Un’idea del genere si ricordava in un vecchio racconto del precursore Fredric Brown: in “Il principio di Yehudi” un uomo aveva inventato un apparecchio che accelera il tempo. Bastava chiedere una cosa mentre si indossava l'oggetto e la cosa veniva fatta all'istante, superando in un istante il tempo impiegato per compierla. In epoca di telecomandi e fast forward niente di più semplice che rendere l'idea anche visivamente: Adam Sandler entra in uno stanzino segreto di un supermarket e Christopher Walken, sorta di personaggio fiabesco, gli consegna un telecomando “universale”. Non si capisce bene come funzioni, ma cliccando un tasto Sandler ottiene sempre...Leggi tutto ciò che vuole: zittisce il cane, stoppa le ire della moglie e così via. Poi, chissà come, finisce con l’accelerare il tempo e si passa con disinvoltura da un'epoca all'altra nel caos totale. Dal momento che la qualità delle gag è bassa ci si dovrebbe forse consolare seguendo l'inevitabile morale lasciandosi trascinare nell'euforia dell'epilogo, ma una commedia dovrebbe offrire spunti brillanti, non situazioni poco pregnanti diluite oltre logica come qui. Vedere Sandler padre di famiglia che cambia espressione dal nervosismo allo stupore (passando per un improvviso ingrassamento opera del genio degli f/x Rick Baker) con puntatine nella realtà virtuale dove insieme a Walken rivede parti della propria vita, provoca rare risate e mette in risalto l’approssimazione di un soggetto la cui scarsa efficacia si riflette nella deludente sceneggiatura. Solo la discreta regia riesce in qualche modo a rendere il film potabile.
Niente di originale in questo film: Mike Newman ha una moglie bellissima e innamoratissima e due figli eccezionali, ma il lavoro con le frustrazioni e gli orari impensabili rischiano di rovinare tutto. Le cose precipitano quando lo scienziato Christopher Walken gli regala un telecomando universale. Alcune scenette di contorno godibili (ad esempio Mike durante una litigata con la moglie toglie l'audio e mette di fianco a lei le immagini della partita, il cane che monta il paperotto di pezza...).
In questo film ci ho visto la solito e scontata "lezione di vita all'americana". Mike dispone di un telecomando che gli facilita la vita, cosicché la vita farà pagare a Mike le conseguenze. Non ci si allontana molto da Una settimana da Dio, in cui Bruce con i suoi poteri fa tanto bene a se stesso finché la cosa non gli si ritorcerà contro. Una commedia per ragazzi e per la famiglia, con la morale universale che opera a tutto campo. Ma è un film un pò confuso è frettoloso.
Piuttosto divertente, anche se non particolarmente originale. Sembra proprio che gli americani vadano pazzi per questo tipo di commedie a sfondo sentimentale, di quelle "cosa sarebbe successo se". Adam Sandler sa il fatto suo e del resto il film è costruito intorno a lui; Christopher Walken si limita davvero al minimo sindacale. Forse il finale è un po' troppo melodrammatico, anche per un film del genere, ma tutto considerato questa commedia regala 90 minuti di onesto intrattenimento, il che non è poco.
Prendete Ben Stiller, toglietegli metà del talento e otterrete Adam Sandler. Se poi gli date una sceneggiatura fatta di mezze scemenze nella prima parte e di totali idiozie nella seconda, il disastro è servito. Eppure, qualcosa di buono c’era (l’idea del telecomando col menù della propria vita, extra compresi, non era male). Ma purtroppo, le cretinate a tutto spiano e la ripetitività finiscono per cancellare quei pochi sorrisi che la pellicola riesce anche a regalare (il cane a ultravelocità, ciò che pensano i giapponesi). Filmaccio.
MEMORABILE: Sandler, stufo del capo che gli rovina la vita, lo mette in pausa col telecomando, gli dà quattro schiaffoni e gli scoreggia in faccia.
