Bianco apache - Film (1986)

Bianco apache
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Spectra 1/04/08 09:48 - 84 commenti

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Non ho resitito all'acquisto del dvd: ero troppo curioso di vedere questo western di Bruno Mattei. L'inizio del film è abbastanza violento ed atipico per un western, poi le recitazioni penose degli attori e la trama scialba lasciano spazio a una noia tremenda fino alla fine del film. Lasciate perdere la curiosità e guardate altro. Da evitare.

Kekkomereq 13/02/12 20:03 - 358 commenti

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Probabilmente il miglior film che la coppia Mattei-Fragasso è riuscita a realizzare. Rispetto a brutture come Virus e L'altro inferno questo spaghetti western (assolutamente) fuori tempo massimo non presenta i soliti elementi comici o trash e perdipiù commuove quando si arriva alla fine. La sceneggiatura è interessante e per una volta la regia di Mattei (anche contando la povertà dei mezzi) è più che sufficiente. Consigliato caldamente ai fan di Bruno.

Von Leppe 10/06/13 12:26 - 1263 commenti

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Western di Mattei dove viene esasperata la componente tragica, sulla scia di film americani come Piccolo grande uomo. Peccato per la recitazione pessima (tranne Alan Collins/Luciano Pigozzi) e la trama che a lungo andare annoia. C'è la violenza che solleva il tutto, una violenza gratuita che si ricollega all'altro western di Mattei (Scalps), entrambi sugli stessi livelli qualitativi; questo però l'ho trovato un po' meno divertente.

Buiomega71 16/08/13 00:28 - 2924 commenti

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Lo zio Bruno ciurla nel manico della violenza in quello che pare una specie di remake di Navajo Joe. Dopo un inizio efferato e violentissimo (l'uccisione dei due bambini sono un gran pezzo di cinema insostenibile) si cade un po' nel banale con una tribù di indiani che sembra uscita da Arrapaho e il bianco apache una sottospecie di Conan (come Conan legano pure lui a un albero). Ma nel finale lo zio Bruno rincara la dose di furore e crudeltà e non risparmia nessuno. Charly Bravo è una maschera di bestialità che lascia il segno. Uno dei migliori Mattei.
MEMORABILE: Lo spietato e violento massacro iniziale alla carovana con l'uccisione dei due bimbi; Ryder a Shining Sky: "Salutami il grande Manitù, mezzo indiano!".

Disorder 17/08/13 15:58 - 1416 commenti

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Culto personale per la presenza di Sebastian Harrison, futuro Satomi dei Bee Hive, nel suo primo e unico credito come protagonista. La regia non è nemmeno male: rispetto ad altri film Mattei adotta uno stile più sobrio e pulito, con buoni risultati. Purtroppo il low-budget spinto inficia la qualità finale dell'opera, che sa veramente di "finto" dall'inizio alla fine. Anche il cast non aiuta (il protagonista stesso è quanto di più inespressivo mi sia capitato di vedere). Comunque sia un film dignitoso e sicuramente guadabile.

Markus 27/08/18 08:13 - 3694 commenti

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Per una tragica disavventura un bambino bianco cresce tra gli indiani d'America. Tardo spaghetti western di serie Z destinato sin da subito all'oblio. La vicenda scorre sui binari dell'ovvietà e il "già visto" - violenza "western" compresa - fa capolino di continuo. Va riconosciuto in ogni caso il mestiere del regista, ma quando poi t'accorgi - e lo riconosci! - che il protagonista (Sebastian Harrison) è Satomi, il tastierista dei "Bee Hive" di Kiss me Licia , tutto si riduce a un fumettone un po' trash che genera una compiaciuta crassa risata.

Pessoa 4/02/19 22:38 - 2476 commenti

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Western italiano fuori periodo che cerca apparentamenti illustri oltreoceano puntando su un revisionismo piuttosto spiccio. I registi buttano alle ortiche una buona idea di partenza per mancanza di idee e quando non scopiazzano si rifugiano in truculente sequenze di sparatorie e massacri vari. Se il low budget è un limite evidente, ancor più deleteria è la scarsissima prestazione del cast (su tutti l'inespressivo protagonista). Ci si chiede alla fine perché si sentisse il bisogno di realizzare una pellicola come questa. Noioso e inutile.

Herrkinski 24/01/20 16:16 - 8147 commenti

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Spaghetti-western alla Mattei, fuori tempo massimo, che fa il paro con l'analogo Scalps dell'anno successivo in un ideale double-bill; anche qui pare citare Soldato blu nella rappresentazione di spietati bianchi che massacrano i "buoni" indiani, difesi dal figlio illegittimo e bianco Harrison (fin troppo candido e pulitino per il ruolo). Tra tribù improbabili, Borromel con parrucca (sembra un trans), qualche scena di violenza tipica del genere e i soliti scontri a colpi di fucili e tomahawk non c'è molto di cui entusiasmarsi; meglio Scalps.

Reeves 12/07/21 16:47 - 2260 commenti

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Western iperviolento che cerca di riproporre quelli crudeli di Sergio Corbucci e Lucio Fulci, con qualche idea e una buona realizzazione tecnica. Vengono schierate anche un po' di seconde linee della vecchia guardia (principalmente Alberto Farnese e Luciano Pigozzi, il Peter Lorre italiano). Ma purtroppo siamo fuori tempo massimo, i tempi sono cambiati e il risultato commerciale è decisamente nullo. Peccato.

