti quando hanno rifoderato), ma basta vedere lo schienale per capire che è la stessa (così come il tavolo). Quanto agli animali le tigri sono ancora due e ancora nel punto in cui erano nel 1969, e così il famigerato uccello dalle piume di cristallo, che attende i curiosi e al quale vi si rimanda nell'appendice. Mancano invece le gabbie dei felini presenti nel film.


3. LA SCENA CHIAVE: SAM DALMAS E’ TESTIMONE OCULARE
(Ellerre)
L’importanza di questa location è proporzionale all’importanza della scena nel film. Trattandosi della scena chiave era necessario capire esattamente dove fosse stata girata. Sam, prima di assistere al tentativo d’omicidio, cammina per una via fiancheggiata da un muretto caratterizzato da piccoli buchi disposti a mosaico. E’ una location che ormai conoscono tutti, ma in internet circolano per lo più foto del muretto di viale del Vignola, mentre il tratto esatto del muretto di via Donatello in cui Sam passa viene ignorato. Oggi la visuale è coperta da un fioraio e Ellerre ha dovuto scattare senza poter restituire la stessa ampiezza del film, ma il punto esatto è comunque immediatamente identificabile ed è, come detto, in via Donatello. Passato lì davanti, nel film, Sam gira davvero l’angolo immettendosi in viale del Vignola ed è in questo viale che Argento vorrebbe farci credere che si trovi la Galleria d’Arte Ranieri (come giustamente diceva il nostro Markus in un post di qualche tempo fa, non quindi in via Donatello). Assodato quindi che il luogo virtuale della scena è viale del Vignola restava da capire quale fosse il luogo reale, visto che in viale del Vignola la larga apertura della vetrina non esiste.

 Molte teorie dicevano che la “Galleria Ranieri” fosse una ricostruzione in studio. Non potevamo però accontentarci di teorie, per una location così importante. Di certo non si trattava di viale del Vignola, che si presenta in modo molto differente, ma eravamo davvero in uno studio o invece quel palazzo (come qualcuno ipotizzava) esisteva realmente in qualche parte di Roma? Sentiamo cosa dice Ellerre: “Studiando i dettagli della scena mi sono accorto che viene inquadrata una locandina dell'Istituto Tecnico Meucci. Controllando su internet, ho scoperto che all'epoca l’Istituto aveva la sede nei pressi degli studi cinematografici De Paolis. Questo indizio, unito ad alberi che non sembravano realmente piantati nel terreno come gli altri, a manifesti attaccati troppo bene, al soffitto della galleria d’arte che non veniva mai inquadrato (è noto che gli studi non hanno soffitto proprio per agevolare un facile uso degli impianti luce), mi hanno portato a credere che davvero la scena fosse stata ricostruita ai De Paolis. Ma la risposta definitiva l’ho avuta direttamente da Vittorio Storaro il quale, tramite corrispondenza via mail, ha confermato i miei sospetti: la scena venne effettivamente ricostruita negli Incir De Paolis di via Tiburtina 521”. Inutile cercare palazzi e vetrine in giro per Roma, quindi: una volta per tutte abbiamo la certezza che la vetrina della Galleria Ranieri venne allestita ai De Paolis.


4. AGGUATO A SAM NELLA NEBBIA
(Ellerre)
Una sequenza molto ben girata e inquietante, in cui vengono valorizzate le musiche di Morricone. L’assassino segue Sam Dalmas come un’ombra per poi spuntare fuori all’improvviso tentando di colpirlo con una sorta di roncola che si abbatte su un tubo dell’acqua. Forse qualcuno sapeva già dove fosse stata girata, la scena, ma su internet non ve n’è traccia, per cui Ellerre, guardando e riguardando la scena, ha dovuto trovare da sè il sito ricorrendo al puro fiuto. “Neanche io riesco a spiegarmelo. Forse piccoli particolari, dettagli apparentemente irrilevanti, mi hanno spinto a cercare in macchina per le vie dell'Aventino. Qui, forse con una buona dose di fortuna, ho trovato subito la via!”. Siamo in via di Santa Melania di fronte al civico 18.