Adam Sandler, chi è costui? La maggior parte del pubblico italiano, parafrasando Don Abbondio, si pone la domanda ad ogni film del noto (in America) comico, uscito, come tanti, dal Saturday Night Live. Cambia la vita con un click è una sorta di La vita è meravigliosa (sgamatissimo quando il protagonista si adagia sul letto in esposizione) aggiornato all'era del DVD. Che di Capra, comunque, non ha la cattiveria ed il cinismo. Scovatemi, infatti, in questa pellicola un cattivo della statura di Mr.Potter/Lionel Barrymore.
Modesta commedia che parte da un espediente apprezzabile ma deraglia presto in un racconto ricco di tempi morti, gag poco divertenti e prevedibili banalità. L'intera vicenda e il suo finale sono assolutamente prevedibili e anche Sandler sembra sottotono. Ennesimo film D.D.M. (dateme da magnà) per la vecchia gloria Walken.
Più inutile di un recente spot televisivo. Adam Sandler non è un attore, non capisco come possa fare così tanti film nella sua natia America. Non posso nemmeno pensare che qualcuno sia riuscito a scrivere una cosa del genere. Inutile.
A tratti risulta divertente, ma l'idea del telecomando tale e quale a questa si era già vista in un episodio del telefilm americano Weird Science, tant'è che pare di rivedere quell'episodio. Dal secondo tempo in poi si ride meno e si converge sul drammatico. Si può vedere.
Adam Sandler fa centro interpretando finalmente una buona commedia per famiglie. L'idea di base è coinvolgente (chi non vorrebbe avere un telecomando per velocizzare la vita?) e a tutto ciò si aggiungono effetti speciali molto curati. Le interpretazioni di Christopher Walken e David Hasselhoff sono volutamente sopra le righe e non sono male, nel contesto. Tra buone interpretazioni e una trama originale "Click" è consigliatissimo per i fan delle commedie americane e di Adam Sandler.
Ma che noia! Fortissima è stata la tentazione di afferrare il telecomando per cercare quelle tre o quattro scene divertenti in mezzo al piattume. Il film si pone come un incrocio fra La vita è meravigliosa e Una settimana da Dio, ma Sandler non è certo James Stewart (e in più recita con la verve di una patata lessa) e Walken è incastrato in uno dei ruoli più deprimenti della sua carriera. La seconda parte è particolarmente lagnosa.
MEMORABILE: Il protagonista che prende a sberle il capo (interpretato da David Hasselhoff).
Il film non è assolutamente un granchè: la regia è piatta e per nulla incisiva, la sceneggiatura banale e la prova del cast abbastanza anonima. La dolcezza e la sconfinata bellezza della Beckinsale riescono ad elevare il giudizio dell'opera (dalla monopalla al mediocre). Un film tutto sommato evitabile perché mancano sia battute degne di nota sia momenti davvero intensi.
Classico esempio di discreta idea sprecata. Frank Coraci dirige una storia che vorrebbe essere trasgressiva come lo strumento che il protagonista maneggia per portare la sua vita nella direzione voluta. Purtroppo, esaurito lo spunto iniziale, il film non decolla a causa di un ritmo troppo cadenzato, gag di scarsa qualità e una prova mediocre di quasi tutto il cast se si esclude il sempre bravo (ma che ci fa in un film del genere ?) Walken.
Adam Sandler è coinvolgente, ha una comicità pudica non invadente ed in questo film è ancora più moderata dall'introduzione di aspetti sentimentali familiari. Non mancano i soliti siparietti comici ed esagerati che qualche volta vorrei vedere nella realtà a dare una sorta di sdrammatizzazione della vita in sé che forse renderebbe migliore ogni attimo vissuto. Sono solo film purtroppo, ma godibili: mi piace lui e mi piace Christopher Walken, che nei film fuori schema ci sta sempre bene.
Il solito Sandler da commedia, che tanto per non variare la formula vincente di gag non prive di volgarità ed esagerazioni anche in questo film si mantiene puntando proprio su questi aspetti. Il tutto poi varia da metà film in poi tingendosi di una vena più drammatica. Impossibile non notare la morale, quasi un clichè oserei dire, presentata nel finale.
