Blood orgy of the she-devils - Film (1973)

La stregoneria secondo Mikels ovvero: adepte (vestite ahimè) che danzano tutte scoordinate, una megera che officia mese nere invocando demoni e fa le fatture voodoo, un ridicolissimo stregone che sembra il vecchietto ubriacone degli western, terribili apparizioni fantasmatiche e parecchia cialtroneria. Non male i flashback "medievali" con streghe bruciate al rogo, bambini presi a frustate, Annik Borel lapidata e le ragazze del culto che si ammazzano a vicenda. Atroce prefinale tra luci angeliche salvifiche da sfiorare la comicità involontaria. (S)cult.

Di sangue ce n'è pochino, di girls parecchie (vestite, però), di tedio e incoerenza narrativa a profusione. Un ennesimo reperto dei Settanta solo degno di figurare in un armadio della dimenticanza. La protagonista bofonchia soliloqui sciocchi dall'inizio alla fine coadiuvata da un poveretto credibile, quale stregone, al pari d'una moneta da sette euro. A latere una pletora di personaggi che non si sa cosa facciano, perduti come sono in una sceneggiatura da LSD. Per cultori dell'horror (involontario).

Noioso come di consuetudine, ma non il peggior horror di Mikels, che avrà poco di significativo da raccontare, ma per lo meno ha il buonsenso di mantenere la durata entro gli ottanta minuti. Lo script consiste in una sequela di vignette stregonesche legate fra loro da esili legami di consequenzialità, fra gli sproloqui della sacerdotessa nera, le caste danze sexy delle "diavolette", qualche delitto ritualistico e brevi flashback inquisitori (pacchiani ma grezzamente violenti). Il finale, fulmineamente risolutivo, fa quasi tenerezza nella sua ingenuità, effettistica quanto narrativa.