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  • Homevideo Homesick • 15/02/11 18:29
    Scrivano - 1363 interventi
    Dal 6 aprile in dvd per Sony Pictures.
  • Discussione Buiomega71 • 16/08/13 10:34
    Consigliere - 26073 interventi
    WESTERNALIA: L'ESTATE SELVAGGIA DELLO SPAGHETTI WESTERN

    Lo zio Bruno e stato per me un saldo punto di riferimento nel panorama del cinema italiano bis. Di lui amo incondizionatamente L'altro Inferno (che come zozzeria e malsanità l'ho sempre paragonato a Buio Omega), Rats (vero gioiello del fanta-horror-post atomico, con quel finale schock bizzarro e assolutamente geniale), La vera Storia Della Monaca di Monza (altro cultone morbosone, con Garofalo vestito da satanasso da empireo della surrealità trash), nonchè lo "zombi movie" Virus, con idee e splatterometro non indifferenti

    Dopo gli erossvatika, i tonaca movie, i poveristici peplum zeppi di sex and violence sulla scia del Caligola brassiano, le Emanuelle in prigione, per arrivare ai viet-movie (Robowar, che misi nella rassegna ITALIAN ADVENTURE, nel 2010, fece ghignare non poco), lo zio Bruno non poteva esimersi di realizzare almeno due western, Bianco Apache (appunto) e Scalps

    Al di là di quello che può sembrare un remake di Navajo Joe (gli scalpi, la vendetta, Charly Bravo vera e propria maschera di bestialità al pari di Aldo Sambrell nel cult corbucciano, il finale sulle rocce) e di alcune scelte discutibili che lo avvicinano al trash (la tribù di indiani sembra uscita da Arrapaho, una fastidiosa-e a volte ridicola-voce narrante, Cavallo Pazzo che assomiglia a Solange-non quella di Dallamano, ma quello della tv spazzatura- alcune banalità esoticheggianti simil Blue Island, scenette fino demenziali-durante la sparatoria al campo indiano, un ragazzo aiuta il bianco apache contro i bianchi sterminatori, e le domanda: "Come ti chiami ragazzo?" e lui: "Geronimo!"), lo zio Bruno ciurla nel manico della violenza: feroce, furente, spietata che non risparmia niente e nessuno (donne incinta prese a calci, massacro di bambini, stupri, braccia spezzate col calcio del fucile, polvere da sparo-con sigaro accesso- sulle ferite, tomahawk piantati in piena faccia, linciaggi, pestaggi, tentati stupri con pezzi di legno roventi), e con uno dei finali più crudeli e nerissimi che il genere ricordi (lo zio Bruno, sembra, non avere pietà per nessuno)

    Tecnicamente una spanna sopra gli altri Mattei-movie (avvolgente anche la fotografia del fido Luigi Ciccarese, bellissime le location), che quando vuole sa fare gran cinema (almeno una sequenza d'antologia, che mette la pelle d'oca da come e girata: nel massacro iniziale alla carovana, due bimbi-una bambina e un bambino indiano, fuggono-al rallentaore- il secondo si accascia a terra raggiunto da un proiettile, la bimba si volta, Mattei zooma sul suo sguardo pieno di terrore, poi viene uccisa anche lei, da standing ovation, per come e girata e per l'emozione disturbante che dà), e regala puro spettacolo.

    Per metà film, poi, sembra Mandingo, con il bianco apache Shining Sky che lavora in un ranch, bramato dalla mignottagine dell'infima Cinzia De Ponti (moglie del vecchio e crudele propietario), e poi appeso ad un albero sotto il sole cocente (stile Conan Il Barbaro), con il crudele e spietato Charly Bravo che lo apostrofa: "Salutami il grande Manitù, mezzo indiano!"

    Gran finale sulle montagne rocciose (e lo zio Bruno non rinuncia a qualche stock-footage, tipo l'aquila o il lupo) di furia e violenza (l'agonia e le sevizie su Lola Forner lasciano il segno) nonchè di sete di vendetta (e sequenza quasi blasfema sull'altare della chiesetta, dove Bravo e i suoi hanno appena stuprato una giovane indiana, con disprezzo verso il "Dio della croce" da parte di Shining Sky)

    Curioso, poi, che il ricco propietario terriero non venga punito (come succede anche nel Mio Nome e Shangai Joe), e da sottolineare alcune trovate non proprio banali (il campo indiano pieno di mercenari che se la spassano con le squaw e gli indiani completamente ubriachi dall'"acqua che brucia" portatagli dall'uomo bianco)

    L'west dello zio Bruno è selvaggio, crudele, violento e spietato al pari del fulciano I 4 dell'apocalisse, dove quasi nessuno viene risparmiato dalla furia della bestialità umana. Forse il punto più alto del cinema matteiano.
    Ultima modifica: 16/08/13 13:43 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 16/08/13 10:39
    Consigliere - 26073 interventi
    Ottimo il dvd della Sony Pictures

    Immagini pressochè limpide, formato 1:85.1

    Extra: Trailer, selezione immagini

    Lingua: Italiano

    Durata effettiva: 1h, 34m e 42s
  • Discussione Panza • 20/11/13 17:20
    Contratto a progetto - 5200 interventi
    Il film è del 1987.
    Ultima modifica: 6/11/23 18:40 da Panza
  • Discussione Zender • 20/11/13 18:50
    Capo scrivano - 47874 interventi
    No, su Anica risulta del 1986. Per i film italiani meglio fidarsi di più delle date di Anica. Imdb spesso sbaglia.