5. L’ASSASSINO  SCATTA FOTO ALLA QUARTA VITTIMA
(Ellerre)
La quarta vittima viene seguita dal killer all’ippodromo, dove questi si preparara a compilare il solito book personale scattando le tre quattro foto d’ordinanza. La prima impressione è quella di essere all’ippodromo di Roma. D’altronde, con il film girato a Roma perché mai Argento si sarebbe dovuto spostare altove per una scena di poco più d’un minuto? Fu solo ad una seconda analisi che Ellerre dovette ricredersi: le colline intorno, le casette ai bordi... Non eravamo a Roma! Nemmeno immaginando i più ampi ritocchi si può credere che l’ippodromo sia quello, nonostante una certa somiglianza. Ma allora perché? Perché uscire da Roma? E’ stata la più grande sorpresa del film, a livello di location. Perché la realtà, incredibile, dice che l’ippodromo inquadrato nel film è quello di Agnano, a Napoli! Non c’è nessun dubbio in questo e la tavola ve lo dimostrerà. Perché Argento sia finito a Napoli per girare le scene con la Torosh sugli spalti resta al momento inpiegabile, ma è certo che è così! Non si tratta di immagini di repertorio, perché la tribuna è quella di Agnano e la Torosh, nonché il killer, stanno proprio lì.


6. LA VILLETTA DELLA QUARTA VITTIMA
(Ellerre)
La vittima predestinata si aggira in un parco di notte mentre qualcuno la spia da dietro un albero. Si ferma a parlare con una volante della polizia quindi arriva alla villetta in cui abita. Ci spiega Ellerre dove siamo: “L'intera sequenza è girata nella stessa zona: si passa da Villa Paganini alla villetta (Largo di villa Paganini 3) antistante lo stesso parco (ancora oggi riconoscibile grazie ai rami obliqui degli alberi lì piantati). Per trovare questa location, apparentemente non difficile, ho esplorato tutte le zone di Roma che mostravano villini con simile architettura. Niente. Alla fine il luogo esatto mi è stato rivelato da una persona del cast tecnico che ricordava molto poco delle location tranne che nel caso particolare di questa villetta, chissà perché”.


7. LA TELEFONATA CHIAVE DEL KILLER
(Ellerre)
Questo testo in particolare è dedicato a chi voglia capire quanto lavoro può nascondersi anche dietro la ricerca di una location apparentemente poco importante. Si vede solo il killer assistere al telegiornale dove Morosini parla di lui, quindi spostarsi verso una cabina e da lì telefonare alla polizia. Lo spostamento dalla vetrina del negozio dove sta la televisione alla cabina avviene in un secondo, giusto per inquadrare qualche palazzo sullo sfondo e la strada alberata. Una ricerca forse folle, ma da farsi. Da dove telefonò il killer la prima volta? Cominciammo le indagini partendo dal numero scritto nella cabina (886308) e dopo un po’ di statistiche e ricerche concludemmo che la zona doveva essere dalle parti di Prati Fiscali, dove effettivamente quei palazzoni sembrano esistere in via Conca d’Oro. Ellerre riuscì a isolare e ingrandire un particolare di un fotogramma dove forse si legge il numero del bus. Trovai un elenco della rete Atac del 1977 e verificai tutti i numeri simili al 247 (il numero che pareva intravedersi sul lato del bus): effettivamente molti passavano per quella zona. Eppure le ricerche non portavano a niente. Nel frattempo Ellerre identificava attraverso strani espedienti grafici la scritta su un furgoncino: “Triplex – servizio assistenza”. Ottimo lavoro, ma di nuovo un indizio poco utile: il servizio di assistenza può girare per tutta Roma volendo. Nel frattempo sempre Ellerre rinveniva, grazie a un suo amico, un elenco telefonico della Sip del 1967! A quel punto, in una furiosa mattinata di ricerche (l’elenco non era in ordine numerico ma di via) riuscimmo a ritrovare il numero ESATTO presente nella cabina telefonica, che risultò essere in Piazzale Jonio 6/7, intestato a tale Cordioli G. Guardammo in tutta la zona inutilmente, la battemmo palmo a palmo. Inutile.
Il passo successivo fu contattare chi lavorò al film, ma di nuovo la memoria di molti difettava (son passati 40 anni!). Qualcuno in particolare ricordava molto bene che la cabina fu montata lì per l’occasione (quindi addio indizio numerico), ma parlò di un posto vicino al bioparco, in contrasto con tutte le nostre ricerche. Troppo tempo passato, scena troppo breve... Dovevamo arrangiarci, e ormai diventava una questione di principio. Ritornammo in via Gregorio VII, che fin dall’inizio era parsa la soluzione più logica suggerita anche da altri ma che avevo escluso dopo un attento monitoraggio dei palazzi (e poi non c’era la collina che si vede nel film, dietro). Ebbene, Ellerre la ripercorse in lungo e in largo finché alla fine capì come eravamo stati ingannati: storie di obiettivi che avvicinano, di palazzi nascosti, di cancelli modificati... Alla fine la soluzione stava proprio lì, in via Gregorio VII al civico 126, nelle vetrine che ora appartengono a Divanidea e Cucina In (dove nessuno ricorda che nel 1969 Argento girò lì una scena di pochi secondi). Ah, per la cronaca il bus che passava era il 42. Ora che abbiam potuto fare la ricerca inversa (cioè cercando un bus che passasse per Gregorio VII) tutto è diventato più facile e il numero facilmente interpretabile.