I sogni più irrealizzabili a portata di mano possono celare inconvenienti dalle conseguenze disastrose, tra cui l'annullamento dei sentimenti umani. Gestire a comando la propria esistenza pare fantastico per un Sandler gigioneggiante più che mai. E ci si diverte assai quando si mette a pigiare quello strumento magico consegnatogli dall'angelo Walken (abbonato a questo ruolo, vedi L'Ultima profezia e seguiti). Ritmo frizzante soprattutto nella prima parte, poi brusca frenata ed epilogo sentimentale. Godibile anzichenò.
MEMORABILE: Il "gioco di pancia" post liposuzione...
Uno dei migliori film con Sandler, che finalmente abbandona l'eccesso di demenzialità per una trama fantastica ma ricca di spunti reali e sentimentali che non guastano affatto. Sandler è misurato e dà prova di una buona recitazione (soprattutto nei momenti più drammatici), il cast di contorno è particolarmente azzeccato (su tutti ovviamente si fa notare un Walken piacevolmente sopra le righe). Buona dose di risate ma non mancano spunti per qualche riflessione. Notevole.
Forse è il Sandler-movie più completo e (tra tante virgolette) ambizioso. Non è un one man show del pur valido comico americano quanto una corale fiaba moderna, capace nel suo piccolo di dare qualche consiglio per godersi meglio la vita. Il tono è sempre giocoso e ridanciano, con 2/3 colpi sotto la cintura da far sbellicare. Di tutto rispetto la parata di vecchie glorie tra cui il più divertito e reattivo è sicuramente Hasselhoff. Gran lavoro di make up e posticci dovuti ai salti temporali, ricercata la colonna sonora (Cranberries, Strokes, New Radicals..)
MEMORABILE: Le scorregge in faccia a Hasselhoff; Il rotolo di pancia dopo la liposuzione.
L'idea di base è buona; era difficile scriverne coerentemente e infatti il film di Coraci non ci riesce come dovrebbe. Alcuni dei comportamenti del personaggio non sono credibili nemmeno immaginando l'universo della storia, altri sono più logici. Come la maggior parte dei film "incompiuti" anche "Click" è più godibile nella prima che nella seconda parte. Passabile.
Fare troppo zapping fa male e il povero Sandler, partito con le migliori intenzioni, si accorge che il "pilota automatico" gli sta facendo scivolare via la vita dalle mani. Un curioso Walken post-Gabriel che sembra uno scienziato pazzo affianca Sandler ma il protagonista, complice certi eccessi di sceneggiatura decisamente evitabili (il cane e il papero, le flatulenze in faccia al capo), deve faticare per non cadere nel demenziale. Se questo è il massimo della comicità d'oltreoceano non mi sorprende la decadenza della civiltà occidentale.
Al terzo lavoro la coppia Coraci/Sandler non cambia registro e proponge la solita comicità un po' demenziale, un po' goliardica e molto sguaiata. Come al solito non mancano peti e battute sugli attributi. Eppure questa volta il soggetto poteva essere sfruttato meglio. Non male l'idea di partenza, così come la presenza di Walken, qui in versione cappellaio matto. Ancora una volta Coraci si regala la presenza di Winkler, indimenticato Fonzie degli Anni 70 che come sempre sa essere una buona spalla.
L'idea del telecomando in grado di controllare il tempo non è certo nuova. Qui è messa al servizio di una commedia di stampo quasi natalizio (con un protagonista insoddisfatto che rivaluta la propria vita grazie a un angelo, à La vita è meravigliosa), che mescola in maniera non sempre convincente umorismo grezzo (i peti non sono esclusi) e gag più studiate e mature, piazzando nel mucchio momenti persino toccanti. In altre mani poteva uscirne uno script coi fiocchi, ma anche così resta un piccolo e piacevole prodotto. Un po' sottotono Walken.
MEMORABILE: Sandler dopo la liposuzione; Sandler dice addio a suo padre (peccato per il primo piano sull'espressione ebete di Winkler); L'addio sotto la pioggia.
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