A better tomorrow 3 - Film (1989)

A better tomorrow 3
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Yinghung bunsik III
Anno: 1989
Genere: drammatico (colore)
Regia: Tsui Hark
Note: sequel di "A better tomorrow"

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Arrivata al terzo capitolo, la coppia composta da John Woo (regista) e Tsui Hark (produttore) scoppia e il secondo prende completamente in mano le redini della serie dando vita non a un sequel ma a un prequel, nel quale scopriamo che Mark (Chow Yun-Fat), prima di dar vita alle avventure dirette da Woo, era stato in Vietnam durante la guerra per convincere lo zio e il cugino (Tony Leung) a tornarsene con lui a Hong Kong e abbandonare Saigon e il loro lavoro. E’ assieme al cugino che Mark conosce Kitti e se ne innamora trasformando il film in un melodramma noir, carico di intensità e capace, minuto dopo minuto, di progredire fino all’entusiasmante ending, grandioso e maestosamente messo...Leggi tutto in scena da uno Tsui Hark in splendida forma. La storia, apparentemente semplice, diventa un tragico gioco di rimbalzi tra Hong Kong e Saigon, con l'inevitabile ingresso dei gangster e l'eroina combattuta tra l'amore per il boss e quello per il nuovo amico. E’ evidente quanto Hark insegua il racconto ad ampio respiro, un po' come ancora meglio riuscirà l’anno dopo a Woo nel suo flop cult BULLET IN THE HEAD; sfruttando le tecniche in cui eccelleva Woo, Hark anima scontri a fuoco impostati sull'esagerazione (pur senza raggiungere i vertici e la bravura di Woo) ma li fa rientrare nella storia senza mai farli apparire fuori luogo. La qualità della regia non si discute, la confezione è di alto livello e l'aver introdotto con tale forza un elemento femminile in una saga che Woo aveva impostato completamente sull'amicizia virile ne cambia fortemente i connotati. Ci mette solo un po' a ingranare.

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Rebis 11/01/08 18:45 - 2342 commenti

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Il melodramma, magnifico ed elegiaco, ammanta tutto; persino lo soffoca e lo rallenta. Hark non ha il senso fisico, elettrizzante dell'azione proprio di Woo: alla lunga smette di imitarlo e punta su uno stile manieristico, compone immagini maestose e solenni inseguendo, spesso, una simmetricità che fa la pariglia col racconto (due uomini una donna), ma elude la dimensione virile del prototipo. C'è da dire che gli ultimi 20 minuti sono un grande pezzo di cinema epico-spettacolare che tira addentro e commuove anche lo spettatore che, eventualmente, ne fosse rimasto compassatamente fuori
MEMORABILE: La battaglia col carro armato.

Flazich 27/07/08 12:18 - 669 commenti

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Il terzo capitolo della saga è diretto da Tsui hark (produttore dei primi due) e sin da subito si vede la diversa mano. Il film è più cupo, più pessimista. Il cast è stratosferico con un Tony Leung in grandissimo spolvero. Tutti i riferimenti religiosi di Woo vengono accantonati e grazie a un ottimo montaggio il film di Hark è quello meglio riuscito. Quasi perfetto, anche supportato da una magnifica colonna sonora.

Sunchaser 7/09/08 11:43 - 127 commenti

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L'idea di trasferire i personaggi nel Vietnam era già nel progetto iniziale di A Better Tomorrow II, ma fu successivamente accantonata. Tsui Hark, regista-produttore di punta del cinema di Hong Kong, l'ha ripresa per questo terzo capitolo e sviluppata e ne ha ricavato un suggestivo cocktail tra melodramma e action-movie. Non perfetto, ma comunque di buon livello.

Bruce 6/04/09 11:52 - 1007 commenti

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Episodio conclusivo della saga, non diretto da John Woo ma di buon livello. La storia costituisce l'antefatto al primo film e risulta interessante e movimentata, coinvolgendo la guerra in Vietman e il dramma dei rifugiati. A fianco di Chow Yun Fat ha un ruolo importante Nikki, interpretata da Anita Mui, che si rivela altrettanto formidabile con le pistole alle mani. La parte romantica e melodrammatica risulta un po' retorica e dilatata. Alcune sequenze, girate di notte, con il tono blu prevalente, hanno luci e fotografie davvero stupende.

Herrkinski 18/07/12 15:29 - 8131 commenti

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La cinepresa passa da Woo al produttore Hark, per questo ultimo capitolo dell'epopea gangster orientale. In realtà trattasi di un prequel, ambientato tra Vietnam e Hong Kong; Hark enfatizza ulteriormente il lato melò già presente negli altri episodi, dando vita ad una storia d'amore tormentata grazie all'inserimento di un'inedita presenza femminile, vero punto di rottura rispetto ai precedenti. Non manca l'azione, anche se in tono minore; ma a prevalere è la ricerca psicologica e i sentimenti. Sangue e amore, luci ed ombre; cupo ma poetico.
MEMORABILE: Tutta la parte ad Hong Kong; Lo scontro finale in Vietnam, con il consueto massacro; Le ultime inquadrature di Chow e della Mui.

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