8. FUGA NELLA NOTTE
(Ellerre)
Una scena prolungata e celeberrima, una volta di più di grande effetto, caratterizzata da una sequenza di location esterne che andremo a svelare una ad una. Dice Ellerre che la scena “si svolge in Trastevere e in zona via Bissolati tranne che nella rimessa dei bus, che è a Testaccio”.
Ricostruiamo bene ogni passaggio:
1) Sam e Julia (Suzy Kendall) cominciano percorrendo via della Madonna dell’Orto pedinati da qualcuno che ancora non sappiamo chi possa essere.
2) A questo punto il pedinamento si trasforma in un tentativo di investimento: un’auto, in via Anicia, si avvicina velocemente ai due, che tentano subito la fuga passando sotto il vicino arco.
3) Sam svolta e si ritrova in Piazza in piscinula, dove prosegue la corsa ma facendo nascondere Julia in un portone che trovano aperto. “Resta qui, ce l’hanno con me”, dice lui. Arrivano i primi colpi di proiettile mentre Argento inquadra un bar, sempre lì.
4)
Sam scompare nella notte e lo ritroviamo in corsa mentre si dirige verso una rimessa degli autobus. Facciamo a questo punto intervenire Ellerre, che spiega come ha potuto trovare una location di cui mai nulla si era saputo: “Mio zio Pino mi raccontò un giorno che era sul set a spostare i bus a seconda delle esigenze. La scena venne girata di notte nel rimessaggio degli autobus delle Autolinee Marzano, che si trovava all'epoca nell'ex stadio della Roma, a Testaccio - ingresso di via Zabaglia. Oggi quella rimessa non esiste più: sono sorti lì i nuovi edifici della Biblioteca comunale circoscrizionale e un campo di calcio di quartiere. Alcuni spazi sterrati sono ancora presenti lì proprio dove furono girate le sequenze, ma sono inaccessibili. La copertura fatta di lamiere è stata abbattuta”.
5)
Uscito dalla rimessa, Sam si ritrova sulla salita di S. Nicola da Tolentino, sempre inseguito dall’uomo “in giallo”.
6) Proseguendo, arriverà a confondersi bene tra il pubblico in uscita da un cinema. Quale cinema? Alcuni siti indicavano il Barberini, altri il Fiamma. Un facile confronto tra i due ha fatto capire ad Ellerre che era proprio quest’ultimo, il cinema giusto, quello in cui proiettavano al tempo La donna scarlatta. Il cinema Fiamma è in via Bissolati.
7) L’ultima tappa dell’inseguimento (che si è ormai trasformato in un pedinamento inverso) è in Via Veneto. Il congresso degli ex-pugili si svolge in quello che fu l'Hotel Palazzo degli Ambasciatori, oggi Grand Hotel Palace - Boscolo Hotels.


