"Vita da Carlo" stagione per stagione

12 Novembre 2023

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PRIMA STAGIONE (2021, 10 episodi)

**!
E arriva anche per Carlo Verdone, da sempre legato al formato cinema, il momento della serie televisiva. Senza azzardare nulla di particolarmente originale, VITA DA CARLO entra nella vita del protagonista e racconta il suo quotidiano in una fiction che tende - almeno a livello ideale e di percezione nello spettatore - a rispecchiare quelle che sono (o potrebbero essere) le vere giornate di un attore, ormai notissimo, nella città in cui da sempre abita e lavora. Verdone, infatti, recita qui nella parte di se stesso (nome e cognome compresi), attorniandosi di attori e caratteristi che con lui interagiscono nei ruoli naturali presenti nella vita di ognuno di noi: l'amico (Tortora), l'ex moglie (Guerritore), i figli (la De Angelis, in realtà figlia di Margherita Buy, cui somiglia davvero tanto, e Contri), la domestica (Paiato), la nuova fiamma (Caprioli), il produttore cinematografico (Ambrogi)... I principali, tra loro, tornano in più puntate (delle dieci di cui è composta la prima serie), altri vi entrano come "guest star" (Calabresi, Ferrero, Papaleo, Haber, Morgan...). In ogni episodio c'è un evento principale attorno al quale ruota la storia, spezzato dall'intervento delle presenze fisse che aiutano a riempire i vuoti. Così strutturata la serie - che procede di mezz'ora in mezz'ora - difficilmente annoia e, per quanto non sempre brillantissima, si lascia vedere. Verdone trascorre il tempo a riflettere sulla sua situazione di stress costante sognando almeno una giornata di piena tranquillità, di felicità autentica, ritrovandosi spesso preda della malinconia mentre magari osserva lo splendido panorama dalla sua terrazza con vista (che non è quella della sua vera casa, come noto, tutto è ricostruito). Il tema ricorrente, e che segna in qualche modo l'intera serie, è la sua candidatura a sindaco di Roma: Carlo non è affatto deciso ad accettarla, ma in molti lo spingono a provarci finendo col convincerlo. Ecco allora che i fan che lo fermano per strada chiedendo autografi e selfie non si limitano a fargli i complimenti ma cominciano a informarsi sulle sue reali intenzioni politiche, mentre sullo sfondo si profila un'avversaria già pronta a sfidarlo negli immancabili salotti televisivi. Più curiosa la figura dell'ex fidanzato (Bannò) di sua figlia, lasciato nelle primissime puntate ma che rimane a dormire in casa di Carlo per non dover tornare da suo padre (capiremo in seguito il perché); con il giovane si stabilirà un rapporto quasi paternalistico, di sofferta comprensione nei confronti di chi non sembra proprio sapere dove sbattere la testa. Diretti da Verdone con Alberto Catineri, gli episodi si stabiliscono più o meno tutti sullo stesso livello, senza raggiungere grandi vette ma nel complesso dimostrando di essere confezionati con una certa eleganza, premiati da un Verdone che riprende il suo personaggio di sempre riuscendo ancora a far sorridere. La scelta di chiudere in breve tempo permette di ottenere una mirabile concisione, con qualche momento che lascia abbastanza interdetti (la breve permanenza nel convento di clausura) e altri che invece meglio si integrano con il mondo dello spettacolo che Verdone mostra naturalmente di conoscere bene (il produttore burino che insiste per un nuovo film "coi personaggi" alternato al suo opposto, lo sceneggiatore che punta invece al cinema d'autore che lo invita a sganciarsi dalla ripetitività...). Spassoso Max Tortora come amico costantemente in crisi con la compagna, più classicamente caratterizzata la domestica di Maria Paiato. E' vero che non ci si fanno grandi risate, ma il ritratto dell'attore ripreso nella sua vita di tutti i giorni risulta piuttosto attendibile e comunque si sorride. (Marcel M.J. Davinotti jr.)

** Carlo Verdone deve far fronte ad alcuni problemi familiari, alle pressioni di un produttore che vorrebbe riproponesse i soliti vecchi personaggi, alla tentazione di darsi alla politica, alle continue insistenze dei fan per ottenere un selfie... Nonostante la simpatia che si può provare verso una persona tanto bonariamente autoironica, questa serie semi-autobiografica risulta piuttosto deludente per una certa fiacchezza nella scrittura e per la ripetività delle situazioni: lo stesso Verdone sembra quasi stanco di essere se stesso e non tutti i comprimari lo supportano a sufficienza. (Daniela)

*** La serie di e con Verdone, incentrata su una versione paradossale della vita dell'artista, riassume il senso del cinema dell'attore romano, specie quello degli ultimi anni: un misto di malinconia e comicità leggera, a cui si aggiunge in questo caso la voglia di ironizzare su se stesso che costituisce il plus di "Vita da Carlo". Non tutto centra il bersaglio e alcuni episodi sono ripetitivi ma nel complesso il prodotto è godibile e si avvale delle buone prove di attori che si affiancano al protagonista, a volte efficacemente (Calabresi, Papaleo, Tortora), altre meno. (Galbo)

