Stralcio di una intervista a
Fernando Di Leo, a cura di
Davide Pulici, realizzata per
Nocturno Libri.
Brucia Ragazzo, Brucia ti costò un processo per oscenità...
Certo, il film era "hard" per l'epoca; ma venni assolto e la migliore critica sociologica me la fece il Pubblico Ministero. Senti qua: "
La visione saltuaria delle due principali attrici con i seni nudi, e la visione parziale, ed in gran parte suggerita, dei due rapporti sessuali tra il bagnino e la protagonista, non sono fini a se stesse né dirette ad eccitare il desiderio sessuale. Costituiscono, invece, l'espressione necessaria di un discorso volto ad illustrare con serietà di intenti critici, morali ed ideologici, la situazione drammatica di una donna, conseguenza di concezioni limitate, anguste e a volte false circa i rapporti sessuali nell'ambito della famiglia e della società".
Hai dovuto operare dei tagli quando Brucia Ragazzo, Brucia venne dissequestrato?
No, dopo il processo non ci furono tagli; fu, invece, prima di presentare la copia alla commissione di censura che ci consigliarono qualche intervento e qualche taglio.
Gli interventi consistettero nel coprire le scene più osée con una specie di rezza nera - l'effetto era orribile -, qualche taglietto di alleggerimento sui nudi e uno molto più deciso: quando Macchia lecca il sesso della Prévost - Françoise, che era una brava attrice e donna intelligente, lamentò che le scene di nudo era costretta a farle a quarant'anni, quando a venti non gliene avevano richieste...
Ti ripeto: l'argomento scandalizzò tutti, si parlava dell'orgasmo come diritto della donna. Ora il femminismo ha fatto del piacere della donna una bandiera e i rotocalchi insegnano alle donne a masturbarsi; ma il film è del 1969, più di trent'anni fa, e certe cose erano tabù.
Tatti Sanguinetti ha fatto un programma, "Italia taglia" si intitola, sulla storia degli interventi della censura. Ci sei anche tu...
Sì, con sei minuti tagliati - dico sei minuti! - a Brucia Ragazzo, Brucia. Cioè tutta la dinamica erotica del bagnino, quando scende a baciare grandi e piccole labbra della Prévost e la fa godere. Il fulcro del film... Comunque il pubblico capì ugualmente.
Brucia si apre con un sogno della Prévost, in cui lei immagina di baciare un'altra donna, Eleonora Ruffo...
...dopo, in privato, Françoise mi disse di non aver mai visto una donna bella come la Ruffo. Comunque il sogno stava a significare una estensione della sessualità della protagonista, poiché il marito non le faceva raggiungere l'orgasmo, non perché lei fosse frigida ma semplicemente perché la dinamica erotica dell'uomo era insufficiente; con allusione all'accoppiamento "borghese", nel senso che alcune cose con le mogli non si facevano...
...e poi nel film ci sono, qua e là, accenni omoerotici tra la protagonista e la ragazza del bagnino, Monica Strebel: il tema dell'omosessualità femminile ha fatto parte del tuo cinema fin dagli inizi e informa anche tutta la tua più recente produzione letteraria...
Recente è solo la pubblicazione. In realtà
Le donne preferiscono le donne e
Quello che volevano sapere due ragazze perbene, sono romanzi scritti molti anni fa; facevano paura agli editori.
Fonte:
Nocturno Libri - Fernando Di Leo, prima parte.