9. LA QUINTA VITTIMA
(Zender, Ellerre)
Altro momento importante del film è l’uccisione di una nuova ragazza ad opera del serial killer. “Qui”, ci dice Ellerre, “ci sono due sequenze facili da rintracciare: la prima, di minore importanza, è girata in via Andrea Doria di fronte al noto locale "La fiorentina" e ci mostra un piccolo posto di blocco della polizia; la seconda invece, centrale, è girata davanti e dentro l'Hotel Astrid (di cui nel film si legge in piccolo l'insegna).” La futura vittima viene accompagnata fin davanti all’Hotel Astrid, che è in Largo Sarti, e vi entra. “Oggi”, precisa Ellerre, “i cancelli dell'hotel, ben visibili nel film, sono coperti da porte in alluminio”. Il particolare più curioso è però che anche la location interna, ovvero la suggestiva tromba delle scale a forma triangolare, appartiene all’Hotel Astrid. Prendendo una foto dal loro sito internet abbiamo facilmente dimostrato che il disegno in ferro che si vede sulla ringhiera è ancora lo stesso.


10. BERTO CONSALVI (Iena)
Berto Consalvi, alias Mario Adorf, è il pittore dell’inquietante quadro naif che Sam si appende in camera. Sam va a trovarlo nel suo diroccato casolare di campagna oltrepassando con l’auto un abbeveratoio e fermandosi in uno spazio antistante l’edificio. Entrerà in casa con l’aiuto di una scala... Mario Adorf, che ricorda con affetto la scena, alla richiesta di dive fosse il casale non è saputo andare oltre un vago “nei dintorni di Roma”, altri del cast tecnico hanno parlato di “una casa nell’agro romano. Una zona troppo vasta in cui cercare un casolare che, con buona probabilità, è stato col tempo distrutto. Nel film si parla di Alviano. Alla fine la location l'ha trovata il bravissimo Iena addirittura il 12/11/2024 e qui trovate la cronaca della ricerca e le immagini. Era a Roma, in zona Monte Sacro, non a caso vicino agli studi della Dear.

 
 
 
11. A CASA DI RANIERI
(Ellerre)
Quando Sam va a casa di Ranieri (Umberto Raho) per la seconda volta, e quando cioè riconosce la finestra dell’uomo dietro la gabbia del “rarissimo” Hornitus nevalis (spiegheremo in appendice il perché delle virgolette), non siamo come si potrebbe pensare a ridosso dello zoo (oggi Bioparco) dove sono comunque ambientate tutte le scene con Sam e l’ornitologo. La casa (come è stato scritto già da qualcuno) è di nuovo in via Donatello e la gabbia con l’animale dentro è stata evidentemente spostata per l’occorrenza. Se però della casa si sapeva, è utile invece riconoscere anche la finestra esatta dalla quale penzolerà Ranieri (quindi quella di casa sua). “Quinto piano”, dice il commissario (Salerno) quando Sam glielo chiede. E durante la prima visita di questi a casa Ranieri Argento inquadra in sequenza i piani soffermandosi sulla finestra giusta e permettendoci di individuarla di conseguenza senza errori (cosa che non si potrà invece fare nel finale). E’ effettivamente al quinto piano e la “conta” (correttamente, se vogliamo) comincia non dal piano terra (che non viene inquadrato) ma già dal primo, facendo quasi credere che il palazzo abbia non due (com’è nella realtà) ma un solo piano “circondato” dal marmo.Quando tuttavia vedremo la soggettiva di Ranieri tenuto per mano mentre penzola, già non siamo più lì.
Lo spiega chiaramente Ellerre: “La tapparella non è arancione come dovrebbe essere guardando le altre immagini ma grigia; inoltre c’è sopra la testa di Sam una tettoia che non esiste, nel palazzo”. Questo significa che per le immagini in soggettiva (difficilmente ricreabili a quell’altezza) si è ricorso ad un altro luogo, molto più... terra-terra. Per quanto riguarda gli interni della casa di Ranieri invece si pensava fossero sempre in via Donatello o comunque in zona, invece Ellerre ha scoperto che sono in via Po 32 grazie al riscontro dei tetti che si scorgono dalla grande finestra del salotto. Purtroppo il palazzo in cui Argento girò le scene fu abbattuto l’anno seguente per costruire al suo posto un moderno edificio, allora sede di Efibanca.