*** Verdone torna in forma dopo alcune prove opache, soprattutto perché qui può riprendere a far ridere con l'insensatezza e la maleducazione del genere umano, tra momenti di buona comicità e altri più amarognoli. Rimane un po' debole il plot, ma dialoghi e situazioni valgono la visione, soprattutto quando in scena ci sono altri ottimi attori come Tortora o Haber (meno incisivi i giovani). Qualche stonatura in regia quando si tentano montaggi troppo frenetici o stili troppo moderni, ma l'insieme convince. Buona la colonna sonora. (Rambo90)

** Prima o poi Carlo Verdone doveva piombare in quella che negli Anni '80 veniva chiamata sit-com, sorta di Florida artistico/cinematografica per consumati attori arrivati all'inizio della terza età. L'eterno format di Casa Vianello in funzione della vita, tra realtà e tanta finzione, dell'attore romano; che dal canto suo mostra miglior agiatezza rispetto alle ultime (scarse) performance nei lungometraggi. Scorrevole, pur con buchi di sceneggiatura talvolta incomprensibili, e con momenti talvolta dilettevoli. (Markus)

**! Per la prima volta in oltre quarant'anni di carriera Verdone si cimenta in una serie tv. "Vita da Carlo" è uno spaccato molto romanzato della vita reale e surreale oltre il set, in cui il suo privato (figli, colf, ex moglie amici ecc.) si fonde in un tutt'uno con la vita di tutti i giorni, con i fan che chiedono selfie a ripetizione, con assurde proposte politiche, maldestri produttori ecc. C'è certamente della verità nella serie, ma c'è anche molta commedia; si ride ma a volte ahinoi si ride anche amaro. Cast così e così, con giovani bravi, altri meno e attori di esperienza. (Ruber)




SECONDA STAGIONE (2023, 10 episodi)

**! Se la prima stagione soffriva un po' di un'impostazione da fiction zoppicante, la seconda recupera un feeling più cinematografico, che individua un unico filo conduttore (il film sulla giovinezza di Carlo) per ricamarci intorno l'abituale quotidianità con figli (Contri, De Angelis), governante (Paiato), moglie (Guerritore), amico del cuore (Tortora)... Fin dalla prima puntata il produttore di fatto impone a Carlo una scelta ben precisa, per il protagonista che dovrà impersonare il Verdone giovane nel film sulla sua vita: il cantante Sangiovanni (se stesso), popolarissimo tra i ragazzi, col solito infinito numero di followers pronti a celebrare ogni sua partecipazione. Carlo vorrebbe opporsi a scelte tanto dettate dal bieco calcolo commerciale, ma non ha la forza di farlo e a malincuore accetta. D'altra parte ha molto altro a cui pensare e pure uno strano personaggio a cui guardare con sospetto: è Fabio Traversa, attore che dice di aver avuto la carriera rovinata a causa del ruolo che Verdone gli fece interpretare in COMPAGNI DI SCUOLA, "Fabbris", ovvero la quintessenza dello sfigato, quello che "Tu c'hai avuto un crollo dall'ottavo grado della scala Mercalli". Unico personaggio fuori controllo, imprevedibile, Traversa diventa anche quello che più si finisce per ricordare, punta d'originalità in una serie che per il resto non offre molto di più rispetto alla prima stagione se non una superiore omogeneità, una consapevolezza maggiore acquisita da Verdone nel muoversi all'interno del format televisivo. Nelle dieci puntate (di una cinquantina di minuti ciascuna) non c'è possibilità di perdersi troppo: gli sviluppi sono lineari, con l'intervento di qualche guest star (Gerini, De Filippi....) che stabilisce una sorta di forte complicità con il protagonista, fortemente inserito in un ambiente romano in cui ci si frequenta da sempre, ci si conosce e si sa come aiutarsi. Max Tortora è ancora una volta chiamato ad animare le parti più puramente comiche ed è un  peccato intervenga così poco, rispetto ad esempio al tempo lasciato al genero (Bannò) e alla figlia (De Angelis) o a Sangiovanni naturalmente, il cui rapporto con Verdone diventa presto centrale e improntato a un paternalismo che ben si confà alla bonarietà da sempre tratto principale del Verdone attore. Gli episodi fluiscono veloci, il ritmo è agile e se anche qualcosa si concede alla facile farsa (la presenza del factotum draculesco chiamato a sostituire la governante dimessasi), l'impronta generale non è altrettanto superficiale e qualcosa di buono offre. Spigliata e vivace Stefania Rocca nei panni di una scrittrice per l'infanzia: travolge Carlo con una vitalità contagiosa che ovviamente lui subisce. Qualche valida battuta, una buona recitazione nell'insieme che trova nel volto della dolce De Angelis un forte legame con la prima stagione e nel suo fidanzato un personaggio anomalo, talora lunare, che aggiunge un tocco singolare al quotidiano. (Marcel M.J. Davinotti jr.)

**! Seconda stagione nella quale si escogita un ipotetico film sulla vita del giovane Carlo come l'escamotage per far esordire Sangiovanni (che di professione fa la trap) come attore. Oltre questo, per così dire, colpo di teatro, non si va poi molto oltre alla prima serie e ci si trascina quindi in una vicenda di moderna concezione nel complesso scorrevole, talora dilettevole, ma che non convince troppo sul piano delle storie raccontate. Si segnala il ritorno di Traversa, ma si compie l'errore del cliché "Fabris". Belle e brave la De Angelis e la Martino. (Markus)

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