12. SAM SE NE VA FUMANDO UNA SIGARETTA 
(Ellerre)
Conclusa la scena in casa Ranieri, Sam si ritrova lì con la polizia e a loro lascia di analizzare la scena del crimine andandosene, convinto che tutto sia finito. E’ a questo punto che viene inqadrato un portone in legno che sta in via Donatello 23. Successivamente vediamo ancora uno scorcio di via Donatello in cui riconosciamo, sullo sfondo, il caratteristico muretto con i buchi che avevamo potuto osservare nella sequenza dell’arrivo di Sam alla galleria d’arte, a inizio film. La passeggiata di Sam continua poi sulla scalinata di via Pietro da Cortona - sul lungotevere Flaminio - mentre la cinepresa vola sui tetti zoomando lentamente sul rifugio dell'assassino.


13. IL FINALE CON SORPRESA 
(Ellerre)
Il palazzo dell'assassino è facilmente rintracciabile (considerata l'ampia panoramica) e il cortile con quello che sembra un silos (in realtà la tromba delle scale di un edificio) dà su via del Ghirlandaio. Nella scena successiva Sam incontra un netturbino e si appresta ad entrare proprio nel rifugio dell’assassino. “Questo punto” precisa Ellerre, “anche se sembrava particolarmente difficile da ritrovare, l'ho individuato facendo attenzione al palazzo in lontananza che si vede nella sequenza. Ci abita un mio amico e si trova proprio in via Pietro da Cortona. Di conseguenza possiamo concludere che la scena è stata girata lungo il perimetro di quella che oggi è una caserma dei carabinieri, in via del Ghirlandaio. La suggestiva veduta aerea con il silos avrei potuto fotografarla se non fosse che, da qualche anno, il terrazzo condominiale del palazzo in cui abita il mio amico è diventato privato”.

Sul finale a sorpresa si conclude anche l’esordio al cinema di Argento, che ha acquisito negli anni lo status di “classico” che gli compete.


APPENDICE: L’HORNITUS NEVALIS

Il famigerato hornitus nevalis, l’uccello dalle piume di cristallo che dà il titolo al film, è nella realtà una "Balearica pavonina", più semplicemente detta Gru coronata (o Gru pavonina). E’ molto apprezzata come specie ornamentale da giardino ed è originaria del Sahara meridionale, dove popola le zone paludose. Si nutre di ciò che trova nelle paludi e, soprattutto, non è affatto rara come vorrebbe farci credere Argento nel film.
Riportiamo qui di seguito un dialogo tra Sam Dalmas e il suo amico ornitologo in cui questi spiega di cosa stiamo parlando:
Ornitologo: "...E’ il grido dell'hornitus nevalis, un magnifico uccello dalle lunghe piume argentee che sembrano di cristallo".
Sam: "Che c'è di strano?"
Ornitologo: "Beh, che l'unico posto al mondo in cui si trova è il Caucaso meridionale e per giunta il Nevalis non riesce quasi mai ad acclimatarsi in una terra straniera. In italia si è riusciti a farne vivere solamente uno (...) è considerato quasi un miracolo, che possa vivere."

Il dialogo è tanto poco vicino alla realtà (lo stesso animale lo trovate ancora presente, al bioparco) da giustificarne una versione alternativa più attinente allo stato delle cose:
Ornitologo: “E’ il grido di una comunissima gru pavonina, non farci caso. Uno di quei tanti uccelli dalle piume argentee che sembrano di cristallo.”
Sam: "Ah ecco, mi sembrava”.
Ornitologo: “Guarda, l’unico posto dove forse ti salvi da questi animali che trovi praticamente ovunque è il Caucaso meridionale. Lì proprio non riescono ad acclimatarsi, ma altrimenti son veramente dappertutto. Solo in Italia ne avremo almeno un migliaio e non si sa più dove metterli”.

Quando poi i due sono allo zoo, nel finale, l’ornitologo insiste: "La gabbia è proprio in fondo allo zoo, laggiù (...) lo tengono da solo, non convive con nessun altro animale (...) ma pare che lo trasferiranno, non sopporta nemmeno l'odore delle altre bestie."
Ma ci faccia il piacere...

Testi: Zender e Ellerre. Foto: Ellerre

ARTICOLO INSERITO DAI BENEMERITI ELLERRE E ZENDER

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commenti (19)

RISULTATI: DI 19
    Dueocchi

    11 Ottobre 2009 09:32

    i primi film i più belli GRANDE ARGENTO! Questi speciali sono fatto bene e li ho trovati solo in qusto sito di cinema.
    Zender

    5 Marzo 2010 09:38

    Markus ebbe a dire:
    Ottimo lavoro!
    Zender

    5 Marzo 2010 09:38

    Caesars ebbe a dire:
    Sempre più incredibile come i detectives davinottiani riescano a scoprire le locations più introvabili. Grande, anzi grandissimo, Ellerre ed immenso Zender (per tutto quello che fa per il sito).
    Zender

    5 Marzo 2010 09:39

    Gigly ebbe a dire:
    complimentoni per l'accuratezza!

    Dopo questi special vorrei che fossero istituiti dei tour ai quali parteciperei sicuramente!

    :)
    Zender

    5 Marzo 2010 09:39

    Don masino ebbe a dire:
    FE NO ME NA LE! Veramente un lavoro pazzesco! Mi son letto la soria della telefonata del killer alla polizia e ho riso come un pazzo a immaginarvi alla ricerca di un paio di vetrine e di un palazzo per Roma, attaccarvi a un elenco telefonico del 68 e un elenco delle linee degli autobus! Per poi scoprire che entrambi non servivano a nulla, se ho capito giusto. Da morire... Sono molto curioso anche di sapere come mai è stato usato Agnano e non Roma, perché come avete scritto è una cosa realmente illogica....
    Zender

    5 Marzo 2010 09:39

    B. Legnani ebbe a dire:
    Sì, fenomenale.
    (...)
    Per quanto riguarda Agnano, la Toros è semplicemente stupenda. La scena in cui lei è fotografata è stata citata da Tarantino, con tanto di la-la-la di Morricone.
    Zender

    5 Marzo 2010 09:40

    Markus ebbe a dire:
    L'aver fotografato l'hornitus nevalis nella stessa identica "posa" è semplicemente geniale (foto 2).
    A quell'uccellaccio, in fondo gli vogliamo bene eh eh
    Zender

    5 Marzo 2010 09:40

    Finzi ebbe a dire:
    Magnifico tutto, è vero. Mi ha fatto molto ridere l'ultimo dialogo ribaltato. Davvero l'hornitus era un animale tanto comune e si può addirittura vederlo anche oggi allo zoo di roma? Io ci avevo creduto, nel film sembrava proprio un uccello esotico di quelli non rintracciabili da noi.
    Zender

    5 Marzo 2010 09:40

    Powerglide e bbe a dire:
    Un gran bel lavoro, indagini accuratissime, ricostruzione chiara e precisa. Questi speciali potrebbero essere dei cortometraggi che lo stesso Dario Argento dovrebbe produrre: chissà se ha visitato questo sito e magari non gli è venuto in mente qualcosa!
    Bravissimo Ellerre, complimenti di nuovo Zender.
    Zender

    5 Marzo 2010 09:40

    Ellerre ebbe a rispondere:
    Ringrazio per gli apprezzamenti e sono contento che questo speciale sia stato gradito. Per quanto riguarda i cultori dei film di Argento, spero sia piaciuto il lavoro di riorganizzazione e disvelazione di location che prima d'ora non erano mai uscite allo scoperto.

    Finzi ebbe a dire: "Davvero l'hornitus era un animale tanto comune e si può addirittura vederlo anche oggi allo zoo di roma?"

    Ebbene sì, se un giorno farai una passeggiata al Giardino zoologico di Roma, scopriari con piacere l'hornitus appollaiato in un angolo della gabbia degli uccelli, assieme alle altre specie...